Andy Muschietti svela la sequenza più terrificante di It: Welcome to Derry, tra caos, fuoco e l’orrore umano e soprannaturale.
Se qualcuno dubitasse che gli orrori di It: Welcome to Derry fossero solo soprannaturali, l’episodio 7 li mette a tacere. Dopo un flashback sulle origini di Pennywise, la storia riprende con una folla di cittadini bianchi armati che irrompe nel Black Spot, rifugio di Hank Grogan e dei soldati neri della base. La tensione esplode quando i clienti estraggono le pistole, ma il sollievo dura poco: le porte vengono chiuse dall’esterno e l’edificio viene devastato da molotov e proiettili, mentre molti protagonisti cercano disperatamente di sopravvivere.
Questa sequenza, tratta da un breve capitolo del romanzo originale di Stephen King, combina l’orrore reale con quello metaforico, reso ancora più inquietante dalle apparizioni spettrali che popolano il massacro. Pennywise appare nel mezzo della tragedia, nutrendosi della paura della città, mentre il telecinetico Dick Hallorann assiste alle anime perdute che si dirigono verso l’aldilà. Il risultato è una scena intensa e straziante, che eleva Welcome to Derry a un livello superiore di suspense e drammaticità.
A tal proposito Variety ha intervistato il produttore esecutivo e regista dell’episodio 7, Andy Muschietti, sul suo approccio artistico e tematico a questa sequenza devastante. Muschietti ha spiegato che, sebbene la Macchia Nera nel libro possa sembrare un episodio secondario, nella serie diventa un momento fondamentale che guida i personaggi verso una svolta cruciale. La scelta di mantenere alta la tensione e alternare momenti di panico a brevi istanti di sollievo nasce dalla volontà di restituire fedelmente l’orrore e l’intensità della vicenda originale.
Per la scena, Muschietti ha unito set reali e digitali. L’incendio è stato girato su due set — uno chiuso e uno aperto — con fuoco reale in alcune riprese e fiamme simulate in post-produzione per la sicurezza degli attori. Comparse e protagonisti hanno recitato come se fossero intrappolati, creando un’immersione totale nel caos. La sequenza, coreografata nei minimi dettagli, ha richiesto giorni di preparazione per coordinare camera, effetti e stunt, lasciando però spazio a improvvisazioni che ne hanno aumentato il realismo.
Il regista ha sottolineato come l’obiettivo principale fosse far vivere al pubblico l’esperienza di essere intrappolati nella catastrofe, mettendo in luce la capacità degli esseri umani di infliggere dolore, odio e orrore, talvolta più dei mostri stessi. La Macchia Nera diventa così non solo un momento di puro terrore, ma anche una riflessione sulla violenza e sulle paure radicate nella comunità di Derry, offrendo agli spettatori un’esperienza intensa e indimenticabile.






