CAPRI REVOLUTION di Mario Martone

CAPRI REVOLUTION DI MARIO MARTONE.

Con CAPRI REVOLUTION, Mario Martone, in concorso alla 75 Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia, chiude la trilogia, se così possiamo definirla, che va dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale, iniziata con Noi Credevamo e proseguito con Il Giovane Favoloso.

Attraverso l’esplorazione e l’analisi dell’impetuoso tumulto interiore della giovane capraia Lucia, il regista pone al centro della scena l’imminente cambiamento che da lì poco avrebbe investito l’intera società ed epoca.

Ispiratosi alla vera storia del pittore Karl Diefenbach, il quale abbandonata la sua vecchia vita, si trasforma in un artista performativo, dedicandosi esclusivamente al rapporto con la natura, e della comune da lui creata tra il 1900 e il 1913 sull’intrigante isola, Martone sviluppa il profondo desiderio di libertà presente, nell’esuberante animo della protagonista, il cui volto è quello di Marianna Fontana, represso dai vincoli imposti dalle rigide regole tradizionaliste di una terra dalla forte identità patriarcale, in cui è nata e cresciuta.

Lucia attratta dal gruppo, attraverso la guida spirituale di Seybu, Reinout Scholten van Aschat, si libererà dalle catene, vedendo con occhi nuovi per la prima volta un mondo nuovo privo di arcaiche catene morali ed etiche, imponendo con tenacia la propria definita e forte personalità e voglia di emancipazione, ed entrando, di conseguenza, in serio conflitto con la propria famiglia, in particolare con i suoi due fratelli, Vincenzo e Antonio, rispettivamente interpretati da Eduardo Scarpetta e Gianluca Di Gennaro.

Un confronto, questo, ulteriormente evidenziato dalle opposte posizione ideologiche del leader spirituale Seybu e del medico del paese Carlo, Antonio Folletto, legato alla scienza.

Tuttavia CAPRI REVOLUTION, nel cui cast troviamo anche Donatella Finocchiaro nella figura della madre di Lucia, nonostante l’affascinante ed etereo impatto visivo, in cui dominano gli immensi paesaggi e suggestive danze, a causa di una rappresentazione e narrazione, spesso dispersiva, non soddisfa le aspettative, non riuscendo totalmente a coinvolgere focalizzando l’attenzione sull’argomento centrale, e non permettendo allo spettatore di stabilire il giusto contatto empatico con la vicenda.

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