Dieci curiosità su Colazione da Tiffany, l’iconico film con Audry Hepburn un’icona di stile, cinema e malinconia.
Diretto nel 1961 da Blake Edwards, Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s) è uno dei film più emblematici del cinema hollywoodiano. Tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote, il film ha per protagonista l’indimenticabile Audrey Hepburn nei panni della sofisticata e imprevedibile Holly Golightly, affiancata da George Peppard nel ruolo dello scrittore Paul Varjak.
La trama ruota attorno all’incontro tra due anime alla deriva. Holly è una giovane donna mondana, eccentrica e sfuggente, che vive tra party esclusivi, colazioni solitarie davanti alla celebre gioielleria Tiffany & Co. e sogni di un’esistenza migliore: una leggerezza apparente dietro cui nasconde una profonda fragilità e una costante insicurezza sul proprio posto nel mondo. Paul, invece, è uno scrittore in crisi creativa che si trasferisce nello stesso palazzo di Holly, a Manhattan. Mantenuto da una ricca amante più anziana, Paul si sente svuotato e privo di identità. Tra i due nasce un legame intenso, fatto di complicità, ironia e attrazione, che lentamente si trasforma in amore, non senza ostacoli e disillusioni.
Il successo di Colazione da Tiffany non risiede solo nella storia d’amore, ma in un insieme di elementi iconici che hanno reso il film una leggenda. A più di sessant’anni dalla sua uscita, Colazione da Tiffany continua a influenzare il mondo della moda, del cinema e della cultura pop. La figura di Holly Golightly ha superato i confini del film, diventando un’icona di indipendenza femminile, vulnerabilità e stile. L’appartamento newyorkese, il gatto senza nome, la finestra con la chitarra, la vetrina di Tiffany: ogni elemento del film è entrato nell’immaginario collettivo, rendendolo un classico che resiste al passare del tempo.
1.Una New York addormentata per Audrey Hepburn
La celebre scena iniziale, girata all’alba di una domenica mattina del 1960, fu una vera sfida logistica. La produzione dovette ottenere l’autorizzazione per bloccare la Fifth Avenue, una delle arterie più trafficate del mondo, durante l’orario in cui la città dormiva ancora, e il sindaco di New York, Robert F. Wagner, si adoperò personalmente per garantire la chiusura del tratto di strada. L’effetto che si voleva ottenere era quello di un paesaggio urbano deserto, che contribuisse a sottolineare la solitudine e l’introspezione del personaggio di Holly Golightly, inoltre, la ripresa alla luce dell’alba aggiunse un alone di magia e mistero, amplificando l’atmosfera sognante che permea l’intero film. La scena divenne così una delle immagini più potenti e riconoscibili della storia del cinema.
2.Truman Capote voleva Marilyn Monroe
Truman Capote non nascondeva il suo desiderio di avere Marilyn Monroe come interprete di Holly Golightly. Monroe, con la sua sensualità e la sua iconica presenza, rappresentava esattamente l’idea che Capote aveva del personaggio: una donna di forte impatto, ma anche fragile e complessa, ma quando rifiutò, Capote si sentì profondamente deluso, tanto da esprimere pubblicamente il suo disappunto nei confronti della produzione. Secondo lui, la scelta di Audrey Hepburn era un “tradimento” del romanzo, ci nonostante, la performance di Audrey portò una qualità che Capote non aveva previsto: l’eleganza eterea e l’introspezione malinconica che contraddistingue il personaggio nel film. Questo nuovo approccio rivelò una Holly più sofisticata e affascinante, facendo di Audrey un’icona senza tempo.
3.“Moon River”: la voce insicura di Audrey
La canzone Moon River, che diventa un simbolo del film, fu scritta su misura per Audrey Hepburn. Con una estensione vocale limitata, Audrey inizialmente si sentiva insicura riguardo alla sua capacità di interpretarla. Nonostante ciò, si rifiutò di permettere che fosse doppiata, dimostrando una ferrea determinazione nel voler dare una performance autentica. La canzone, composta da Henry Mancini con testi di Johnny Mercer, si distingue per la sua delicatezza, diventando un capolavoro della musica da film. Il suo successo fu talmente travolgente che fu eseguita da innumerevoli artisti, e nel 1962 vinse l’Oscar come Miglior Canzone Originale. L’esibizione di Audrey rimane, a distanza di decenni, una delle interpretazioni più emozionanti della storia del cinema.
4.Il gatto più famoso di Hollywood
Il “gatto senza nome” che accompagna Audrey Hepburn è interpretato da un felino davvero speciale: Orangey, un gatto rosso che aveva già fatto la sua parte in altre produzioni cinematografiche, e la sua performance in Colazione da Tiffany gli valse ben due Patsy Awards, uno dei massimi riconoscimenti per animali attori. La scena finale, in cui il gatto è ritrovato sotto la pioggia, fu particolarmente complicata da realizzare, poiché Orangey si rifiutava categoricamente di bagnarsi, la produzione dovette infatti tentare il ciak per ore, ma alla fine il gatto riuscì a compiere la sua parte, regalando al film una delle scene più indimenticabili. La sua espressività e la sua relazione con Audrey contribuirono a rendere il gatto un simbolo del film, tanto che ancora oggi è ricordato come uno degli animali più celebri della storia del cinema.
