Cuori Ribelli, l’epopea del sogno americano tra amore, avventura e identità di Ron Howard con protagonisti Tom Cruise e Nicole Kidman.
Presentato fuori concorso al 45° Festival di Cannes nel 1992, Cuori Ribelli (Far and Away) è un ambizioso affresco storico firmato da Ron Howard, che mescola melodramma, avventura e tematiche sociali all’interno di un racconto classico di formazione e redenzione.
Ambientato alla fine del XIX secolo, il film segue le vicende di Joseph Donnelly (Tom Cruise), giovane contadino irlandese in fuga da un destino segnato dall’oppressione dei proprietari terrieri inglesi, e di Shannon Christie (Nicole Kidman), figlia di un’aristocratica famiglia in decadenza, decisa a ribellarsi al proprio futuro già scritto. Uniti da un desiderio comune di libertà, i due intraprendono un viaggio verso l’America, terra promessa che si rivelerà ben più ostile e caotica delle loro aspettative.
Howard costruisce una narrazione su due piani: da un lato l’evoluzione del rapporto tra Joseph e Shannon, tra conflitti e attrazioni reciproche, dall’altro un’accurata cornice storica che affronta il tema dell’emigrazione irlandese e delle trasformazioni socio-culturali dell’epoca. L’Oklahoma Land Run del 1893, ricostruita con impressionante realismo grazie all’uso di centinaia di comparse e cavalli veri, rappresenta il momento culminante del film, nonché il simbolo della conquista di una nuova identità.
Visivamente sontuoso, Cuori Ribelli si avvale della fotografia di Mikael Salomon, che esalta i contrasti tra le verdi colline d’Irlanda e i vasti orizzonti americani, mentre la colonna sonora di John Williams, arricchita da suggestioni irlandesi, aggiunge profondità emotiva alla narrazione.
Il film non si limita alla dimensione romantica: riflette anche sul prezzo del progresso, sulla fragilità della promessa americana e sulla necessità di reinventarsi in un mondo in cui le regole sono in continuo cambiamento. Joseph e Shannon diventano così simboli di un’umanità che cerca di sopravvivere, amare e costruire in un tempo di profondi mutamenti.
Pur indulgendo talvolta in un tono enfatico e in alcuni cliché del genere epico-sentimentale, Cuori Ribelli resta un’opera sincera e visivamente potente, capace di emozionare e far riflettere. Una storia che, nel raccontare un’epoca lontana, tocca temi ancora attuali come l’emigrazione, l’identità culturale e il bisogno universale di trovare il proprio posto nel mondo.
Una coppia anche nella vita reale
All’epoca delle riprese, Tom Cruise e Nicole Kidman erano una delle coppie più celebri di Hollywood, sposati dal 1990 dopo essersi conosciuti sul set di Giorni di tuono, la loro presenza nel film fu non solo un colpo di marketing, ma anche un punto di forza artistico. Il regista Ron Howard sfruttò abilmente la loro alchimia reale per costruire una tensione romantica credibile tra i due personaggi e alcune scene, in particolare i momenti più intimi o conflittuali tra Joseph e Shannon, furono riscritte per riflettere le sfumature emotive della loro vera relazione. I produttori affermarono che la partecipazione della coppia fu fondamentale per attrarre investitori e ottenere il via libera al progetto, considerato inizialmente rischioso per i suoi costi e ambizioni epiche.
L’accento irlandese di Tom Cruise
Per interpretare l’irlandese Joseph Donnelly, Cruise si immerse in un training linguistico e fisico rigoroso, oltre ad allenarsi per le scene a cavallo e quelle di lotta infatti, passò settimane con un dialect coach per adottare un accento irlandese del XIX secolo. Tuttavia, nonostante gli sforzi, la sua performance vocale fu accolta con scetticismo, specialmente dal pubblico e dalla stampa irlandese, che lo accusarono di aver proposto una versione stereotipata e poco fedele alla parlata autentica. Anni dopo, Cruise scherzò sull’esperienza durante un’intervista, definendo il suo tentativo “un atto d’amore per l’Irlanda, ma non necessariamente per la fonetica”.
