Tim Burton torna alle origini con Beetlejuice Beetlejuice!, fuori concorso e film di apertura dell’a81. Mostra del Cinema di Venezia.
Si è alzato il sipario sull’81ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e ad aprire ufficialmente questa attesissima edizione è stato Beetlejuice Beetlejuice!, l’immaginifico, fantastico e surreale sequel del pluripremiato film del 1988, Beetlejuice – Spiritello Porcello, diretto ancora una volta dal visionario Tim Burton. Il film ha riacceso l’amore per il celebre spiritello demoniaco, che torna a danzare tra il macabro e il comico, segnando inoltre il ritorno in grande stile del regista con tutto il fascino del suo inconfondibile universo gotico, e arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 5 settembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.
Beetlejuice Beetlejuice!, il ritorno dello spiritello demoniaco
Nel film Beetlejuice – Spiritello porcello del 1988, Barbara e Adam Maitland, una giovane coppia morta in un incidente, tornano come fantasmi nella loro casa di campagna, e quando i nuovi proprietari, la stravagante famiglia Deetz di New York, trasformano l’abitazione in una bizzarra galleria d’arte, i Maitland cercano disperatamente di scacciarli, arrivando a evocare Beetlejuice, uno spirito bio-esorcista tanto potente quanto imprevedibile. Tuttavia, l’intervento dell’eccentrico spettro sfugge rapidamente al controllo, culminando nel suo tentativo di sposare Lydia, la giovane figlia dei Deetz, in una cerimonia tanto grottesca quanto surreale.
A distanza di 36 anni, in Beetlejuice Beetlejuice!, la famiglia Deetz fa ritorno a Winter River, la cittadina in cui tutto ebbe inizio. Lydia è ormai adulta e ha costruito una carriera nel mondo dell’occulto conducendo un programma televisivo che aiuta le persone a entrare in contatto con gli spiriti. Tuttavia la sua esistenza viene sconvolta dalla morte del padre Charles e dai difficili rapporti con la figlia adolescente, Astrid, una ragazza ribelle e disillusa che ha ereditato il dono materno ma fatica ad accettarlo. Un’equilibrio fragile che si rompe nel momento in cui Astrid, esplorando la soffitta della vecchia casa, scopre un misterioso modellino della città e contemporaneamente stringe un legame con Jeremy, un ragazzo del luogo dal passato oscuro. Una nuova catena di eventi inquietanti prende così forma, costringendo Lydia a evocare ancora una volta Beetlejuice, nella speranza di salvare sua figlia da un destino che sembra scritto nel mondo dei morti
Beetlejuice Beetlejuice! – Il ritorno alle radici visionarie di Tim Burton
Con Beetlejuice Beetlejuice!, Tim Burton segna un ritorno trionfale a un universo che è diventato una delle espressioni più iconiche del suo stile: un mondo dove l’immaginazione si intreccia con il macabro, il surreale e l’assurdo. A 36 anni di distanza, il regista riporta sul grande schermo il suo celebre spiritello demoniaco, ambientandolo in un limbo popolato da illusioni, fenomeni paranormali e stranezze grottesche, dove i confini tra vivi e morti sono sempre più labili.
Il film riprende l’estetica burtoniana più amata, fatta di atmosfere gotiche, umorismo nero e un immaginario fiabesco e grottesco che ha reso il primo Beetlejuice un cult, ma questa volta non si limita a una semplice operazione nostalgia, il film infatti rinnova l’esperienza visiva e narrativa, mantenendo lo spirito dell’originale e arricchendolo con nuovi spunti creativi, effetti speciali, scenografie mozzafiato e un cast ben calibrato. Il risultato è un capitolo che non solo soddisfa le aspettative bensì va oltre.
Uno dei temi principali di Beetlejuice Beetlejuice! è il consueto interrogativo burtoniano sul confine sottile tra vita e morte, e in questa visione la morte non è solo tragedia ma anche occasione di scoperta, trasformazione e riconciliazione, come dimostra il legame tra Lydia e sua figlia Astrid che rende il film una riflessione sul lutto e sulla possibilità di ricostruire un legame con ciò che si è perduto.
Un altro tema centrale è l’identità e l’accettazione di sé: Lydia, un tempo adolescente emarginata e ora madre affermata nel mondo dell’occulto, si trova ad affrontare le sfide emotive e quotidiane del crescere una figlia che sta cercando la propria strada. Astrid incarna le tensioni della nuova generazione, divisa tra il desiderio di ribellione e quello di appartenenza e il loro rapporto, imperfetto ma autentico, rappresenta il vero cuore del film.
Non manca anche il ritorno della celebre burocrazia dell’aldilà, assurda e paradossale, che già nel primo capitolo era uno degli elementi distintivi. L’universo ultraterreno è di nuovo tratteggiato con un’ironia dissacrante, con un Aldilà dominato da regole illogiche e figure eccentriche, in una caricatura grottesca del mondo reale. Visivamente, Burton sfrutta colori, scenografie e costumi per creare forti contrasti tra i due mondi. Il mix di effetti pratici e digitali rende il film spettacolare, senza però perdere l’artigianalità che aveva reso l’originale così speciale.
Il cast unisce volti storici a nuove presenze: Michael Keaton torna nei panni di Beetlejuice, portando con sé tutta l’energia e il sarcasmo che lo hanno reso indimenticabile, e Winona Ryder riprende il ruolo di Lydia, ormai una donna matura e tormentata. Tra le novità, spicca Jenna Ortega nel ruolo di Astrid, la cui interpretazione aggiunge intensità e freschezza, incarnando il confronto tra il passato e il futuro della saga.
Beetlejuice Beetlejuice!in conclusione non è solo un sequel, ma una rilettura che amplia l’universo originale, muovendosi con leggerezza tra commedia e inquietudine, grazie alla visione unica di Tim Burton, il film conserva la sua anima, ma si evolve, offrendo nuovi livelli di lettura e una rinnovata profondità emotiva. Un ritorno che non si limita a evocare il passato, ma lo reinventa con intelligenza, ironia e immaginazione.
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Emanuela Giuliani
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