5.Un finale molto diverso dal libro
Nel libro di Capote, il finale è aperto e ambiguo, con Holly che sparisce dalla vita del narratore, lasciando dietro di sé un alone di mistero e solitudine. Questo finale, più cupo e malinconico, si rifletteva nel tema della fuga e dell’autoesclusione del personaggio, tuttavia, la scelta di Hollywood fu quella di optare per un finale più ottimista, con il bacio romantico sotto la pioggia, e sebbene i puristi del libro criticarono questa modifica, il pubblico accolse il cambiamento con favore, apprezzando la visione romantica e risolutiva del film. Il finale del film trasformò Holly da una figura enigmatica e disillusa in una donna che, pur conservando la sua indipendenza, trovava la felicità nell’amore.
6.Il tubino nero che fece la storia della moda
Il famoso tubino nero disegnato da Hubert de Givenchy per Audrey Hepburn è diventato un’icona di stile. L’abito fu creato con l’intento di esaltare la naturale eleganza di Audrey, che aveva un fisico snodato ma non troppo curvilineo, e di dare al personaggio di Holly un aspetto sofisticato e senza tempo. Givenchy e Hepburn erano amici intimi, e l’abito fu pensato come una celebrazione della bellezza senza eccessi. L’abito divenne simbolo di un’intera epoca, il che lo rendeva perfetto per il personaggio di Holly, un’aspirante donna della società che voleva presentarsi come chic e raffinata. Un esemplare dell’abito originale, indossato durante la scena iniziale, fu venduto all’asta nel 2006 per una cifra stratosferica, confermando il suo status di pezzo iconico della moda.
7.George Peppard: una scelta controversa
La scelta di George Peppard per il ruolo di Paul Varjak suscitò molte discussioni durante la produzione. Il regista Blake Edwards aveva inizialmente considerato attori di calibro come Steve McQueen, Warren Beatty e Paul Newman per il ruolo, ma alla fine optò per Peppard. Sebbene la sua interpretazione fosse solida, la chimica tra Peppard e Audrey Hepburn non fu immediata, e ciò causò delle difficoltà sul set. Peppard, più introverso e decisamente più autoritario di Audrey, non riusciva a stabilire un legame naturale con la protagonista, ma nonostante queste difficoltà, la professionalità dei due attori fece sì che la loro relazione sullo schermo risultasse credibile e convincente, nonostante le tensioni dietro le quinte.
8.Tra stile e polemiche
La figura di Mr. Yunioshi, interpretata da Mickey Rooney, è stata oggetto di critiche fin dall’uscita del film. Rooney si sottopose a un pesante trucco e a una parrucca per impersonare il personaggio giapponese, e la sua interpretazione è oggi considerata un esempio di “yellowface”, una rappresentazione stereotipata e razzista di una cultura. La decisione di inserire una figura così caricaturale nel contesto di un film che celebrava l’eleganza e lo stile ha suscitato polemiche sin dal 1961. Negli anni successivi, l’interpretazione fu sempre più criticata, tanto che nel 2011 la Paramount rilasciò una versione speciale del film con un disclaimer per contestualizzare le problematiche legate a questa rappresentazione. Tuttavia, il dibattito sulla questione rimane aperto ancora oggi.
9.Audrey e Holly: mondi lontani
Audrey Hepburn, famosa per la sua grazia e il suo riserbo, si trovò a lottare con l’interpretazione di Holly Golightly, un personaggio vivace, mondano e, in alcuni tratti, provocatorio. Audrey dovette superare la sua natura introversa per riuscire a dare vita a un personaggio che, pur mantenendo la sua eleganza, mostrava anche una vulnerabilità e una sensualità che non le appartenevano naturalmente. L’approccio delicato e sfumato di Audrey alla sessualità di Holly le permise di rendere il personaggio più umano e sfaccettato rispetto alla figura più esplicita del romanzo. La sua performance è oggi considerata uno dei più grandi successi della sua carriera e ha contribuito a definire il personaggio come una figura di stile e di empatia.
10.Un successo senza tempo
Colazione da Tiffany non solo fu un successo critico e commerciale al momento della sua uscita, ma ha continuato a mantenere il suo status di classico del cinema romantico negli anni successivi. Con un incasso di oltre 14 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 2,5 milioni, il film si guadagnò il suo posto nella storia del cinema. Le cinque nomination agli Oscar e i due premi vinti – uno per la colonna sonora e uno per la canzone “Moon River” – sono la testimonianza di quanto il film fosse apprezzato. La sua influenza si è estesa nel tempo, continuando a ispirare stilisti, registi e spettatori, facendo di Colazione da Tiffany un fenomeno che trascende le generazioni.
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Emanuela Giuliani