La leggendaria Corsa alla terra
La scena clou del film, la Land Run del 1893, è ancora oggi considerata una delle ricostruzioni storiche più imponenti del cinema americano degli anni ’90. Per ricreare la famosa corsa all’assegnazione delle terre in Oklahoma, la produzione coinvolse oltre 1.200 comparse, tra cui 800 cavalli e 400 carri, supervisionati da un team di veterinari e stuntman. Le riprese richiesero settimane di coordinamento, con l’uso di barriere trasparenti, trincee artificiali e droni ante litteram per catturare riprese aeree mozzafiato (con l’ausilio di elicotteri, allora). La logistica fu talmente complessa che la sequenza fu girata in segmenti da più troupe contemporaneamente, con risultati impressionanti anche per gli standard attuali.
Polemiche in Irlanda
Il film, pur proponendosi come un omaggio alla tenacia degli emigranti irlandesi, sollevò critiche in patria, soprattutto da storici e intellettuali. In molti accusarono Howard di aver romanzato e semplificato la complessità della diaspora irlandese, trasformandola in un’avventura sentimentale. La rappresentazione della povertà e della colonizzazione delle terre americane fu vista da alcuni come poco rispettosa delle vere sofferenze vissute e il film riaccese un acceso dibattito culturale in Irlanda su come le migrazioni siano raccontate nel cinema, contribuendo anche a un rinnovato interesse per il tema tra i giovani.
Ricostruzioni scenografiche imponenti
Nonostante alcune sequenze furono effettivamente girate in Irlanda (nella contea di Galway, per esempio), gran parte delle ambientazioni americane furono realizzate negli Stati Uniti, con set costruiti da zero nello Utah e nel Montana. Per conferire autenticità visiva all’epoca vittoriana, furono ricostruiti interi villaggi completi di botteghe, saloon, uffici postali e chiese in legno. I costumi vennero curati nei minimi dettagli, ispirandosi a fotografie d’epoca e documenti storici conservati negli archivi del National Museum of American History.
Una colonna sonora da antologia
John Williams, già celebre per Star Wars e E.T., compose una delle sue colonne sonore più liriche e suggestive che mescolano sonorità sinfoniche e folk irlandese, utilizzando strumenti tradizionali come il bodhrán, l’uilleann pipe e il tin whistle. Williams collaborò con musicisti tradizionali irlandesi, tra cui membri dei The Chieftains, per ottenere un suono autentico e coinvolgente, e il tema principale del film fu particolarmente lodato per la sua capacità di evocare il senso di avventura, nostalgia e speranza che permea la narrazione.
Nicole Kidman senza controfigure
La Kidman si distinse per la sua dedizione fisica al ruolo di Shannon, insistendo per non usare controfigure in molte delle sue scene. Cavalcate a tutta velocità, cadute e persino immersioni in acque gelide vennero affrontate dall’attrice personalmente. In una delle sequenze, girata sotto la pioggia battente e con temperature vicine allo zero, Nicole riportò un leggero principio di ipotermia, ma decise comunque di concludere la giornata di riprese. Questo consolidò la sua reputazione di attrice tenace e versatile, pronta a mettersi in gioco anche in contesti altamente impegnativi.
Una sceneggiatura in continua evoluzione
Il copione subì numerose revisioni durante le riprese. Nelle versioni iniziali, la storia aveva un tono più drammatico, e il personaggio di Shannon affrontava esperienze molto più dure, come abusi e perdita totale della propria identità sociale. Tuttavia, per rendere il film più appetibile al grande pubblico, Ron Howard e lo sceneggiatore Bob Dolman (già collaboratore di Howard in Willow) alleggerirono l’arco narrativo e introdussero elementi più romantici e ottimisti. Alcune scene eliminate dal montaggio finale vennero successivamente inserite come contenuti speciali nell’edizione in DVD.
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Emanuela Giuliani