Dieci curiosità su Cenerentola, la versione in live-action della celebre omonima fiaba Disney diretta da Kenneth Branagh.
Cenerentola è senza dubbio una delle fiabe più celebri e amate di tutti i tempi, una storia che ha attraversato secoli, culture e continenti, trovando sempre nuova vita e significati. Le origini della fiaba si perdono nel folklore europeo, ma la sua versione più conosciuta in Occidente è quella di Giambattista Basile, scritta in napoletano nel Cunto de li cunti del XVII secolo. In questa versione, Cenerentola non è ancora l’icona che conosciamo, ma una giovane donna che vive in un regno fantastico e le cui disavventure sembrano evocare il potere della magia popolare e della giustizia divina. La storia, pur avendo radici italiane, ha viaggiato ben presto in tutta Europa, grazie anche ai racconti dei fratelli Grimm e alla versione di Charles Perrault, che ha solidificato la narrazione in quella che oggi è la più riconosciuta.
Il suo più grande successo, però, arriva nel 1950 con il celebre film d’animazione Disney, che ha consacrato Cenerentola come un simbolo universale di speranza, gentilezza e trasformazione, un personaggio che, pur subendo le angherie della matrigna e delle sorellastre, riesce a trionfare attraverso la sua bontà e la sua determinazione. A distanza di oltre sessant’anni, Disney ha deciso di rinnovare questa icona con un adattamento live-action del 2015, diretto da Kenneth Branagh, che, pur restando fedele agli elementi classici della fiaba, introduce innovazioni narrative e stilistiche in grado di conferire una nuova profondità alla storia.
Nel film del 2015, infatti, Branagh si distacca dalla dimensione unicamente fiabesca per esplorare temi di amore, sacrificio e resilienza in un mondo che appare tanto magico quanto reale. Oltre a una scenografia mozzafiato, che reinterpreta l’estetica barocca e rinascimentale, l’interpretazione dei protagonisti e l’introduzione di scene inedite arricchiscono la trama, donando una dimensione più umana e credibile alla storia. Il Principe non è più una figura monolitica e priva di emozioni, ma un giovane erede che si confronta con i propri dilemmi interiori, mentre Cenerentola, interpretata da Lily James, non è solo una giovane ingenua ma una donna forte e coraggiosa, capace di affrontare le difficoltà con grazia.
Le innovazioni stilistiche, inoltre, si riflettono nella cura dei costumi e della scenografia, che non solo ricreano un mondo incantevole, ma usano il colore, la luce e la magia come strumenti narrativi. La celebre scarpetta di cristallo, l’abito da ballo che sembra danzare da solo, la Fata Madrina eccentrica interpretata da Helena Bonham Carter e la rappresentazione di un regno che sembra sospeso tra il sogno e la realtà sono solo alcune delle meraviglie visive che fanno di questo film un’opera unica, dove il passato e il presente si intrecciano in una fusione perfetta tra tradizione e innovazione.
Questa nuova versione di Cenerentola non è solo un omaggio a una fiaba immortale, ma una riflessione sul potere della gentilezza, sull’importanza della libertà di scelta e sulla possibilità di trovare l’amore autentico al di là di apparenze e convenzioni sociali. La magia, qui, non è solo quella delle trasformazioni, ma anche quella dei legami umani che, come il cuore di Cenerentola, sanno brillare senza bisogno di ostentare.
1. Scene inedite: quando l’amore nasce nel silenzio
Nel film, Kenneth Branagh ha voluto rendere l’incontro tra Cenerentola ed il Principe più realistico e umano, inserendo due scene completamente assenti nella versione animata. La prima, ambientata in un bosco incantato, mostra i due protagonisti conoscersi senza titoli, senza etichette: lui si presenta solo come “Kit”, lei come “una ragazza qualunque”. Questo incontro anticipa un amore basato non sull’apparenza, ma sulla connessione autentica. La seconda scena, nel parco del castello prima della fuga di mezzanotte, carica di tensione e intimità, sottolinea il crescendo emotivo del loro legame. Branagh ha spiegato di aver voluto mostrare due persone che si scelgono, non solo due archetipi da fiaba.
2. Una scenografia maestosa degna di un sogno cinematografico
Dante Ferretti, tre volte Premio Oscar e maestro dell’arte scenica, ha ricreato un mondo sontuoso e vibrante, ispirandosi all’architettura barocca europea e ai palazzi rinascimentali italiani. La sala da ballo, cuore visivo del film, è grande quanto un campo da basket, con una maestosa scalinata in marmo, pavimenti lucidi, pareti dorate e 17 lampadari veneziani da 5.000 candele ciascuno, tutte accese manualmente per un’atmosfera autentica. Ferretti ha voluto che ogni ambiente avesse un’identità propria, come se fosse un personaggio a sé stante.
