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Il Cacciatore: 10 curiosità su un capolavoro senza tempo

Dieci curiosità su Il Cacciatore: il capolavoro senza tempo diretto da Michael Cimino con Robert De Niro, Christopher Walken e Meryl Streep.

Uscito nel 1978, Il Cacciatore (The Deer Hunter), diretto da Michael Cimino, è uno di quei rari film che non si limitano a raccontare una storia, ma catturano un intero momento storico, riflettendo le ferite e le contraddizioni di un’intera generazione. Crudo, poetico e profondamente umano, il film ha saputo rappresentare il trauma della guerra del Vietnam con un’intensità rara, rinunciando agli stereotipi dell’azione bellica per concentrarsi invece sulle cicatrici invisibili, quelle che la guerra lascia nella mente e nell’anima di chi la vive.

Nonostante non sia un film di guerra nel senso classico, dal momento che non ci sono grandi battaglie, né strategie militari, Il Cacciatore è diventato un’opera fondamentale per il cinema che affronta il tema del conflitto. La sua forza sta nel raccontare un’intera parabola umana: il “prima” fatto di sogni semplici, amicizie sincere e vita di provincia nella Pennsylvania industriale; il “durante”, claustrofobico e allucinato, ambientato nel cuore oscuro della giungla vietnamita; e infine il “dopo”, forse il momento più devastante, in cui i protagonisti tentano di ricostruire una normalità che non esiste più, segnati per sempre da ciò che hanno vissuto e perso.

Ma Il Cacciatore è anche un film sull’identità americana, sul passaggio all’età adulta, sulla fedeltà e sullo smarrimento, è un racconto epico e intimo al tempo stesso, dove la violenza della guerra si riflette nei silenzi, nei gesti, negli sguardi dei protagonisti. La regia di Cimino, la fotografia mozzafiato, l’uso magistrale del tempo narrativo e le straordinarie interpretazioni – da Robert De Niro a Christopher Walken, da John Savage a una giovane Meryl Streep – rendono quest’opera un punto di riferimento assoluto della New Hollywood.

Premiato con cinque Oscar e protagonista di infiniti dibattiti, Il Cacciatore resta, ancora oggi, uno dei più potenti e controversi film americani del dopoguerra, e di seguito ecco dieci curiosità che renderanno ancora più affascinante la sua visione o riscoperta.

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1.Nove candidature agli Oscar, cinque vittorie

Oltre ai premi vinti, è significativo notare come Il Cacciatore sia stato uno dei primi film post-Vietnam a ottenere un tale riconoscimento, aprendo la strada a opere come Apocalypse Now e Platoon. Il trionfo agli Oscar sancì anche il passaggio di Michael Cimino da regista emergente a figura chiave di Hollywood (prima del flop di I cancelli del cielo che mise fine alla sua carriera mainstream). La vittoria di Walken fu particolarmente significativa, poiché premiava una performance non convenzionale, fatta di silenzi, smarrimento e rottura interiore.

2.Un film “diviso” in tre atti

Ogni atto ha un proprio tono visivo e narrativo: il primo atto è girato con colori caldi e movimenti di macchina fluidi, a sottolineare il senso di comunità; il secondo è crudo, frenetico, con inquadrature strette e claustrofobiche, per trasmettere il caos del conflitto; il terzo è lento, con scene lunghe e riflessive, per rappresentare la disgregazione emotiva. L’intero film può essere letto come un viaggio dall’innocenza alla disillusione.

3.La scena della roulette russa non è storicamente documentata

Il dibattito su questa scena continua ancora oggi, alcuni veterani la condannarono come inverosimile e offensiva, mentre altri la difesero come rappresentazione simbolica della vulnerabilità mentale in tempo di guerra. Cimino dichiarò di averla inserita ispirandosi a racconti orali ascoltati da reduci, e l’effetto sul pubblico fu devastante: molti spettatori lasciarono le sale durante quelle sequenze, incapaci di sopportarne l’intensità emotiva.

4.Robert De Niro si immerse completamente nel ruolo

De Niro contribuì anche alla sceneggiatura con idee sul suo personaggio e supervisionò parte della regia non ufficialmente accreditata, fu lui infatti a suggerire la giovane Meryl Streep per il ruolo di Linda. In alcune scene della roulette russa inoltre, Walken e De Niro accettarono di schiaffeggiarsi davvero per aumentare l’autenticità. De Niro si confrontò con veri veterani traumatizzati, cercando di assorbirne i gesti, i silenzi, lo sguardo perso.

5.Christopher Walken fu ipnotizzato prima delle riprese

Walken perse peso drasticamente per sembrare più segnato dal trauma e l’ipnosi servì a far emergere emozioni represse e creare una condizione psicologica “fragile” durante le riprese. Cimino raccontò che Walken entrava e usciva dal personaggio anche fuori dal set, mantenendo uno stato emotivo costantemente instabile, fu proprio questa vulnerabilità ad affascinare e turbare il pubblico.

6.Girato in location reali e molto diverse tra loro

La produzione affrontò difficoltà estreme, specialmente in Thailandia: il clima, le zanzare e la logistica resero alcune giornate infernali. La scena del fiume fu girata con attori veri immersi in acque pericolose, e il rischio di incidenti fu reale, alcuni membri della troupe minacciarono di lasciare il set per via della tensione e dei ritmi massacranti imposti da Cimino, noto per la sua ossessiva perfezione.

7.Accoglienza iniziale controversa

Il Vietnam Veterans Against the War accusò il film di “reinventare” la guerra con un punto di vista nazionalista. In paesi come Svezia e URSS fu vietato per via del suo presunto razzismo, e al contempo, molte critiche furono entusiaste: Pauline Kael scrisse che il film “scolpiva la guerra nella carne viva dell’America”. Il Cacciatore divenne così uno specchio delle divisioni ideologiche della fine degli anni ’70.

8.Cimino girò oltre cinque ore di film

La versione estesa è considerata “perduta”, anche se alcune scene eliminate sono sopravvissute in archivi privati o in formati deteriorati. Cimino avrebbe voluto mostrare più dettagli sulla vita quotidiana prima della partenza e sul disfacimento dei rapporti personali dopo il ritorno, pare che ci fosse una sottotrama dedicata al personaggio di Steven (John Savage) in ospedale, tagliata per motivi di ritmo narrativo.

9.La colonna sonora e la “Cavatina”

Oltre alla Cavatina, la colonna sonora include brani tradizionali russi e musiche popolari americane che creano un contrasto simbolico tra identità culturali e disgregazione emotiva. L’uso della musica è misurato ma potentissimo: il tema viene ripreso nei momenti chiave del film, quasi come una preghiera laica o un’elegia silenziosa per i caduti (fisicamente e spiritualmente).

10.Un posto nella storia del cinema

Il Cacciatore è oggi studiato nei corsi di cinema per la sua regia, il montaggio (a cura di Peter Zinner), e la costruzione narrativa non lineare, ha influenzato registi come Oliver Stone, Kathryn Bigelow e Denis Villeneuve. È considerato uno dei primi film a usare il trauma post-bellico non solo come tema, ma come vera e propria grammatica visiva e narrativa. Il finale, con i protagonisti che cantano “God Bless America”, continua a essere interpretato in modi diametralmente opposti: patriottico o disperato, ironico o tragico.

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Emanuela Giuliani


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