Il Principe di Roma, la recensione: Un viaggio tra commedia e riflessione storica

La recensione del film diretto da Edoardo Falcone e con Marco Gialli: Il Principe di Roma, in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Presentato in anteprima alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Il Principe di Roma di Edoardo Falcone si inserisce come un affascinante omaggio alla Roma del XIX secolo, con uno spunto narrativo che mescola il comico al riflessivo, ispirato a Il Canto di Natale di Charles Dickens ma trasposto in una chiave romanesca e storica. Scritto dallo stesso Falcone insieme a Paolo Costella, il film rappresenta una rivisitazione originale del classico Dickensiano, con una sapiente fusione di elementi storici, iconici della Capitale, e temi universali che scivolano nella commedia e nell’introspezione.

Il film è ambientato a Roma nel 1829, e vede protagonista Bartolomeo Pinelli (Marco Giallini), un uomo di origini umili divenuto ricco grazie alla sua astuzia, ma dalla personalità arrogante, egoista e cinica. Il suo sogno è quello di ottenere il titolo nobiliare di Principe, per farlo è disposto a tutto, anche a stringere un accordo segreto con il Principe Accoramboni, che gli offrirà la mano della sua figlia. Ma la sua sete di potere lo porterà ad un viaggio sorprendente, che lo catapulterà in un confronto con il passato, il presente e un futuro che sembra sempre più oscuro.

Come un moderno Scrooge, Bartolomeo intraprende un viaggio che lo farà incontrare le ombre di Giordano Bruno (Filippo Timi), di Papa Borgia (Giuseppe Battiston), e della giovane Beatrice Cenci (Denise Tantucci), personaggi storici e leggendari che, come i fantasmi di Dickens, gli mostreranno la realtà che ha cercato di ignorare per tutta la sua vita. Una trasformazione che lo costringerà a fare i conti con se stesso e a riflettere sul significato dell’amore, dell’empatia e della consapevolezza sociale.

Marco Giallini, nei panni di Bartolomeo, incarna alla perfezione il conflitto tra l’uomo spietato, che non esita a calpestare chiunque pur di ottenere ciò che desidera, e la vulnerabilità di un cuore ferito e solo. L’interpretazione di Giallini si fa portavoce di un’umanità complessa, capace di sfiorare sia la comicità che il dramma, in un equilibrio che rende il suo personaggio affascinante e ambiguo. Non è difficile ritrovare tracce di altri grandi personaggi cinematografici romani, come Il Marchese del Grillo o Il Conte Tacchia, ma Giallini riesce a fare suo il personaggio con uno stile personale e profondo.

Il suo Bartolomeo è il prototipo dell’uomo che non riesce a vedere oltre il proprio ego, ma che, attraverso gli incontri con le ombre del passato e le visioni del futuro, impara a confrontarsi con la propria fragilità. Il film mette in evidenza come la storia del singolo si intrecci con quella della collettività, attraverso la figura di un uomo che, pur essendo profondamente radicato nel suo contesto sociale, rappresenta le dinamiche universali della ricerca del potere e dell’amore.

Uno degli aspetti più affascinanti de Il Principe di Roma è la cura con cui Falcone ricostruisce la Roma dell’epoca, mescolando fatti storici con elementi immaginari. La città, che diventa quasi un personaggio a sé, è trattata con rispetto ma anche con una certa dose di ironia, una Roma in cui le tradizioni secolari si mescolano con la modernità dei personaggi che la abitano. Falcone, con la sua passione per la città, non si limita a una semplice ricostruzione storica, ma trasporta lo spettatore in un viaggio emotivo e visivo che esplora le contraddizioni della società romana, dal clero ai nobili, dai miseri agli intelligenti.

In questo contesto, la presenza di tre spiriti simbolici, come quelli di Giordano Bruno, Papa Borgia e Beatrice Cenci, arricchisce la trama con spunti storici e filosofici, contribuendo a rendere la storia una riflessione non solo sulla Roma del passato, ma anche sulle dinamiche che ancora oggi si ripetono.

Oltre al già citato Giallini, Il Principe di Roma si avvale di un cast corale che arricchisce ulteriormente il film. Andrea Sartoretti interpreta Eugenio, l’amico di Bartolomeo, che rappresenta la polarità morale del protagonista, costringendolo a riflettere su quanto la sua ricerca di potere abbia rovinato le sue relazioni e la sua vita. Sartoretti regala una performance intensa e densa di emozioni, contrapponendo il suo personaggio a quello di Giallini con grande efficacia.

Le interpretazioni degli altri attori, tra cui Filippo Timi, Giuseppe Battiston e Denise Tantucci, sono altrettanto degne di nota. Ognuno di loro offre una lettura personale e potente dei rispettivi personaggi storici, portando sullo schermo una visione delle figure che, pur essendo radicate nella storia, assumono un significato profondo e universale.

Nonostante qualche lieve esagerazione nei toni macchiettistici, Il Principe di Roma risulta essere un film piacevole, ironico e divertente, che non si limita a far ridere ma offre anche momenti di riflessione profonda. La commistione di storia, risate e dramma rende il film interessante sotto diversi punti di vista. Le musiche, curate da Michele Braga, sono ben integrate nell’atmosfera, con particolare attenzione ai dettagli dell’epoca, anche se qualche scelta musicale più originale si distacca dal contesto.

Con una sceneggiatura curata e un’atmosfera che rimanda alla grande tradizione della commedia italiana, Il Principe di Roma arriva nelle sale il 17 novembre distribuito da Lucky Red. Il film è una prova interessante del lavoro di Edoardo Falcone, capace di coniugare il suo amore per la città di Roma con un racconto universale che parla di cambiamento, riflessione e redenzione.

In conclusione, Il Principe di Roma è un film che offre più di una semplice risata. È una riflessione sulla crescita personale, sull’importanza delle relazioni umane e sulla capacità di cambiare, anche quando sembra che sia troppo tardi. Un’opera che mescola commedia, storia e filosofia, con una Roma che diventa il cuore pulsante della trasformazione di un uomo. Un viaggio che vale la pena intraprendere.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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