Downton Abbey – Il Gran Finale è l’addio elegante a un’epoca indimenticabile con un ultima tazza i tè tra nostalgia e consapevolezza.
È arrivato il tempo dei saluti. Dopo aver conquistato milioni di spettatori con la serie televisiva e due film di successo, il mondo di Downton Abbey è pronto a chiudere il sipario, tornando sul grande schermo per accompagnare la famiglia Crawley – e il loro seguito – in un momento cruciale di cambiamento, con un emozionante ultimo capitolo: Downton Abbey – Il Gran Finale.
Se nel primo film, ambientato nel 1927, la tenuta di Downton si era preparata con grande agitazione all’arrivo del re e della regina, in una storia che mescolava politica, intrighi personali e orgoglio di classe, e il secondo, Una nuova era, aveva portato i Crawley nel sud della Francia per esplorare un misterioso lascito ereditario, mentre una troupe cinematografica invadeva la residenza inglese mettendo a dura prova le tradizioni della casa, ora, con Il Gran Finale, ci troviamo all’inizio degli anni ’30.
Lady Mary è al centro di uno scandalo che rischia di gettare un’ombra sulla reputazione della famiglia, mentre Downton affronta nuove difficoltà economiche. Il disonore sociale incombe, e il cambiamento è inevitabile. La nuova generazione dovrà quindi dimostrarsi all’altezza dell’eredità dei Crawley e guidare la tenuta verso il futuro, tra nostalgia, dignità e coraggio.
Un inchino finale con la grazia di sempre
Con Downton Abbey – Il Gran Finale, in arrivo nelle sale italiane l’11 settembre con Universal Pictures, il regista Simon Curtis – dietro la macchina da presa anche di Downton Abbey II – Una nuova era – conclude con grazia e compostezza una delle saghe televisive e cinematografiche più amate degli ultimi anni. Scritto da Julian Fellowes, creatore dell’universo di Downton Abbey, quest’ultimo capitolo non cerca stravolgimenti narrativi, ma preferisce abbracciare il pubblico con la familiarità, l’eleganza della messa in scena, la cura dei costumi d’epoca, le interpretazioni – come sempre solide del cast storico e, soprattutto, un sincero affetto per i personaggi e la loro storia.
A oltre un decennio dal primo episodio, andato in onda nel 2010, e del primo film del 2019, Downton Abbey – Il Gran Finale è un congedo sincero, affettuoso e malinconico, degno di un racconto corale che ha saputo attraversare gli anni mantenendo un delicato equilibrio tra tradizione e cambiamento, dipingendo con sensibilità un vivido ritratto dell’aristocrazia inglese attraverso le storie dei Crawley e della loro servitù, intrecciando drammi personali a eventi storici. Legami duraturi che, in questo epilogo, si chiudono e si ricompongono con discrezione, regalando ai fan un senso di completezza e segnando il passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova generazione.
La regia di Curtis, essenziale e misurata, valorizza gli ambienti e i personaggi, la fotografia, calda e piacevole, restituisce con delicatezza le atmosfere degli anni ’30, valorizzando scenografie e costumi, e il ritmo, lento, a volte troppo ma adatto alla storia, chiude e ricompone con riservatezza e il tempo giusto i vari percorsi, sottolineati dalla musica firmata ancora una volta da John Lunn, che richiama i temi ormai familiari.
I protagonisti si confrontano con il timore di lasciarsi alle spalle un passato rassicurante, i cui ricordi resteranno indelebili; un presente pronto ad accogliere l’evoluzione imposta dal tempo; e un futuro tutto da scrivere ricco di prospettive e possibilità.
Lady Mary (Michelle Dockery), saldamente alla guida della tenuta, incarna il compromesso tra modernità e tradizione: è cresciuta, ha assunto responsabilità, ma senza mai rinnegare la raffinatezza e il senso del dovere che l’hanno definita. Lady Edith (Laura Carmichael), un tempo in ombra, ha finalmente conquistato uno spazio tutto suo, trovando un equilibrio tra ambizione e vita familiare. Tom Branson (Allen Leech), ex autista divenuto membro della famiglia Crawley, rappresenta il cambiamento sociale dell’Inghilterra del primo Novecento.
Nel piano inferiore, si assiste alla chiusura di molti cerchi narrativi: Carson (Jim Carter) e Mrs. Hughes (Phyllis Logan) restano i custodi dei valori più solidi della casa; Daisy, ormai adulta e consapevole, completa uno dei percorsi di crescita più riusciti dell’intera saga; mentre Thomas Barrow (Rob James-Collier), figura tormentata e contraddittoria, ottiene finalmente uno spazio di comprensione e speranza.
L’addio elegante a un’epoca indimenticabile
Downton Abbey – Il Gran Finale è un addio elegante, coerente ed emozionante, come una tazza di tè servita al momento giusto. Un inchino gentile, che scalda il cuore con il sapore rassicurante delle cose ben fatte, che parla con grazia della fine un’epoca nell’Inghilterra divisa tra le due guerre.
Un saluto che, nonostante la prevedibilità di alcune conclusioni potrebbe lasciare chi si aspettava una maggiore audacia un po’ insoddisfatto, non cerca lo spettacolo ma la tenerezza del tempo che passa, lasciando il pubblico un senso di nostalgia e gratitudine, con la tenuta di Downton emblema di un’aristocrazia che cede il passo alla classe media che avanza, e del crescente ruolo delle donne in una società sempre più consapevole.
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Emanuela Giuliani
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