L’incanto senza tempo de La Bella e la Bestia, la versione in live-action diretta da Bill Condon del classico Disney uscito nel 2017.
Tra luci scintillanti, atmosfere ovattate e profumo di dolci nell’aria, il periodo natalizio porta con sé non solo tradizioni e affetti, ma anche un rituale collettivo fatto di storie che scaldano il cuore. Tra i film che tornano puntualmente sugli schermi durante le festività, La Bella e la Bestia occupa un posto speciale nell’immaginario di grandi e piccoli. Non si tratta solo di una fiaba, ma di un viaggio emozionante nel mondo dell’incanto e della trasformazione, capace di evocare meraviglia e riflessione ogni volta che viene raccontato.
La magia della narrazione, i costumi sontuosi, le musiche iconiche e la potenza visiva contribuiscono a rendere La Bella e la Bestia un classico moderno, capace di attraversare generazioni senza perdere il suo fascino, in particolare, la versione live-action prodotta dalla Disney nel 2017 ha saputo riportare in vita l’atmosfera incantata del capolavoro animato del 1991, arricchendola di nuove sfumature emotive e visive che parlano al pubblico contemporaneo.
Questa rivisitazione cinematografica affonda le sue radici nella celebre fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, pubblicata nel XVIII secolo, reinterpretandola in chiave romantica e spettacolare. Sotto la regia di Bill Condon, la pellicola si distingue per un’estetica raffinata e una narrazione coinvolgente. Emma Watson presta il volto a Belle, trasformandola in un’eroina moderna: indipendente, colta, curiosa e profondamente umana. Non più solo una sognatrice, ma una giovane donna capace di cambiare il destino con la forza della mente e del cuore.
Il film è stato un successo travolgente: ha superato il miliardo di dollari di incasso globale, affermandosi come uno dei live-action di maggior successo nella storia del cinema. La critica ha apprezzato soprattutto la minuziosa ricostruzione scenografica e la capacità di rimanere fedele allo spirito dell’originale, arricchendolo con nuove prospettive. Meritatamente, ha ricevuto due nomination agli Oscar nel 2018 per Migliore scenografia e Migliori costumi, a testimonianza dell’eccellenza tecnica che accompagna la sua componente narrativa.
La Bella e la Bestia è molto più di una fiaba per bambini, è un racconto senza tempo che parla di trasformazione, di amore che va oltre le apparenze, di accettazione dell’altro e di desiderio di conoscenza. La versione del 2017 riesce a omaggiare l’originale animato, donandogli maggiore profondità e una rinnovata sensibilità, rendendolo perfetto per chi cerca emozioni autentiche in una storia classica.
In un mondo in rapido cambiamento, dove tutto sembra effimero, storie come questa ci ricordano che la bellezza può celarsi nei luoghi più inaspettati e che la gentilezza, spesso sottovalutata, è una delle forze più potenti che possiamo esercitare.
1. La colonna sonora: tra nostalgia e rinnovamento
Uno degli aspetti più apprezzati del film La Bella e la Bestia (2017) è senza dubbio la sua colonna sonora, che rappresenta un perfetto equilibrio tra fedeltà al passato e innovazione, a firmarla è ancora una volta Alan Menken, il compositore premio Oscar già autore delle musiche del classico d’animazione Disney del 1991. Menken ha saputo riproporre le melodie iconiche con nuovi arrangiamenti orchestrali, donando loro una veste sonora più moderna ma senza intaccarne il fascino fiabesco e l’emozione originale.
I celebri brani come Be Our Guest, Gaston e Something There sono stati re-interpretati magistralmente dagli attori del cast, che hanno affrontato le parti cantate con una sorprendente verve teatrale. Ma l’omaggio alla musica non si ferma qui: la leggendaria Beauty and the Beast è stata reinterpretata in chiave elegante e pop da Ariana Grande e John Legend, conferendole una nuova luce che parla alle generazioni attuali. A chiudere il cerchio emotivo, Céline Dion – già voce della versione originale del brano nel 1991 – ha regalato al pubblico How Does a Moment Last Forever, una struggente ballata inedita che celebra il valore della memoria, dell’amore e della resilienza nel tempo. Una colonna sonora che emoziona sia i nostalgici che i nuovi spettatori.
