La recensione di: Il Ritorno di Mary Poppins, l’atteso sequel con un impeccabile Emily Blunt nei panni della protagonista.
Chiunque, almeno una volta, per ironia o puro caso, si è ritrovato a canticchiare e fischiettare il ritornello: “Con un poco di zucchero la pillola va giù, la pillola va giù…”, a testimonianza che la magica tata di viale dei Ciliegi n. 17, a Londra, è riuscita a ritagliarsi un posto speciale nei cuori di grandi e piccini, catapultandoli in un mondo dove persino l’impossibile sembra diventare possibile.
Ed è proprio in quel luogo che, a distanza di vent’anni, Mary Poppins fa ritorno, trasportata dal vento con il suo immancabile bagaglio di stramberie. Interpretata da una straordinaria e impeccabile Emily Blunt, la celebre tata torna con l’intento di riportare ordine nella vecchia e amata abitazione, che, nonostante il passare del tempo, è ormai afflitta dalle difficoltà. Grazie alla sua magia, Mary riuscirà a risollevare le sorti di Jane e Michael Banks, interpretati rispettivamente da Emily Mortimer e Ben Whishaw. In particolare, Michael, ancora residente nella casa d’infanzia insieme alla governante Ellen (Julie Walters) e ai suoi tre figli, Annabel (Pixie Davies), John (Joel Dawson) e George (Nathanael Saleh), è profondamente segnato dalla recente e dolorosa scomparsa della moglie.
Molti personaggi iconici tornano ne “Il Ritorno di Mary Poppins”, film diretto da Rob Marshall, in uscita nelle sale cinematografiche il 20 dicembre. Consapevole dell’eredità pesante e dell’inevitabile confronto con il primo film, il regista offre una nuova veste alla storia senza alterarne il cuore pulsante: amore, fiducia e unione.
Tra i personaggi di spicco troviamo Jack, il lampionaio pieno di speranza interpretato da Lin-Manuel Miranda, e la variopinta cugina Topsy, una straordinaria e carismatica Meryl Streep, alle prese con il suo consueto “sotto sopra” del secondo mercoledì del mese, un ruolo che avrebbe meritato maggiore sviluppo. Non mancano l’anziano Ammiraglio Boom (David Warner), con il suo cannone sempre fuori tempo rispetto al rintocco del Big Ben, e la perfida figura del direttore della banca, Wilkins (Colin Firth), responsabile del pignoramento della casa dei Banks. Inoltre, appare il suo zio, il signor Dawes, interpretato da un vitale e straordinario Dick Van Dyke, che nel film originale del 1964 aveva vestito i panni dello spazzacamino accanto alla Mary Poppins di Julie Andrews.
Il film suscita grande attesa e, sebbene rischi di deludere i fan più affezionati a causa delle molteplici similitudini narrative con l’originale, che ne limitano l’originalità, riesce comunque a soddisfare le aspettative. “Il Ritorno di Mary Poppins” riesce infatti a ricreare quell’atmosfera intrisa di emozioni e buoni sentimenti che caratterizzava il primo capitolo, regalando agli spettatori un’esperienza capace di divertire con sorrisi teneri e commuovere con nostalgici e indelebili ricordi. Il tutto è incorniciato da una splendida scenografia che avvolge il pubblico in un caldo e necessario spirito natalizio.
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Emanuela Giuliani
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