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Incastrati 2: i protagonisti raccontano l’ironia della seconda e ultima stagione

Ficarra & Picone tornano su Netflix il 2 marzo con la seconda e ultima stagione di Incastrati, la serie che ha segnato con successo il loro esordio nel mondo della serialità.

I nuovi episodi, riprenderanno laddove erano terminati i precedenti, con Salvatore Ficarra e Valentino Picone, sia dietro che davanti la macchina da presa, in qualità di registi, sceneggiatori e attori.

I nostri due “eroi” si ritroveranno ancora in pericolo vita, intrappolati in una serie di vicende all’interno delle quali sarà arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone che amano. A complicare le cose, una sequenza infinita di colpi di scena e novità tra cui: un duplice omicidio dietro il quale si nasconde un uomo misterioso, l’ingresso in scena di malavitosi stranieri, le complesse indagini sul “caso dell’omicidio Gambino” che non troverà soluzioni, nonché i rapporti di coppia sempre più burrascosi fra Salvo, Valentino e le rispettive compagne.

Una nuova stagione quindi come la prima sempre in bilico fra la comicità tipica di Ficarra e Picone e i codici canonici del genere thriller su cui è basata tutta la serie. 

“Incastrati è nato come un progetto composto da sole due stagioni, con la seconda quindi che avrebbe quindi concluso la storia” – spiega Salvo Ficarra dando il via all’incontro stampa avvenuto in occasione della presentazione in anteprima della serie.

“La serialità ci ha permesso di affrontare diversamente il modo di stare in scena, giocando con un tempo più lungo e portando avanti i personaggi in una nuova forma. Era qualcosa che volevamo sperimentare e Netflix ci ha dato questa possibilità, che ovviamente abbiamo colto. Si è sempre detto che il cinema sta morendo a causa dell’arrivo dello streaming, ma la realtà è che tutto si evolve e ciò non impedirà di certo alla gente di andare al cinema, dal momento che lui cose possono tranquillamente coesistere” – prosegue Ficarra. “Dobbiamo riconoscere che grazie alle serie tanti attori, fino a quel momento nell’ombra, sono stati scoperti offrendoci l’opportunità di un mercato internazionale. Ci permettono di vedere progetti di altre nazioni e di conoscere interpreti e realtà che altrimenti non avremmo conosciuto, misurandoci così con un mercato per l’appunto internazionale.”

“Nel momento in cui sentiamo che Incastrati deve uscire in 190 paesi c’è un piccolo brivido. Ricordo che durante la prima stagione era molto bello vedere che c’erano dei ragazzi in tutto il mondo, si divertivano a riprendere le proprie reazioni mentre vedevano la serie dal cellulare” – spiega Ficarra. “E’ stato come accorciare le distanze, e questo cambia il nostro modo di pensare e di mettere in scena la storia, dal momento che lo vedranno solo in Italia. E’ una cosa positiva, tuttavia il cinema è un’emozione enorme e ci sono dei film che visti in sala ti regalano un emozione grande. Credo che sarà il pubblico, avendo tante possibilità a scegliere, ciò nonostante non credo assolutamente nella morte della sala, anzi credo che la sala continuerà a vivere e in un brevissimo futuro riprenderà la centralità.”

Ficarra parla poi della realizzazione di alcune scene e dei riferimenti alle stragi presenti. “Voglio ringraziare la polizia di stato per l’aiuto che ci ha dato nella realizzazione concedendoci l’accesso ai luoghi, e fornendoci i mezzi e gli uomini per le riprese. In una puntata abbiamo avuto anche il piacere di ospitare la teca della macchina della scorta di Falcone, per non dimenticare ed omaggiare così tutte le vittime cadute in quegli agguati. Abbiamo citato anche una parte del discorso di Borsellino e in una scena di una puntata, girata all’interno di un palazzo di Palermo abbiamo ricostruito la questura e costruito una lastra di marmo con tutti i nomi dei caduti per mano della mafia. L’omertà in realtà è paura ed è una conseguenza di come si manifesta la mafia. Non si può chiedere a tutti i cittadini di essere degli eroi come lo sono stati i poliziotti e coloro che sono stati uccisi e saltati in aria.”

