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F1 – Il film, la recensione: il rombo dell’anima della velocità

F1 – Il film, la recensione del film diretto da Joseph Kosinski e protagonista Brad Pitt tra adrenalina, riscatto e rivalità.

Lo sport della Formula 1 è un universo affascinante dove si intrecciano tecnologia estrema, talento puro, strategie complesse e sfide ai limiti della resistenza umana e meccanica. È un palcoscenico in cui si celebra la perfezione ingegneristica, la concentrazione mentale e il coraggio, dove ogni decimo di secondo può fare la differenza tra il trionfo e l’uscita di scena. Da oltre settant’anni, questa categoria regina dell’automobilismo accende i motori della passione sportiva in milioni di tifosi in tutto il mondo seguendo un rigido insieme di regole: la celebre “formula”, pensato per livellare le prestazioni, garantire la sicurezza e accrescere la competizione riducendo al minimo i margini d’errore.

Ma la Formula 1, non è solo velocità quindi, ma una narrazione continua fatta di rivalità leggendarie, drammi improvvisi, rimonte epiche e momenti che restano impressi nella memoria collettiva. Uno scenario carico di tensione e gloria da cui prende vita: F1 – Il film, diretto da Joseph Kosinski, regista dietro la macchin d pressa di Top Gun: Maverick, e in arrivo nelle sale italiane il 25 giugno distribuito da Warner Bros.

Interpretato da un carismatico Brad Pitt, F1 – Il film racconta la storia di Sonny Hayes, noto come “la più grande promessa mai mantenuta”, un talento cristallino della Formula 1 negli anni ’90, la cui carriera fu bruscamente interrotta da un grave incidente in pista.

Trent’anni dopo, Sonny si guadagna da vivere come pilota mercenario, finché non viene contattato dal suo ex compagno di squadra, Ruben Cervantes (Javier Bardem), oggi proprietario di una scuderia in crisi e sull’orlo del fallimento. Ruben riesce a convincerlo a tornare in Formula 1, ultima speranza per salvare la squadra e, forse, consacrarsi finalmente come il miglior pilota al mondo.

Sonny affronterà la pista al fianco di Joshua Pearce (Damson Idris), un giovane talento esordiente, deciso a imporsi con le sue regole all’interno del team. Ma mentre i motori ruggiscono e la competizione si accende, il passato torna a bussare: Sonny scoprirà che in Formula 1 il compagno di squadra è anche il tuo rivale più spietato, e che la strada verso la redenzione non si può percorrere da soli.

Tra adrenalina, riscatto e rivalità

Girato durante i veri weekend del Campionato Mondiale di Formula 1, con il coinvolgimento diretto delle scuderie, F1 – Il film non è una semplice opera sportiva, bensì un’immersione vertiginosa in uno degli ambienti più esclusivi e affascinanti dello sport contemporaneo. Realizzato con rigore tecnico e intensità narrativa, il film si muove con disinvoltura sul sottile confine tra verità e finzione, restituendo una realtà adrenalinica senza mai sacrificare l’emozione cinematografica.

A dare spessore umano e drammaturgico alla storia è un cast di prim’ordine, che include Brad Pitt, Kerry Condon, Tobias Menzies e Kim Bodnia, perfettamente integrati in un mondo dove le emozioni viaggiano alla stessa velocità dei motori. Pitt, in particolare, offre un’interpretazione carismatica, calandosi con naturalezza nei panni di un ex pilota che torna in pista in cerca di riscatto ponendosi però al servizio della squadra. La sua presenza scenica domina lo schermo, sia nei frenetici momenti di gara sia nelle pause più riflessive, in cui svela le cicatrici emotive di un uomo che ha visto svanire la gloria e ora combatte una battaglia interiore tanto quanto una sfida sportiva.

Il suo personaggio è la chiave d’accesso emotiva al film: un mentore riluttante ma magnetico, capace di incarnare il fascino mitico della Formula 1 e, al tempo stesso, la sua crudele solitudine. Fondendo eroismo sportivo e vulnerabilità, dà anima al rombo delle monoposto di F1 – Il film, che, tra rivalità interne, seconde possibilità e la costante adrenalina di una corsa che, in fondo, non finisce mai davvero, descrive la competizione attraverso la dimensione psicologica di chi vive quotidianamente sospeso tra rischio e disciplina, tra controllo e istinto.

Catturando la spettacolarità dell’evento e dei suoi protagonisti, il film svela la fragilità che si cela dietro l’apparente invincibilità dei piloti, e nel ricreare le dinamiche in pista e dietro le quinte del circuito – pit lane e area box – si concede, com’è comprensibile, alcune libertà: del resto, non è possibile svelare del tutto certe scelte e segreti di quel particolare microcosmo. Tuttavia, senza mai allontanarsi troppo dalla realtà, dalle strategie di gara alle tensioni tra compagni di team, in F1 – Il film ogni scelta, ogni gesto, ogni sguardo ha un peso decisivo. Nulla è lasciato al caso, e il margine d’errore si misura in millesimi di secondo.

Un contesto in cui la paura non ha diritto di parola, poiché a contare sono solo la volontà di vincere, la lucidità mentale e l’assoluto controllo di sé. Kosinski, consapevole dell’attrattiva della Formula 1, non si limita a mostrare curve, sorpassi e incidenti dall’innegabile impatto visivo, ma costruisce un percorso il cui cuore è quell’attimo sospeso: il raro momento in cui tutto tace, il mondo si ferma, e il pilota si sente completamente presente, in totale simbiosi con la macchina. Quell’attimo assoluto che tutti rincorrono, e che giustifica ogni rischio.

L’apice emotivo arriva con l’inizio della gara: lo spegnimento del semaforo, il rombo dei motori, l’eccitazione collettiva che accomuna piloti, meccanici, ingegneri e spettatori. Un momento che il film restituisce magistralmente, rendendolo viscerale e universale grazie a un montaggio serrato, una fotografia che alterna sapientemente il realismo delle riprese in pista a momenti di autoanalisi visiva, e a un suono che trasmette tanto la fisicità e il frastuono della velocità quanto il silenzio profondo della concentrazione.

F1 – Il film, in conclusione, è un racconto capace di parlare sia agli appassionati di motori sia a chi cerca nel cinema una riflessione sull’identità, la pressione, la determinazione e la dimensione umana. È un film che vibra come un motore lanciato a pieno regime, ma che sa anche fermarsi a raccontare ciò che pulsa sotto il casco, pur non essendo perfetto: i dialoghi, infatti, non offrono nulla di davvero originale, ciò nonostante sono capaci di celebrare magnificamente lo show della velocità, la continua evoluzione umana e tecnica, e la capacità di collaborare, di unirsi, diventando una famiglia. Senza mai dimenticare le fragilità di chi affronta questa sfida ogni giorno.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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