Glass Onion – A Knives Out Mystery, la recensione del nuovo mistero avvincente diretto e scritto da Ryan Johnson.
Dopo il successo mondiale di “Knives Out – Cena con Delitto”, era lecito attendersi un seguito all’altezza, e “Glass Onion – A Knives Out Mystery” risponde pienamente alle aspettative. Ryan Johnson torna alla regia con una nuova avventura del detective Benoit Blanc, ancora una volta interpretato da un Daniel Craig impeccabile, trasportando il pubblico in un’ambientazione completamente diversa, dai toni accesi e luminosi, dove ogni dettaglio visivo rispecchia la brillantezza e la vivacità del racconto.
Il film si distacca dal precedente sia per contesto che per tematiche. Mentre il primo capitolo scavava nei conflitti familiari, questa volta l’attenzione si concentra su un gruppo di amici legati da relazioni ambigue e interessi personali. Un cast corale, scelto con estrema cura, dà vita a una serie di personaggi eccentrici e pieni di contraddizioni, ognuno con le proprie ombre, segreti e fragilità, ed è proprio questo intreccio di personalità e tensioni sotterranee a creare il motore narrativo su cui si costruisce il mistero.
Johnson dimostra ancora una volta la sua abilità nel maneggiare la struttura classica del giallo, rielaborandola con intelligenza, ironia e ritmo. L’intreccio si sviluppa con precisione, offrendo allo spettatore continui colpi di scena senza mai perdere il filo della coerenza interna. Ogni rivelazione svela nuovi livelli di profondità nei protagonisti, i cui ruoli vengono cesellati con attenzione, tanto da rendere ciascuno memorabile nel proprio modo. Il titolo stesso, “Glass Onion”, non è casuale: evoca un’immagine trasparente e stratificata, proprio come la narrazione, che si svela un poco alla volta lasciando emergere sempre nuove verità.
La scelta di ambientare la storia in Grecia si rivela particolarmente azzeccata. La luminosità del paesaggio, i contrasti cromatici tra il bianco delle costruzioni e il blu del mare, contribuiscono a creare un’atmosfera quasi surreale, che ben si sposa con il tono grottesco e a tratti farsesco della vicenda. L’isola privata dove si svolgono gli eventi, apparentemente idilliaca, diventa teatro di inganni, vendette e colpi di scena, ribaltando continuamente le aspettative del pubblico.
Il cast, composto da interpreti di grande talento come Edward Norton, Kate Hudson, Janelle Monáe e Leslie Odom Jr., lavora con una coesione rara da vedere in produzioni di questo tipo, ognuno riesce a donare al proprio personaggio una tridimensionalità sorprendente, senza mai oscurare gli altri. Al centro, Benoit Blanc rimane una presenza costante e affascinante, ma mai invadente: la sua figura è il filo conduttore che tiene insieme i pezzi di un puzzle complesso, senza però rubare la scena ai comprimari.
Craig conferma il carisma che aveva già mostrato nel primo episodio, dando nuova linfa a un ruolo che avrebbe potuto rischiare di diventare una caricatura, invece, riesce a infondergli umanità e brillantezza, con un equilibrio tra tono serio e leggerezza che conquista. La sceneggiatura lo supporta offrendo battute intelligenti, dinamiche incalzanti e dialoghi curati, che mantengono alta la tensione senza scadere mai nel manierismo.
La regia di Johnson è ispirata: l’uso della macchina da presa, la gestione dei tempi narrativi, il montaggio e la colonna sonora si fondono armoniosamente, dando vita a un racconto che scorre con fluidità e ritmo serrato. L’attenzione ai particolari è evidente in ogni scena, e nulla sembra lasciato al caso, ogni inquadratura sembra studiata per suggerire qualcosa, per preparare il terreno a un nuovo sviluppo o a un’improvvisa rivelazione.
Ciò che rende “Glass Onion” davvero riuscito è la sua capacità di divertire senza rinunciare alla qualità. L’ironia, pur presente, non è mai gratuita, ma inserita in un contesto coerente, che riesce a far riflettere sulla natura umana e sulle dinamiche sociali contemporanee. Temi come l’avidità, la vanità, il culto della personalità e il narcisismo digitale vengono affrontati con intelligenza, attraverso una satira leggera ma pungente.
È evidente che il progetto sia stato portato avanti con entusiasmo e affiatamento. Le parole degli attori, durante la presentazione del film, rivelano quanto l’esperienza sul set sia stata coinvolgente e gratificante. La scelta di trattare la realizzazione come un’opera corale, dove ogni partecipante potesse esprimere la propria creatività, ha contribuito a generare un prodotto vivo, dinamico e genuino.
In conclusione, “Glass Onion – A Knives Out Mystery” non solo regge il confronto con il suo predecessore, ma riesce addirittura ad ampliare l’universo creato da Johnson, proponendo una nuova declinazione del giallo moderno. Con stile, inventiva e un pizzico di follia, il film si conferma un ottimo esempio di cinema d’intrattenimento intelligente, capace di sorprendere e appassionare. Un’esperienza che diverte e stimola, lasciando la curiosità accesa per il prossimo capitolo delle indagini di Benoit Blanc.
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Emanuela Giuliani
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