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Eddington: il western pandemico di Ari Aster tra caos sociale e delirio digitale

Eddington di Ari Aster: un western dark ambientato nel caos del 2020, tra pandemia, social media e tensioni sociali.

Immaginate un western ambientato in piena pandemia: strade deserte, tensioni sociali alle stelle e cittadini intrappolati tra paura e disinformazione. Questo è Eddington, la commedia western dark di Ari Aster prodotta da A24, con Joaquin Phoenix, Emma Stone e Pedro Pascal. Ambientato nell’estate tumultuosa del maggio 2020, il film trasforma la piccola cittadina immaginaria di Eddington in un microcosmo della nazione americana, offrendo una satira tagliente della realtà filtrata dai social media.

Presentato in concorso al Festival di Cannes e uscito nelle sale americane a luglio, Eddington ha incassato 13,7 milioni di dollari a livello globale, e la sceneggiatura, che grazie a Deadline potete leggere qui: EDDINGTON, immerge immediatamente lo spettatore nel caos di quell’estate, mostrando il collasso della cultura sociale, alimentato da paura, disinformazione e teorie del complotto. La narrazione crea un vero e proprio ambiente da “polveriera ideologica”, esplorando ansie legate al distanziamento sociale, ossessione per la verità tra fake news e le tensioni generate dal movimento Black Lives Matter.

Qui la RECENSIONE: Eddington, la recensione: è un brutto passo falso per Ari Aster

sceneggiatura eddington

Fedele al suo stile, Aster struttura la sceneggiatura per immergere lo spettatore in un mondo riconoscibile prima di mostrarne il progressivo sgretolamento. Il primo atto consolida la realtà legata al Covid, mentre il terzo evolve verso un climax inquietante e quasi surreale.

Al centro della storia c’è lo sceriffo Joe Cross (Phoenix), uomo vulnerabile ma profondamente legato alla comunità e alla moglie Louise (Stone), che deve mantenere l’ordine in un mondo in rapido cambiamento. Conservatore e riluttante a indossare la mascherina per “buon senso”, Joe entra in conflitto quando decide di candidarsi a sindaco contro il progressista e tecnologicamente orientato Ted Garcia (Pascal), imprenditore benestante intenzionato a modernizzare la città con un data center basato sull’intelligenza artificiale. La rivalità tra i due scatena tensioni tra i cittadini, trasformando Eddington in un vero e proprio campo di battaglia ideologico.

Un tema centrale della sceneggiatura è il delirio dell’isolamento e l’illusione della verità: i personaggi trovano conforto nelle teorie del complotto assorbite online. Louise, in particolare, scivola in uno “spazio QAnon”, ossessionandosi con Vernon Jefferson Peak (Austin Butler), leader di una setta di pifferai magici. Attraverso questo personaggio, Aster esplora come il trauma possa essere manipolato per controllare i più vulnerabili, mostrando le figure pericolose che hanno proliferato ai margini di Internet durante il lockdown.

L’apertura del film, con un personaggio senzatetto che richiama uno dei primi cortometraggi di Aster (C’est La Vie), stabilisce un tono critico e da outsider, evidenziando le ansie politiche ed economiche in gioco. Pur utilizzando il linguaggio visivo del sud-ovest americano, la sceneggiatura analizza soprattutto l’ecosistema informativo moderno: “le armi sono telefoni”, osserva Aster, e il conflitto si sviluppa tanto nelle strade quanto nei circuiti di feedback digitale che hanno radicalizzato il Paese.

La sceneggiatura esplora il concetto di “bolle” in collisione: i personaggi sono intrappolati in sistemi di feedback che, se intensificati, portano a conseguenze incontrollabili. Aster evita di demonizzare i protagonisti, presentando sceriffo conservatore e sindaco progressista con pari complessità, sottolineando la natura democratica e multilaterale del conflitto.

Eddington è una commedia nera sull’assurdità dell’esperienza americana: eventi catastrofici sono immersi in una cultura spesso ridicola, assurda e difficile da prendere sul serio. Ambientando la storia in una città immaginaria, Aster cattura una società in cui le idee di individualismo post-anni ’60 si sono deformate, generando una logica terribilmente coerente nella propria assurdità.


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