Dragon Trainer, la recensione del live-action che torna a farci sognare con la magia che ci ha fatto innamorare.
Riportare sul grande schermo un classico dell’animazione in versione live-action rappresenta, sotto molti aspetti, una sfida simile a quella della trasposizione di un romanzo, soprattutto se si pensa alle delusioni di numerosi recenti rifacimenti, fatta eccezione per titoli come Lilo & Stitch, ancora in sala. Tornare a raccontare, seppur in una forma nuova, una storia tanto amata, che ha lasciato un segno profondo nell’animo di una generazione fortunata ad averla conosciuta, è di fatto un salto nel vuoto, un atto di fiducia nel potere incantato del cinema.
Tra queste storie, senza dubbio c’è Dragon Trainer, il racconto poetico di un’amicizia nata tra cielo e terra, di una crescita segnata dal coraggio di essere diversi e di una libertà conquistata col cuore, dove ogni immagine, ogni sguardo e ogni battito d’ali dei protagonisti si sono fatti parte integrante di un ricordo affettivo che il tempo non ha mai cancellato, ma anzi ha reso più forte.
Una magica avventura che ora è pronta a spiccare un nuovo volo con la trasposizione live-action del primo capitolo della trilogia DreamWorks, che, abbracciando tecnologia e sentimento, fedeltà e rinnovamento, promette di dare nuova vita a emozioni, volti, atmosfere e cieli, sotto la regia e la visione del tre volte candidato all’Oscar e vincitore del Golden Globe, Dean DeBlois, regista e sceneggiatore della trilogia animata.
Oltre i cieli di Berk, la leggenda del ragazzo e del drago
La storia, naturalmente, è quella che tutti conosciamo e che continuiamo a desiderare di rivedere, come se ogni volta fosse la prima. Sull’isola selvaggia di Berk, dove vichinghi e draghi si sono scontrati per generazioni in una guerra senza fine, il giovane Hiccup, figlio del possente Stoick l’Immenso, è considerato un outsider: brillante ma incompreso, troppo fragile per il mondo dei guerrieri e troppo originale per essere preso sul serio.
Tutto, però, cambia quando, sfidando le regole del suo mondo, stringe un legame profondo e inaspettato con Sdentato, il temibile drago Furia Buia. Un legame che segnerà l’inizio di una rivoluzione gentile, capace di scardinare convinzioni secolari, e che farà scoprire a Hiccup che i draghi non sono mostri da temere, ma creature dotate di intelligenza, emozioni e di un profondo desiderio di pace.
Guidato solo dal suo ingegno e da un coraggio che non ha bisogno di spade, Hiccup decide così di opporsi a un sistema fondato sulla paura, per costruire un futuro diverso in cui uomini e draghi possano coesistere. E quando un’antica e oscura minaccia tornerà a incombere sull’equilibrio, già fragile, tra le due specie, sarà proprio l’amicizia tra Hiccup e Sdentato a rivelarsi l’unica speranza. Un legame che non solo cambierà il destino del loro mondo, ma ridefinirà per entrambi il significato più profondo di eroe, di leader, e soprattutto, di famiglia.
Tra poesia e fedeltà il magico viaggio di Dragon Trainer rinasce sul grande schermo
Nei cinema italiani, in anteprima l’8 giugno e ufficialmente dal 13 giugno, Dragon Trainer, tra i live-action più attesi degli ultimi anni, non delude le aspettative e supera un’imponente sfida restituendo con rinnovata forza l’incanto di una storia profondamente amata. Grazie a uno spettacolo visivo intenso, che già dal trailer non tradiva l’universo originale, il film non solo conserva lo spirito dell’animazione, ma la ravviva con nuova linfa senza mai tradirne l’essenza.
La nuova versione, infatti, non si limita a ripercorrere sentieri già delineati, ma intreccia con passo sicuro la meraviglia a una maturità nuova. Merito, questo, di Dean DeBlois che, con uno sguardo colmo di rispetto e poesia, torna a raccontare la storia che lui stesso aveva contribuito a rendere iconica, non cancellando il passato, ma arricchendolo con la delicatezza di chi conosce intimamente ciò che narra e lo custodisce con rara sensibilità.
Unendo l’epica del fantasy all’intimità del racconto di formazione, DeBlois bilancia azione e silenzi carichi di significato, rendendo il film messaggero di riflessioni universali. Dal legame tra padri e figli al valore dell’amicizia sincera, dalla rottura dei pregiudizi all’accettazione dell’altro come specchio della nostra stessa umanità, ogni tema lascia un segno indelebile nell’animo.
I draghi, inizialmente temuti perché sconosciuti, diventano il simbolo di tutto ciò che è diverso e viene rifiutato per paura, mentre il legame tra Hiccup e Sdentato è l’emblema più puro della fiducia che nasce dalla vulnerabilità condivisa. Allo stesso modo, il rapporto tra Hiccup e suo padre, Stoick l’Immenso, acquista nuove sfumature: in quel semplice “Sono orgoglioso di avere un figlio come te” risuonano insieme il rimpianto, la fierezza e la resa amorevole di un genitore che, solo alla fine, riesce a vedere la forza autentica nel cuore gentile del proprio figlio. Una forza diversa, ma non per questo minore.
Mason Thames, nei panni di Hiccup, offre una prova sorprendente: la sua interpretazione cattura la fragilità del dubbio e il coraggio della scoperta con naturalezza disarmante. Affianco a lui, Nico Parker dà vita a un’Astrid fiera e luminosa, mentre Gerard Butler, nei panni di Stoick, restituisce con profondità il tormento e la tenerezza di un padre diviso tra dovere e sentimento.
Gli effetti visivi non dominano la scena, ma la valorizzano ulteriormente, fondendo realismo e suggestione in un’estetica fedele alla poetica dell’animazione originale. Sdentato, in particolare, è una creatura dalla dolce bellezza: i suoi occhi riflettono un’intera gamma di emozioni e, in quel gesto semplice della mano sulla testa, in quel silenzio condiviso con Hiccup, si rivela l’invisibile, il non detto che solo i veri legami riescono a comunicare.
A sottolineare e amplificare ogni sensazione è inoltre la colonna sonora firmata da John Powell, il quale torna a orchestrare il mondo di Berk con le melodie del tema musicale originale che, riproposto con nuove sfumature, accompagna l’avventura dei protagonisti evocando immediatamente l’anima della saga. Ogni nota diventa così un ponte emotivo tra passato e presente, come nel primo volo tra Hiccup e Sdentato, in cui la musica si fa racconto parlando dove le parole tacciono.
Il live-action di Dragon Trainer è ben più di un semplice remake: è un’opera emozionante, capace di parlare al presente e al cuore degli spettatori di ogni età. È un viaggio che, intrecciando sogno e realtà, nostalgia e futuro, memoria e cambiamento, ci esorta a guardare oltre i confini di ciò che conosciamo, a superare paure e pregiudizi, a cercare l’equilibrio tra mondi apparentemente opposti e a immaginare un domani in cui il dialogo prevalga sulla violenza e l’unione sulla divisione.
È un invito a volare ancora una volta accanto a Hiccup e Sdentato, lasciandosi guidare dal potere invisibile ma potente dell’amicizia, del coraggio e della libertà. Perché alcune storie non invecchiano mai, ma continuano a vivere dentro di noi, pronte a riemergere ogni volta che scegliamo di crederci ancora. E quando lo facciamo, rinascono come una fiamma accesa nel buio, come un drago che, finalmente, si lascia accarezzare.
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Emanuela Giuliani
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