Dopo il travolgente successo di Erin Brockovich – Forte come la Verità, un altro emozionante racconto di coraggio e giustizia si prepara a conquistare il grande schermo. Il 20 febbraio approderà nelle sale Cattive Acque, un dramma ambientale diretto da Todd Haynes che racconta la vera storia di Robert Bilott, un avvocato ambientalista che ha dedicato ben 19 anni della sua vita a combattere contro il colosso chimico DuPont.
La pellicola narra della battaglia legale intrapresa da Bilott, socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, contro DuPont, accusata di aver contaminato l’acqua potabile di una comunità rurale con il PFOA, un acido perfluoroottanoico dannoso per la salute. Scoperto nel 1951, il PFOA è una sostanza pericolosa e “eterna”, che non si decompone nell’ambiente e può accumularsi nell’organismo umano, provocando gravi danni. Il film ripercorre la lunga e difficile lotta di Bilott, che, nonostante i numerosi ostacoli iniziali, riesce a portare alla luce una delle più grandi cause legali ambientali della storia, ottenendo risarcimenti per le vittime che soffrivano di malformazioni fisiche o che avevano perso la vita a causa dell’inquinamento.
La trama prende vita nel momento in cui Bilott, inizialmente incaricato di investigare sul misterioso decesso di alcuni animali della famiglia Tennant, scopre un quadro drammatico e inquietante. La perdita di bestiame, che inizialmente sembrava inspiegabile, si rivela essere la conseguenza di un grave inquinamento causato dallo scarico incontrollato di rifiuti tossici da parte di DuPont. L’investigazione di Bilott getta luce su un’industria consapevole dei pericoli del PFOA, che ha nascosto la verità per anni, mettendo in pericolo la vita di migliaia di persone.
“Cattive Acque” non è solo un racconto sulla contaminazione ambientale, ma anche una riflessione sul potere delle grandi multinazionali e sulla corruzione delle istituzioni che dovrebbero proteggere il bene pubblico. Il film sottolinea come un uomo ordinario, con un carattere riservato e introverso, possa sfidare un gigante industriale e cambiare il corso degli eventi. Robert Bilott è interpretato da Mark Ruffalo, che, con grande sensibilità, porta sullo schermo la figura di un uomo disposto a rischiare tutto, dalla sua carriera alla sua vita familiare, per fare trionfare la giustizia.
Haynes costruisce la storia in modo meticoloso e approfondito, presentando ogni passo del caso legale e ogni difficoltà affrontata da Bilott. Sebbene la narrazione possa sembrare a tratti lenta o monotona, il regista non tralascia alcun dettaglio, offrendo uno spaccato realistico e crudo della vicenda. La sua regia riesce a mantenere vivo l’interesse, regalando allo spettatore una rappresentazione autentica e commovente di una lotta che, purtroppo, è ancora oggi estremamente attuale.
Mark Ruffalo, già tre volte nominato agli Oscar, si conferma una scelta perfetta per il ruolo del protagonista. La sua performance è potente e convincente, trasmettendo tutta la fatica, la frustrazione e la speranza di un uomo che, pur essendo schiacciato da un sistema ingiusto, non rinuncia mai alla ricerca della verità.
“Cattive Acque” è un film che scuote le coscienze e invita alla riflessione. Un’opera che, sebbene racconti una vicenda sconvolgente, ci ricorda l’importanza di non cedere mai alla paura e di lottare per la giustizia, anche quando la battaglia sembra perduta in partenza.
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Emanuela Giuliani
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