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Il Belcanto Incontra L’inconscio all’Opera di Roma con ‘La Sonnanbula’

In scena dal 9 al 17 aprile all’Opera di Roma La Sonnanbula di Vincenza Bellini con il soprano Lisette Oropesaa.

Segna il ritorno all’Opera di Roma del soprano americano Lisette Oropesa, dopo i successi del film-opera La traviata diretto da Mario Martone e della tournée in Giappone sempre con il capolavoro verdiano, la nuova produzione de La sonnambula di Vincenzo Bellini in scena dal 9 al 17 aprile. Per la prima volta, Oropesa affronta il ruolo di Amina e si confronta con la celebre scena del sonnambulismo, un’autentica sfida per la vocalità del soprano lirico leggero.

Accanto a lei altre star del belcanto come John Osborn, che interpreta Elvino, Roberto Tagliavini, nella parte del Conte Rodolfo,Monica Bacelli, in quella di Teresa. Sul podio sale invece Francesco Lanzillotta, che torna al Costanzi dopo L’elisir d’amore diretto nella scorsa stagione. La nuova produzione dello spettacolo è affidata alla coppia di registi francesi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil noti come “Le lab”, al loro debutto in Italia, che firmano regia, scene e luci.

Il collettivo artistico comprende Christophe Pitoiset (collaboratore alle scene e alle luci), Luc Bourrousse (drammaturgia), Pascal Boudet e Timothée Buisson (video), Julien Roques (graphic design). Le riprese video proiettate durante lo spettacolo sono realizzate in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica e sono state realizzate presso la sede di Palazzo Barberini.

In un dramma dove i virtuosismi del belcanto belliniano svelano i più remoti meandri dell’inconscio, il tema del sonnambulismo ispira ai due registi – che firmano anche scenografie e costumi – una messa in scena multimediale, in cui sogni e frammenti di realtà si fondono per esplorare la psiche di Amina e degli altri protagonisti del dramma.

In maniera forse paradossale, abbiamo incentrato questo allestimento non tanto sul risveglio della sonnambula – raccontano Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil – quanto sul suo addormentarsi, che viene mostrato all’inizio dello spettacolo. L’allestimento si sviluppa sotto forma di installazione performativa, nella Galleria Elvezia, una galleria d’arte pop-up collocata sul palcoscenico del Teatro Costanzi. Lo spettacolo offre un viaggio all’interno del sonno agitato della protagonista, una giovane che vive in uno stato di dormiveglia, in un regime sensoriale alterato. Attraverso l’uso di video registrati in una camera d’albergo romana, nel quartiere del Teatro dell’Opera e a Palazzo Barberini, seguiamo il viaggio interiore di Amina fino al giorno del suo matrimonio con Elvino”.

Collettivo artistico con sede a Bordeaux, Clarac-Deloeuil > le lab mette in scena lavori multidisciplinari, esplorando le possibili dimensioni performative della grande musica. Le loro creazioni – “esperienze per testare il tempo presente” – sono inscindibili dal contesto sociale e politico in cui nascono e vengono rappresentate. Oltre ai registi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil, fanno parte del collettivo “Le lab” Rick Martin e Christophe Pitoiset (luci), Benjamin Juhel, Pascal Boudet e Timothée Buisson (video), Julien Roques (graphic design), Luc Bourrousse (drammaturgia) e Lodie Kardouss (collaborazione artistica). Clarac-Deloeuil > le lab collabora regolarmente con prestigiose istituzioni europee, come La Monnaie di Bruxelles, l’Opéra Comique di Parigi, la Fundaçao Gulbenkian di Lisbona, lo Staatstheater di Norimberga e l’ABAO Bilbao Opera. Nel 2018, gli allestimenti di Peer GyntSchubert Box e Madama Butterfly hanno ricevuto il premio Meilleurs Créateurs d’Éléments Scéniques dall’Association Professionnelle de la Critique de Théâtre, Musique et Danse.

La sonnambula è senza dubbio un titolo che rappresenta uno dei più alti slanci creativi di Bellini – dice Francesco Lanzillotta – sviluppati all’interno di una trama semplice, dai toni innocenti e idilliaci. I pentagrammi di questo titolo sono ricolmi di melodie. Il genere semiserio al quale La sonnambula appartiene, depurato dall’elemento comico, così come i toni idilliaci di cui sopra, non eliminano però i conflitti che in quest’opera si dipanano fra i protagonisti. Proprio l’incomprensione, con il conseguente conflitto tra i due innamorati, ci svela inoltre una visione dell’amore come possesso da parte di Elvino. L’idillio quindi non si materializza a prescindere ma si conquista con fatica, attraverso l’acquietarsi della conflittualità”.

Direttore Principale Ospite del Teatro dell’Opera di Varna in Bulgaria dal 2010 al 2014, Direttore Principale dell’Orchestra Filarmonica Toscanini dal 2014 al 2017 e Direttore Musicale del Macerata Opera Festival dal 2017 al 2021, Lanzillotta è regolarmente ospite di importanti compagini orchestrali, come l’Orchestra della Svizzera Italiana, l’Orchestra Nazionale della RAI di Torino, la Tokyo Philharmonic Orchestra e dell’Opéra national de Montpellier. Negli ultimi anni ha inoltre debuttato alla Semperoper di Dresda, alla Staatsoper di Vienna e a La Monnaie di Bruxelles.


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