IT: Welcome to Derry si chiude con un finale brutale tra Pennywise, sacrifici, razzismo e viaggi nel tempo che aprono scenari inquietanti.
A Derry, nel Maine, la calma torna solo per un momento. Il finale di IT: Welcome to Derry, serie prequel HBO ambientata nell’universo di Stephen King, si chiude con un nuovo e devastante scontro con Pennywise, lasciando dietro di sé morte e presagi inquietanti.
L’ottavo episodio, Winter Fire, come riportato da Deadline, si apre con una fitta nebbia che avvolge la città dopo la distruzione di uno dei pilastri che imprigionavano la creatura. IT reagisce subito, prendendo di mira i bambini e trascinandoli oltre i confini di Derry durante una violenta tempesta di ghiaccio. Lily, Marge e Ronnie seguono la scia di sangue lasciata dal mostro nel disperato tentativo di fermare Pennywise (Bill Skarsgård), mentre gli adulti cercano una strategia per affrontarlo.
Lo scontro finale è di proporzioni imponenti e di una brutalità estrema, tanto che il produttore esecutivo e regista Andy Muschietti lo ha definito “inquietante, magico e spettacolare”. L’idea della nebbia, spiega Muschietti, nasce dal desiderio di rappresentare l’espansione fisica e simbolica di IT, un concetto nuovo per la serie e assente nel romanzo originale.
“Quando vedi la stella schiantarsi, gli artigli sono circondati dal fumo. Cos’è quel fumo? Fa parte del corpo di questa cosa”, racconta il regista. “Per mostrare come IT si espande, abbiamo creato la nebbia e richiamato il mito del Pifferaio Magico, con i bambini trascinati via come in una macabra processione”.
La spettacolare sequenza è stata girata su un enorme set ricostruito in studio, con più telecamere che riprendevano contemporaneamente l’azione sul ghiaccio. “Credo siamo rimasti lì per quasi un mese”, scherza Stephen Rider, interprete di Hank Grogan.
Hank è al centro degli eventi finali: in fuga dopo essere stato ingiustamente accusato delle mutilazioni compiute da IT, diventa il capro espiatorio di una comunità dominata dalla paura. Ronnie accusa Lily per il suo arresto, mentre, come sottolinea Stephen Rider, Hank viene condannato perché “nessuno lo ha mai visto davvero come un essere umano”.
Se il finale è tra i più sanguinosi della stagione, il momento più sconvolgente arriva nel penultimo episodio con l’incendio del Black Spot, rifugio per aviatori neri, dato alle fiamme da un gruppo di uomini bianchi. La strage provoca numerose vittime: Richie muore salvando Marge, mentre sopravvivono Hank, Ronnie, Charlotte e Will.
Il Black Spot, spiega Muschietti, è direttamente ispirato al romanzo di King e rappresenta uno dei temi centrali della serie: “Stephen King ci ricorda che siamo capaci di fare cose altrettanto terribili, se non peggiori, del mostro che ha creato. Il vero orrore è il modo in cui la paura viene sfruttata, trasformata in un’arma”.
Per Taylour Paige, l’episodio 7 è il più spaventoso dell’intera stagione. “È devastante vedere persone bruciate vive, persone di colore, ed è qualcosa che purtroppo è fin troppo reale”, afferma l’attrice. “Cosa c’è di più oscuro del razzismo, dell’odio e della banalità del male? È straziante, è disgustoso”.
Nel finale, Charlotte aiuta Hank a raggiungere il Black Spot con l’intenzione di nasconderlo fino a quando lui e Ronnie potranno lasciare Derry. Quando Will viene rapito da Pennywise durante l’ultimo assalto, Hank è pronto a sacrificare la propria vita per salvarlo. “È la prima volta che può difendere qualcuno che lo ha difeso”, spiega Rider. “Se significa morire per farlo, è disposto a farlo”.
I ragazzi riescono a piantare l’ultimo pilastro, mettendo a tacere IT per altri 27 anni. Il finale, però, apre scenari inquietanti: Marge avrà un figlio destinato a diventare Richie Tozier, e Pennywise è consapevole del ruolo chiave del ragazzo nella sua futura sconfitta. Da qui l’ipotesi di un viaggio nel tempo, con la creatura pronta a intervenire nel 1935 per colpire gli antenati dei Perdenti.
Muschietti conferma di aver tratto spunto direttamente da Stephen King, secondo cui IT non percepisce il tempo in modo lineare. “La sua esperienza del tempo è diversa dalla nostra. È un concetto che esploreremo più a fondo nelle prossime stagioni”, dice il regista, anticipando che la serie cercherà di rispondere a una domanda chiave: IT si muove nel tempo in modo lineare o è onnipresente?
Welcome to Derry ha già iniziato a intrecciare i destini dei nuovi personaggi con quelli dei Perdenti. Will dovrebbe essere il nonno di Mike Hanlon, mentre nel finale emerge un legame inquietante tra Ingrid (Madeleine Stowe), figlia di Bob Gray, e Beverly Marsh (Sophia Lillis). In una scena finale aggiunta all’ultimo minuto, Ingrid appare nella stanza di Beverly subito dopo il suicidio della madre, ricordandole che a Derry “nessuno muore mai davvero”.
Muschietti ammette che avrebbe voluto un epilogo ancora più ampio, capace di collegare ulteriormente la serie ai film, e anticipa che c’è ancora molto da esplorare sul passato di Bob Gray e sulla figura tragica di Ingrid. “È una vittima e allo stesso tempo una carnefice”, conclude. “Crede che suo padre sia ancora lì, nell’ombra del mostro, e che l’unico modo per liberarlo sia alimentare il dolore e l’orrore. Ed è proprio questo a renderla così pericolosa”.






