“CREED II” – Recensione: la vittoria del rapporto tra padre e figlio

“CREED II” – Recensione: la vittoria del rapporto tra padre e figlio.

Sylvester Stallone e Michael B. Jordan tornano a vestire i panni, di Rocky Balboa e Adonis Creed, nel capitolo successivo della storia incentrata sulla vita, dentro e fuori dal ring, del figlio di Apollo Creed, in difficoltà nel gestire successo e famiglia, turbato dal desiderio di lasciare un proprio indelebile segno, affermandosi ed onorando la memoria di suo padre, morto nel corso dell’incontro, visto in “Rocky 4”, con il pugile russo Ivan Drago, prima che lui nascesse.

Il giovane Adonis, infatti, nonostante la fama raggiunta, dopo essersi trasferito a Philadelphia dalla California, guidato dall’iconico ex campione dei pesi massimi Rocky Balboa, “zio” e allenatore, ed il trovato amore di Bianca, talentuosa cantautrice in ascesa della musica, che gli ha donato una consapevole maturità, continuerà a fare i conti con le crescenti irrequietezze del proprio animo, tanto da dubitare fortemente di sé stesso, mettendo in discussione le proprie, ereditate, capacità, chiedendosi se merita veramente di stare sulla vetta.

Domanda questa, la cui risposta non tarderà ad arrivare, dal momento che sarà proprio Viktor Drago, figlio del responsabile della scomparsa del famoso genitore, a costringerlo ad affrontare, una volta per tutte, i sofferenti interrogativi. Cresciuto nella rabbia e desideroso di riscattare il nome di suo padre Ivan, ripudiato, se così si può dire, dalla sua stessa patria, Viktor sfiderà Adonis a muso duro, sicuro di vincere e riprendersi finalmente ciò che, a suo parere, è stato immeritatamente tolto al nome della sua famiglia, il rispetto.

“Creed contro Drago”, un ritorno al passato, che catapulterà Rocky nella concreta paura di dover rivivere quei drammatici momenti, con il rischio di ripiombare nel buio del dolore. Ma Adonis è tenace, testardo e determinato e forte del sostegno della madre adottiva Mary Anne, la quale ha accettato la sua scelta riconoscendogli quel talento e quella passione che hanno reso il suo compianto marito il grande campione che tutti ricordano, accetta la sfida.

Diretto da Steven Caple Jr., scritto da Juel Taylor e Sylvester Stallone, “CREED II”, senza alcun dubbio, osa e convince varcando i semplici, e forse limitati, confini dello sport, immergendosi coraggiosamente nell’intrigato, viscerale rapporto tra padre e figlio, ed evitando di scivolare nel melodramma, ne analizza con cura e sensibilità, le varie, soggettive e oggettive, dinamiche problematiche.

Il film, in conclusione, nonostante le numerosi similitudini narrative con il quarto amato episodio della saga, grazie ad una rappresentazione, dall’apparente superficiale costruzione,  riesce a far emergere con intensa, decisa commozione, espressa, trasmessa e percepita attraverso lo sviluppo parallelo dei differenti legami Adonis/Rocky, e Ivan/Viktor, l’importanza dell’unione ed appoggio familiare, stupendo e focalizzando l’attenzione per l’intera durata di una visione resa ancor più entusiasmante dalla tesa e adrenalinica competizione, che incornicia e completa il delicato argomento trattato.

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