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Good Boy di Jan Komasa in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2025

In concorso alla Festa del Cinema di Roma: Good Boy, l’intenso thriller della regista candidata all’Oscar Jan Komasa.

Dopo il passaggio all’ultimo festival di Toronto, arriva presentato da Minerva Pictures e Filmclub Distribuzione, in Concorso alla Festa del Cinema di Roma 2025, nella sezione Progressive Cinema, il nuovo film del regista candidato all’Oscar® Jan Komasa, GOOD BOY

Interpretato da Stephen Graham (premio Emmy per la serie “Adolescence”), Andrea Riseborough (candidata all’Oscar® per “To Leslie”)Anson Boon, il film è un thriller intenso e inquietante, una fiaba dark che solleva domande scomode sulla libertà, i pericoli della cura e le scelte che definiscono chi siamo.

Tommy, teppista diciannovenne, vive una vita di droga, feste e violenza. Dopo una notte di baldoria sfrenata con i suoi amici, si separa dal gruppo e viene rapito da una figura misteriosa. Sebbene non sia estraneo alla violenza, resta inorridito quando si risveglia con una catena al collo nel seminterrato della casa isolata della ricca famiglia di Chris (Graham), di sua moglie Kathryn (Riseborough) e del loro giovane figlio Jonathan. Il rapimento fa parte del disegno di questa strana famiglia che vuole trasformare Tommy in un “bravo ragazzo”. Sottoposto a una riabilitazione forzata mentre è intrappolato in una famiglia disfunzionale, Tommy deve scegliere tra compiacere i suoi implacabili aguzzini o cercare di fuggire a tutti i costi.

Good Boy è nato da un’idea che non riuscivo a togliermi dalla testa: in un mondo affamato di attenzione, la libertà è ancora desiderabile se nessuno ti vede? Sceglieremmo l’autonomia in solitudine o preferiremmo rinunciare alla libertà per il conforto di cure costanti? – dice il regista Jon KomasaLavorando con Stephen Graham, Andrea Riseborough e Anson Boon, ho voluto esplorare la sottile linea di demarcazione tra amore e tirannia, silenzio e violenza, il tutto intriso di un senso dell’umorismo nero britannico e polacco senza compromessi, che aleggia provocatoriamente nella zona grigia della moralità”.


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