2. Una battuta ironica che omaggia i fan storici
Durante la movimentata battaglia finale all’interno del castello, il personaggio di Le Tont – l’eccentrico e fedele aiutante di Gaston – si lascia sfuggire una battuta rivolta a Mrs. Bric, domandandosi ironicamente se possa essere la nonna di Chicco, la tazzina parlante. Una frase apparentemente scherzosa, ma che cela un riferimento molto sottile e affettuoso verso i fan del film d’animazione del 1991.
Infatti, per anni, gli spettatori più attenti si sono chiesti come fosse possibile che una teiera dall’aspetto così maturo avesse un figlio tanto piccolo. Con questa battuta metacinematografica, la produzione ha deciso di strizzare l’occhio al pubblico più fedele, trasformando una presunta incongruenza narrativa in un simpatico momento di autoironia.
3. I ruoli mancati: Emma Watson e Ryan Gosling, un curioso intreccio
Il destino di due grandi successi cinematografici romantici si è incrociato in maniera del tutto inaspettata. Ryan Gosling era stato originariamente contattato per interpretare la Bestia, ma rifiutò la parte per dedicarsi a La La Land (2016), il musical che gli valse una candidatura all’Oscar e lo consacrò definitivamente a livello mondiale. Parallelamente, Emma Watson fu proposta per interpretare Mia, la protagonista femminile del film di Damien Chazelle, ruolo poi assegnato a Emma Stone.
Watson declinò la proposta per dedicarsi a La Bella e la Bestia, affascinata dalla figura di Belle, che considerava un modello di indipendenza, intelligenza e forza femminile. Un incrocio curioso di decisioni che ha contribuito in modo determinante al successo personale e professionale di entrambi gli attori, e che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia recente del cinema romantico-musicale.
4. Una biblioteca da sogno, tra realtà e fantasia
Tra le scenografie più iconiche del film spicca senza dubbio la magnifica biblioteca che la Bestia dona a Belle, un vero paradiso per gli amanti dei libri. Questo ambiente onirico trae ispirazione dalla Libreria Lello di Porto, in Portogallo, considerata una delle più belle al mondo grazie alla sua architettura neogotica, le scalinate sinuose e i dettagli in legno intarsiato.
Per ricreare questo spazio magico, il team scenografico ha impiegato oltre 185 metri quadrati di finto marmo e ha realizzato migliaia di volumi appositamente, per ottenere un effetto visivo autentico e coinvolgente. Il risultato è una biblioteca da sogno che non rappresenta solo il sapere, ma anche l’immaginazione, la scoperta e l’amore per la conoscenza.
5. Il villaggio di Belle: un tuffo nella Francia rurale del XVIII secolo
Il piccolo villaggio in cui Belle vive con suo padre – chiamato Villeneuve – è un omaggio diretto a Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, autrice della prima versione scritta della fiaba nel 1740. Le sue atmosfere rustiche e incantate si ispirano al borgo medievale di Conques, situato nel sud della Francia, noto per le sue stradine acciottolate, le case in pietra e la quiete senza tempo.
Gli scenografi hanno lavorato con grande attenzione ai dettagli per fondere elementi storici autentici con suggestioni fiabesche. Dalle insegne alle botteghe, dalle texture degli edifici ai costumi dei figuranti, tutto contribuisce a costruire un mondo vivido e immersivo, che trasporta lo spettatore in una Francia del XVIII secolo, romantica e idealizzata.
6. La Bestia: un prodigio tecnologico
Dietro l’aspetto affascinante e mostruoso della Bestia si cela un’avanzatissima tecnologia. Il volto del personaggio è stato realizzato con il sistema MOVA Facial Capture, una tecnica di motion capture estremamente sofisticata che permette di registrare ogni singola micro-espressione dell’attore. Dan Stevens, interprete del ruolo, ha recitato indossando decine di marcatori facciali che hanno catturato con precisione ogni emozione, poi trasposta in CGI.
Per il corpo, si è invece fatto ricorso alla tradizionale performance in motion capture, registrando i movimenti fisici dell’attore per poi arricchirli digitalmente. Inizialmente si era pensato a un make-up prostetico per creare la Bestia, ma la scelta finale è ricaduta su un modello completamente digitale, che ha permesso di ottenere un equilibrio perfetto tra realismo e incanto, fondendo la presenza fisica dell’attore con l’estetica fiabesca del personaggio.
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Emanuela Giuliani