12 Soldiers, la recensione: Guerra, coraggio e alleanze difficili

La recensione di: 12 Soldiers, il film diretto dal regista danese Nicolai Fuglsig con protagonista Chris Hemsworth.

Il regista danese Nicolai Fuglsig, al suo debutto alla regia cinematografica, porta sul grande schermo 12 Soldiers, adattamento del romanzo di successo Horse Soldiers di Doug Stanton. Abbandonati il martello e il mantello del Dio del Tuono, Chris Hemsworth veste i panni, ben più concreti e umani, del Capitano Mitch Nelson, un ufficiale dei Berretti Verdi protagonista di una delle missioni più audaci e meno conosciute della guerra in Afghanistan.

Il film si apre all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, che segnarono in maniera indelebile la storia contemporanea. Spinti da un profondo senso del dovere, Nelson e la sua squadra di 12 uomini scelgono volontariamente di essere i primi a penetrare in territorio nemico, per affrontare i miliziani talebani sostenuti da Al-Qaeda. Questi soldati, altamente addestrati e dotati di tecnologia avanzata, si ritrovano però catapultati in un contesto arcaico e brutale, dove l’unico mezzo di trasporto possibile è il cavallo e la sopravvivenza dipende dalla capacità di costruire alleanze con fazioni locali spesso in lotta tra loro.

Il loro destino si intreccia con quello dell’Alleanza del Nord, una fragile coalizione di comandanti afghani uniti dal comune obiettivo di liberare il paese dal giogo talebano. In particolare, il film si concentra sul complesso rapporto tra Nelson e il generale Abdul Rashid Dostum, figura ambigua ma fondamentale nella riconquista dei territori occupati. Sebbene questa dinamica sia centrale nella narrazione, il film la sviluppa in modo piuttosto superficiale: il percorso da iniziale diffidenza a rispetto reciproco appare affrettato e privo della profondità emotiva che avrebbe potuto renderlo realmente memorabile.

Visivamente potente e ricco di sequenze d’azione ben coreografate, 12 Soldiers colpisce per la sua spettacolarità e per la cura nella ricostruzione scenografica. Tuttavia, il film tende a esaltare il patriottismo americano con un’enfasi a tratti eccessiva, che rischia di compromettere l’universalità del racconto. Pur evitando pericolosi scivoloni retorici, la narrazione rimane ancorata a una dimensione eroica piuttosto convenzionale, mancando l’occasione di indagare più a fondo le contraddizioni e i dilemmi interiori dei suoi protagonisti.

Nonostante la presenza di attori del calibro di Michael Shannon e Michael Peña, il film fatica a elevarsi oltre i canoni del war movie hollywoodiano. 12 Soldiers è un’opera solida e tecnicamente ben realizzata, ma che, pur raccontando una storia vera di straordinario coraggio, resta in superficie, lasciando allo spettatore la sensazione di un’occasione narrativa in parte sprecata.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

6


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