3. Il Principe: erede, ma anche uomo
Richard Madden ha dato al Principe una personalità sfaccettata, con emozioni, dubbi e pensieri propri. Branagh non voleva un principe stereotipato, ma un giovane che affronta le pressioni dell’eredità reale e cerca di essere sé stesso. L’approccio si è ispirato a testi classici come le Meditazioni di Marco Aurelio — per la saggezza e il senso del dovere — e Il Principe di Machiavelli, per la strategia e la gestione del potere. L’osservazione della vita reale di principi contemporanei, come Alberto di Monaco, ha aiutato a dare credibilità a questo nuovo “Principe Azzurro”, elegante ma umano.
4. Lily James: una moderna Cenerentola, fragile e forte
La scelta di Lily James, allora conosciuta soprattutto per Downton Abbey, si è rivelata perfetta. L’attrice ha lavorato duramente su danza, postura e dizione, per interpretare una Cenerentola che fosse non solo dolce, ma anche determinata, paziente e coraggiosa. L’iconica scarpetta in cristallo, creata su un design Swarovski da Sandy Powell, è stata modellata in vetro tagliato ma mai realmente indossata, perché fisicamente impossibile: per questo, ogni inquadratura del piede è in CGI. Lily ha dichiarato che, in fondo, la vera magia del personaggio è “la gentilezza, non il vestito”.
5. Un abito che danza da solo
Il vestito da ballo di Cenerentola è una delle creazioni più spettacolari mai apparse in un film Disney. Composto da strati di crepeline di seta e yumissima (un materiale sintetico trasparente e costoso), con riflessi blu, lilla e lavanda, è progettato per sembrare in movimento anche quando l’attrice è ferma. Ogni strato ha una funzione scenica, contribuendo alla fluidità della danza o alla luce catturata in camera. I 10.000 cristalli Swarovski cuciti a mano simboleggiano la magia che brilla dall’interno, e persino i capelli di Cenerentola brillano, decorati con piccole pietre tra le ciocche.
6. Un ballo tra principesse… nascoste
Durante la grande scena del ballo, Sandy Powell e il team di costumi hanno inserito piccoli “easter egg” visivi: alcune invitate indossano abiti ispirati alle eroine Disney. Si intravedono l’abito dorato e vaporoso di Belle, un verde foglia simile a quello di Tiana, un abito rosso orientaleggiante che richiama Mulan, uno azzurro con bordi dorati come Aurora, un corpetto blu con maniche a sbuffo simile a quello di Biancaneve, e un vestito marezzato, simile a una coda di sirena, per Ariel. Un omaggio discreto ma emozionante per gli appassionati.
7. La Fata Madrina: tra steampunk e alta moda
Helena Bonham Carter interpreta una Fata Madrina eccentrica, dolce ma con un tocco da scienziata pazza. Il suo abito, realizzato con 120 metri di tessuto argenteo, è decorato con migliaia di cristalli e nasconde un sistema a LED che si attiva durante ogni incantesimo. L’effetto visivo è stato ispirato al concetto di “luce interiore” che si manifesta esteriormente. Il trucco e la parrucca sono volutamente esagerati, come a suggerire che la magia vera non ha bisogno di conformarsi a standard estetici tradizionali.
8. Il potere silenzioso dei colori
Powell ha utilizzato il colore come linguaggio narrativo. Il blu di Cenerentola non è solo “fiabesco”: è associato alla sincerità, alla purezza e alla calma, oltre a rappresentare un legame con il padre. Il giallo e il rosa delle sorellastre rimandano a superficialità, infantilismo e competizione. Il nero della matrigna, Lady Tremaine, è più che un simbolo di lutto: è una corazza emotiva, un modo per controllare e manipolare, mantenendo il dolore represso e trasformandolo in veleno psicologico. La palette del film evolve con la storia, sottolineando i cambiamenti emotivi dei personaggi.
9. Un cast corale, tra talento e icone del cinema
Il film è un mix perfetto tra giovani promesse e attori affermati. Oltre a Lily James e Richard Madden, spiccano Hayley Atwell (già nota come Peggy Carter nell’universo Marvel) nel ruolo della madre di Ella, e Ben Chaplin in quello del padre. Le sorellastre, interpretate con umorismo e teatralità da Holliday Grainger e Sophie McShera, danno al film un tono leggermente farsesco. Helena Bonham Carter brilla come Fata Madrina, mentre Cate Blanchett — con una recitazione ispirata a personaggi complessi del cinema anni ‘40 — rende Lady Tremaine un’antagonista elegante e inquietante.
10. Onori regali e sodalizi teatrali
Derek Jacobi, che interpreta il Re, è un’icona del teatro britannico, noto per il suo lavoro con la Royal Shakespeare Company. Con Cenerentola, segna la quarta collaborazione con Kenneth Branagh, dopo Hamlet (1996), Enrico V (1989) e L’altro delitto (1991). Jacobi è stato insignito del titolo di Cavaliere due volte, un onore rarissimo concesso anche a Laurence Olivier. Branagh, anch’egli cavaliere della Regina, ha una carriera che alterna blockbuster a Shakespeare, e con Cenerentola ha voluto riportare la classicità del teatro dentro il grande cinema popolare.
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Emanuela Giuliani