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Catherine George racconta i costumi di Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch

Il rosso unisce le tre storie di Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch: Catherine George racconta i costumi firmati Saint Laurent

In Father Mother Sister Brother, il nuovo film di Jim Jarmusch, nulla è lasciato al caso, nemmeno ciò che appare più semplice e quotidiano. Il film è diviso in tre segmenti autonomi, ambientati tra New York, Dublino e Parigi, ciascuno incentrato su una coppia di fratelli adulti alle prese con relazioni familiari complesse. Nei primi due episodi, il confronto con i genitori è diretto e spesso doloroso; nel terzo, invece, i protagonisti possono solo evocare il ricordo di madre e padre ormai scomparsi.

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A fare da sottile collante visivo tra le tre storie è un rosso intenso e profondo, simile al colore di un Merlot maturo, che attraversa abiti, personaggi e ambienti, trasformandosi in un vero e proprio elemento narrativo. Come riportato da Variety, Jarmusch stesso lo ha scelto come filo conduttore emotivo e visivo, e Catherine George, storica collaboratrice del regista, ha raccontato il lavoro dietro i costumi e spiegando come l’idea cromatica sia nata fin dalle prime fasi del progetto.

“Jim ha iniziato a vedere i colori in modo diverso, soprattutto il rosso”, svela Catherine George. “Aveva già in mente questo tema e per me è stato prezioso partire da una base così chiara”. Un’intuizione che si è intrecciata con la collaborazione di Saint Laurent, casa di moda francese coinvolta anche come finanziatore del film. Tutti i capi presenti sullo schermo, anche quelli che sembrano più anonimi, sono stati realizzati appositamente dalla maison.

Nel primo segmento, Father, Tom Waits interpreta un genitore eccentrico e solitario che vive isolato nella campagna di New York. I figli, interpretati da Adam Driver e Mayim Bialik, indossano blazer classici e maglioni cremisi, riflettendo una rigidità quasi speculare. Waits, invece, appare in una semplice felpa con cappuccio: un capo che sembra casuale, ma che in realtà è stato confezionato su misura da Saint Laurent e rifinito con una delicata fodera bordeaux. Anche l’elegante completo finale del personaggio e le sue creepers color vino suggeriscono, in silenzio, che la sua apparente povertà potrebbe essere solo una maschera.

Il secondo episodio, Mother, è ambientato a Dublino e vede protagoniste Cate Blanchett e Vicky Krieps nei panni di due sorelle che fanno visita alla madre, una scrittrice severa interpretata da Charlotte Rampling. Qui il rosso si declina in modo più evidente e teatrale: Krieps sfoggia capelli rosa, un cappotto in pelliccia sintetica e un maglione rosso stampato, incarnando un’energia esuberante e leggermente artefatta. Blanchett, al contrario, esprime la tensione del suo personaggio attraverso una camicia Oxford indossata sopra un dolcevita bordeaux, una scelta misurata e controllata. Rampling domina la scena con un raffinato abito-cappotto bordeaux, esempio di sartoria couture che riflette il rigore e l’ordine del suo personaggio.

Nonostante la perfezione dei capi firmati Saint Laurent, Catherine George ha lavorato per renderli credibili e vissuti: molti indumenti sono stati lavati e trattati per evitare un effetto troppo nuovo, rafforzando così la verità dei personaggi, fatta eccezione per la madre di Rampling, che cura con estrema precisione il proprio guardaroba.

L’ultimo segmento, Sister Brother, si svolge a Parigi e segue i gemelli interpretati da Indya Moore e Luka Sabbat mentre attraversano la città per raggiungere l’appartamento vuoto dei genitori defunti. Qui il rosso è più discreto, ma non scompare: Moore indossa una canotta rossa disegnata da Saint Laurent, mentre Sabbat veste una semplice t-shirt bianca, pensata per renderlo una figura essenziale e quasi iconica. Le loro giacche da motociclista, simili ma non identiche, raccontano un legame profondo fatto di sintonia e differenze.

Per Catherine George, lavorare a Father Mother Sister Brother ha significato ritrovare un equilibrio raro tra cinema e moda. “È stato stimolante tornare a essere così specifici e unire costume e fashion design”, spiega. Il risultato è un film in cui anche una felpa con cappuccio diventa parte integrante del racconto e in cui il rosso, silenziosamente, accompagna lo spettatore lungo un viaggio intimo tra famiglie, memorie e identità.


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