Bones and All, la sceneggiatura completa del film diretto dal regista Luca Guadagnino tra amore ed emarginazione.
Vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Bones and All di Luca Guadagnino, ha già suscitato un intenso dibattito per la sua audacia tematica e per l’eleganza della messa in scena, confermando ancora una volta il talento visionario del regista siciliano.
Basato sull’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, Bones and All racconta il travagliato incontro tra Maren Yearly (Taylor Russell), un’adolescente in fuga dalla propria natura inaccettabile, e Lee (Timothée Chalamet), un giovane ribelle e carismatico segnato da un passato violento. I due condividono una condizione particolare: sono “eaters”, esseri umani che provano un impulso ineluttabile al cannibalismo.
Il loro viaggio attraverso l’America rurale degli anni ’80 diventa così una fuga dalla legge, dalla società e da loro stessi. Guadagnino confeziona un “road movie dell’anima”, un’odissea sentimentale che intreccia orrore e tenerezza, romanticismo e violenza, alienazione e ricerca di redenzione. Il film non si limita al racconto di una storia d’amore fuori dagli schemi, ma esplora i limiti dell’accettazione e del desiderio umano.
La sceneggiatura, firmata da Dave Kajganich, già collaboratore di Guadagnino in Suspiria (2018) e A Bigger Splash (2015), e che potete leggere qui: BONES AND ALL, grazie a Deadline, rivela una struttura narrativa classica, ma arricchita da dialoghi asciutti e potenti, e da una profonda attenzione al sottotesto emotivo dei personaggi.

Tra degli aspetti più interessanti è l’uso della metafora del cannibalismo come estensione del desiderio amoroso e della difficoltà di appartenere a un mondo che non perdona le diversità. In un’intervista, Guadagnino ha dichiarato: “Ti amo da morire. Ti mangerei perché ti amo tanto.” Una frase che riassume la tensione tra fusione e distruzione, tra affetto e bisogno di possesso. Il film gioca su questa ambiguità fino all’ultima scena, senza mai cedere a facili moralismi.
Una scrittura che inoltre evita volutamente spiegazioni biologiche o sociologiche sulla natura degli “eaters”. Non si tratta di mostri o creature soprannaturali, ma di esseri umani spinti da un bisogno che li esclude automaticamente dalla normalità. Questa scelta rafforza la dimensione esistenziale della storia, e offre agli attori la possibilità di costruire performance estremamente sfumate e credibili.
Bones and All è un film estremo ma profondamente umano, capace di toccare corde intime senza mai indulgere nel sensazionalismo. Guadagnino riesce ancora una volta a dare forma a un racconto sull’identità, sull’amore impossibile e sull’anelito alla salvezza. Una pellicola che resta impressa, come una cicatrice dolce e profonda, fatta di sangue e di bellezza.
Bones and All è un film estremo ma profondamente umano, capace di toccare corde intime senza mai indulgere nel sensazionalismo. Guadagnino riesce ancora una volta a dare forma a un racconto sull’identità, sull’amore impossibile e sull’anelito alla salvezza. Una pellicola che resta impressa, come una cicatrice dolce e profonda, fatta di sangue e di bellezza.