“La serie è stata qualcosa di diverso, e a noi piace affrontare cose nuove. E’ stato molto divertente” – afferma Valentino Picone. “Nella fase creativa c’è stato un confronto aperto e trattandosi di una serie e non di un film è stato importantissimo.”

In merito all’ironia presente svela. “Quando noi costruiamo le storie tendiamo a sempre a prendere in giro tutto non facendo sconti a nessuno inclusa la morbosità del giornalismo. A tal proposito, non so se la realtà stia superando la fantasia, e sinceramente non c’è bisogno del selfie chiesto alla De Filippi all’interno della camera ardente di Maurizio Costanzo, non c’è dubbio però che la morbosità della gente viene inseguita da alcuni giornalisti. Ad esempio io non mi capacito del fatto che non si siano interrotti gli show durante la pandemia. Noi abbiamo come detto abbiamo ironizzato su tutto questo, su noi stessi, sul giornalismo e sulla mafia.”

Parlando della cattura di Matteo Messina Denaro dice. “Era una speranza di tutti che prima o poi finisse questa latitanza, e noi ci abbiamo giocato e la cosa che ci è piaciuto raccontare della mafia, è che non dobbiamo dimenticare ciò che è successo. Lo dicevano nella prima stagione, in cui padre – santissimo diceva che i mafiosi in questo momento sono costretti a tenere la testa bassa in attesa che la gente dimentichi, perchè se c’è una cosa che la storia dimostra è che la gente prima o poi dimentica. Noi invece cerchiamo di non far dimenticare, sembrerà strano ma i ragazzi che sono nati dopo le stragi non sanno cosa è successo quindi anche una serie tv può essere l’occasione per parlare del non dimenticare. Il fatto di prendere in giro la mafia è un po’ un dovere, ed è l’unico modo che conosciamo ma ogni tanto mettiamo da parte l’ironia e la affrontiamo un po’ più seriamente. Noi siamo tutti figli di quelle stragi e la nostra vita, il nostro modo di pensare è stato cambiato da quelle stragi.”

Ad affiancare i due protagonisti, ancora una volta Marianna di Martino e Anna Favella, nei panni di Agata ed Ester, la prima fidanzata di Picone, l’altra oramai ex moglie di Ficarra.

“Nella prima stagione Agata era solo la dottoressa, in questa seconda stagione invece è anche ‘quella là’ e tanto amore…Senza svelare troppo, posso dire che Agata, rispetto alla prima stagione, è sempre più incastrata perché ora al suo rapporto familiare, che prima era solo di coppia, si è aggiunto il fattore figlio. Quindi è sicuramente più incastrata perché le cose si complicano su tutti i piani della sua vita.” – ha affermato Marianna di Martino.

“Ester in questa seconda stagione avrà un’evoluzione divertente e buffa rispetto alla prima, dove il rapporto con Salvo era su due mondi un po’ diversi. Quello che posso dire sul personaggio è che sicuramente mi ha insegnato tantissimo anche dal punto di vista personale perché mi ha dato uno sguardo più ironico sulla realtà, sulle relazioni e sull’amore. Mi ha insegnato ad apprezzare le imperfezioni delle relazioni che poi sono quelle che fondamentalmente caratterizzano gli esseri umani e quindi in questo senso è stato veramente catartico interpretarlo.” – rivela infine Anna Favella.

Prodotta da Attilio De Razzaper Tramp Limited, la seconda stagione mantiene la stessa squadra di scrittura della prima, oltre a Salvo Ficarra e Valentino Picone, Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli.

Il cast principale vede anche il ritorno di: Tony Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”), Sergio Friscia (Sergione), Mary Cipolla (Signora Antonietta),e con la partecipazione di Leo Gullotta (Procuratore Nicolosi).

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Emanuela Giuliani


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