“Hammamet”, Gianni Amelio e Pierfrancesco Favino raccontano l’uomo Bettino Craxi – Incontro Stampa

“Hammamet”, Gianni Amelio e Pierfrancesco Favino raccontano l’uomo Bettino Craxi – Incontro Stampa

Sicuramente tra i film più attesi di questo primo mese del nuovo anno c’è “Hammamet”, ultima fatica di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino a vestire i panni di una tra le figure più importanti e controverse del panorama politico italiano, che ha segnato profondamente il nostro paese, Bettino Craxi.

Personaggio che il regista racconta in modo intimo, attraverso gli ultimi mesi della sua vita trascorsi ad Hammamet, tra rimpianti e speranze mai abbandonate.

Uno spaccato recente, amaro, nudo e crudo ancora vivo nella mente collettiva. Una riflessione non solo su un nome e un uomo, bensì su un leader, amato e odiato, ma innegabilmente un leader.

Hammamet è nato nel corso di un pranzo con i produttori della “Tenerezza”, quando Agostino Saccà proponendomi di realizzare un film incentrato sul personaggio di Cavour, ed in particolare sull’intenso rapporto che questo aveva con la propria figlia, al fine di allontanare l’idea, proposi un progetto incentrato sul legame che Craxi aveva con la figlia Stefania. Loro mi presero sul serio e così nacque tutto” – dichiara il regista Gianni Amelio presente all’incontro stampa avvenuto in occasione dell’anteprima romana – “Io non considero Craxi una star della politica degli anni ’80, per me è solo un politico sul quale è sceso un silenzio assordante e forse ingiusto. Ovviamente ognuno di noi è libero di esprimere la propria opinione anche quando è in disaccordo con la maggioranza, criticando in modo corretto e non fazioso” – prosegue – “Per quanto mi riguarda ho voluto raccontare gli ultimi 6/7 mesi di un uomo che ha perso il potere e si avvia verso la morte guardandola negli occhi. Una lunga agonia sottolineata da quel passato del presidente che ritorna in lui, mostrando l’uomo Bettino esule nel suo eremo, tormentato dalla rabbia, dai rancori, rimorsi e desideri che lo accompagneranno all’autodistruzione e alla morte avvenuta il 19 gennaio del 2000 in Tunisia, nonostante fosse stato operato.”

Nella fase di scrittura si ha sempre bisogno di un antagonista, di un personaggio in grado di dare vita ad un conflitto, ed io l’ho individuato in Fausto, figlio del fidato amico di partito Vincenzo, con il quale Craxi instaura uno strano duello basato sulla tensione. Nel film Craxi non viene mai chiamato per nome, lui non è un latitante né un esule, dal momento che tutti sapevano dove era e come rintracciarlo, e perché su di lui pesavano delle condanne passate in contumacia, se così si può dire. Era orgoglioso e convinto di essere nel giusto, così da dover essere giudicato dal Parlamento e non da un tribunale” – conclude Amelio“Con Hammamet non ho voluto fare una cronaca degli eventi, bensì ho voluto suscitare delle domande, facendo emergere anche l’importanza del rapporto tra padri e figli, un aspetto che ha influenzato molto Favino nella fase di costruzione del personaggio. Confesso che senza Favino non avrei mai fatto questo film. Ho scelto di non utilizzare i veri nomi, perché credo che non sia necessario citare i veri nomi delle persone coinvolte. Il cinema supera i confini delle polemiche dando spazio ai sentimenti.”

Come detto interprete straordinario del presidente Craxi, un assolutamente magistrale e camaleontico Pierfrancesco Favino, vero ed unico cuore pulsante del lungometraggio, il quale ha dato ancora una volta prova e conferma della sua versatilità e grande capacità di entrare non solo negli abiti, bensì nell’animo del personaggio a lui affidato.

“Abbiamo lavorato tantissimi con i truccatori, in modo che questo fosse la chiave per dimenticarsi del trucco stesso” – afferma Pierfrancesco Favino – “Ogni giorno affrontavo 5 ore e mezza di trucco ma solo quando venivano messe le sopracciglia ed indossavo gli occhiali, come accade nel teatro giapponese, varcavo la soglia verso l’ignoto, toccando quell’intimo di cui spesso si ha paura. In Hammamet ciò che è interessante è il fatto che le terminologie utilizzate assumono un diverso significato a secondo del punto di vista assunto. Io conoscevo il Craxi politico, e non uomo e privato. Per prepararmi ho visionato ogni materiale a disposizione, ed oltre alle informazioni legate all’ultimo periodo trattato ho cercato anche quello che riguardava gli anni precedenti, per capire cosa gli stava accadendo sia fisicamente che nella sua funzione e capacità di tenere la leadrship, il cui peso all’epoca era molto più imponente di adesso” – continua e conclude – “Ho sentito molto il rapporto padre – figlia, dal momento che apparteneva ad un’epoca secondo cui mostrare la propria emotività, in una generazione di uomini maschi era sintomo di debolezza. Ma la sua paternità era rivolta anche al Paese che lui amava molto, un amore però questo che ti lascia solo.”

“Hammamet” approderà nelle sale cinematografiche il 9 gennaio in oltre 400 copie, ad affiancare Favino troviamo: Livia Rossi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Luca Filippi, Omero Antonutti, Silvia Cohen, Giuseppe Coderna e Roberto De Francesco.

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