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James Cameron contro l’intelligenza artificiale: “È l’opposto di ciò che facciamo”

James Cameron critica l’ascesa dell’IA generativa nel cinema, definendo “orribile” la possibilità di creare attori digitali da zero.

James Cameron non sembra destinato a scritturare l’attrice AI Tilly Norwood. In una recente intervista rilasciata a CBS Sunday Morning, il regista di Terminator e Avatar, come riportato da Variety, ha spiegato che, molto prima dell’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa, nell’industria cinematografica c’era già chi sospettava che avrebbe usato la computer grafica per rimpiazzare gli attori reali, quando stava sviluppando il primo Avatar nel 2005.

“Per anni c’è stata questa idea che ‘stanno facendo qualcosa di strano coi computer e vogliono sostituire gli attori’”, ha ricordato Cameron. “Ma, una volta che si va in profondità in ciò che facciamo, si capisce che è una celebrazione del rapporto attore–regista”.

Oggi però, con l’avanzata dell’IA generativa, Cameron vede lo scenario in modo ben diverso. “Adesso siamo all’estremo opposto dello spettro: l’IA generativa può inventare un personaggio, può inventare un attore, può creare una performance da zero con un semplice prompt di testo”, ha dichiarato. “Per me è qualcosa di orribile. È esattamente il contrario di ciò che facciamo”.

Il tema è tornato alla ribalta dopo che, lo scorso settembre, la comica e produttrice Eline Van der Velden ha presentato al Summit di Zurigo l’artista digitale Tilly Norwood, vantandosi dell’interesse già mostrato da alcune agenzie di talenti. La presentazione ha però scatenato immediate reazioni negative da parte di molti professionisti del settore.

In un’intervista, la Van der Velden ha ammesso le dure critiche ricevute, ma resta convinta che la presenza dell’IA nel cinema sia destinata ad ampliarsi: “Penso che la progressione sarà lenta”, ha spiegato. “Nel prossimo anno ci saranno molti effetti visivi realizzati con l’IA: inquadrature d’ambientazione, riprese di seconda unità. Poi, gradualmente, arriveremo a un film interamente basato sull’intelligenza artificiale. E che il pubblico lo paghi o meno, non credo che noterà la differenza: sarà la qualità della storia a fare la differenza”.


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