La saga di Shrek celebra l’imperfezione, l’amicizia e l’accettazione di sé, rivoluzionando le fiabe classiche con ironia e parodia.
La saga di Shrek della DreamWorks Animation nasce come risposta consapevole e provocatoria al dominio Disney nell’animazione degli anni Novanta. In quel periodo, le fiabe Disney proponevano infatti mondi idealizzati, personaggi esteticamente perfetti e narrazioni fortemente legate al tradizionale concetto di “vissero felici e contenti”. DreamWorks scelse così una strada opposta, puntando su un’ironia più pungente e protagonisti lontani dagli standard classici, prendendo spunto dal libro illustrato Shrek! di William Steig, ma ampliandone enormemente il mondo narrativo.
Trasformando una semplice storia per bambini in un racconto complesso e stratificato, che fin dal primo capitolo, uscito nel 2001, ribalta le regole delle fiabe tradizionali prendendone apertamente in giro i cliché, con al centro figure imperfette, escluse e marginali. Un approccio innovativo che ha conquista pubblico e critica, portando il film a vincere il primo Oscar per il Miglior Film d’Animazione.
Un percorso tra crescita, responsabilità e consapevolezza
La saga di Shrek si sviluppa come un percorso di trasformazione personale che accompagna il protagonista attraverso esperienze sempre più significative. Il primo film presenta un protagonista atipico per una fiaba: un orco solitario, temuto e rifiutato dagli altri, che desidera soltanto vivere in pace nella propria palude. La storia prende forma come un viaggio fisico e simbolico, durante il quale Shrek è costretto a uscire dal proprio isolamento e a confrontarsi con il mondo esterno e con i pregiudizi che lo circondano. L’incontro con Ciuchino e Fiona segna l’inizio di un cambiamento profondo, evidenziando temi come l’apparenza, il giudizio sociale e l’accettazione di sé, utilizzando la parodia per smontare i modelli tradizionali di eroe e principessa.
Con Shrek 2 la narrazione raggiunge maggiore maturità, ampliando l’universo narrativo con il regno di Molto Molto Lontano, caricatura della società moderna e delle sue aspettative. I conflitti interiori dei personaggi diventano più complessi, soprattutto quelli legati all’identità e al desiderio di essere accettati, con la Fata Madrina a rappresentare la pressione sociale verso la perfezione e il successo.
Shrek Terzo sposta l’attenzione sul tema della responsabilità e del passaggio all’età adulta. Shrek deve affrontare l’idea di diventare re e padre, ruoli che non ha mai voluto e che lo mettono di fronte alle sue paure. Pur mantenendo il tono caratteristico della saga, il film adotta una struttura narrativa più semplice e diretta, concentrandosi sull’evoluzione interiore del protagonista.
Il quarto capitolo, Shrek e vissero felici e contenti, conclude la saga con un’impostazione più adulta e malinconica. Attraverso una realtà alternativa creata da Tremotino, Shrek sperimenta un mondo in cui non è mai esistito e si trova costretto a rivalutare le scelte compiute nella sua vita. Questo espediente narrativo consente di riflettere sul rimpianto, sul valore delle relazioni e sull’importanza di apprezzare ciò che si ha, chiudendo il percorso del protagonista in modo coerente e consapevole.
Anti-eroi, principesse non convenzionali e identità in trasformazione
La forza della saga di Shrek risiede nei suoi personaggi, costruiti per sfidare stereotipi e ruoli tradizionali. Al centro troviamo Shrek, simbolo dell’anti-eroe moderno, lontano dagli ideali classici di bellezza e coraggio. Il suo carattere burbero e l’isolamento in cui si rifugia nascondono una profonda fragilità emotiva e il bisogno di essere accettato per ciò che è realmente, rendendo il suo percorso una metafora della lotta contro il giudizio superficiale della società.
Accanto a lui, Ciuchino rappresenta il suo opposto: estroverso, chiassoso e sempre ottimista. La sua energia travolgente e la lealtà assoluta lo rendono un punto di riferimento fondamentale per Shrek, dimostrando come l’amicizia possa nascere tra personalità diverse e come il sostegno reciproco sia essenziale per superare le proprie insicurezze.
Fiona, invece, sfida il modello della principessa tradizionale, rifiutando l’idea che la felicità dipenda dalla bellezza esteriore o dal salvataggio da parte di un principe. Il suo arco narrativo ruota attorno all’accettazione della propria identità e alla libertà di scegliere chi essere, anche quando ciò significa contrastare le aspettative sociali.
Infine, il Gatto con gli Stivali aggiunge carisma e ironia alla saga, ma col tempo rivela un lato più introspettivo. Dietro la sua apparente sicurezza si nascondono paure e insicurezze, che lo rendono più umano e avvicinano il personaggio allo spettatore con empatia.
Accettazione, diversità e critica ai modelli sociali
La saga di Shrek affronta temi universali attraverso il linguaggio della fiaba parodica, trasformando un genere rassicurante in uno strumento di critica sociale e culturale, nascondendo, dietro l’apparente semplicità, una riflessione profonda sulla società contemporanea, sui suoi valori e sulle sue contraddizioni. Le fiabe classiche, che ruotano attorno a modelli rigidi di bellezza, eroismo e felicità, vengono di fatto decostruite per mostrare quanto tali schemi possano essere limitanti ed escludenti, invitando a guardare oltre le apparenze e a mettere in discussione le convenzioni che vengono accettate senza essere realmente analizzate.
Il tema dell’accettazione di sé è il cuore emotivo dell’intera saga. Shrek, Fiona e molti altri personaggi sono costantemente divisi tra la loro vera identità e il ruolo che la società cerca di imporre loro. L’orco protagonista interiorizza fin dall’inizio il giudizio negativo degli altri, arrivando a isolarsi per paura di essere rifiutato, Fiona, allo stesso modo, vive il conflitto tra la sua natura autentica e l’ideale della principessa perfetta, simbolo di un modello femminile fondato su bellezza, grazia e passività. La sua scelta finale di abbracciare la propria trasformazione non rappresenta una rinuncia, ma un atto di libertà, attraverso il quale il film critica apertamente l’idea che il valore di una persona dipenda dall’aspetto esteriore o dalla conformità a modelli prestabiliti.
Accanto all’accettazione di sé, la saga attribuisce grande importanza alle relazioni umane come mezzo di crescita e cambiamento, e a tal proposito l’amicizia tra Shrek e Ciuchino è l’emblema di come il confronto con l’altro possa rompere le barriere dell’isolamento e dell’autodifesa emotiva. Ciuchino, con la sua insistenza e il suo ottimismo, costringe Shrek ad aprirsi, dimostrando che la vulnerabilità non è una debolezza, ma una condizione necessaria per costruire legami autentici. Anche il legami familiari e sentimentali vengono rappresentate in modo realistico e non idealizzato, e nonostante siano spesso fonte di incomprensioni e tensioni, restano fondamentali per l’identità personale e per la maturazione dei personaggi.
Un altro tema centrale è quello della diversità, che attraversa l’intera saga in modo trasversale. Il mondo di Shrek è popolato da creature considerate “strane”, emarginate o rifiutate, che trovano solo nella comunità e nella solidarietà uno spazio di accettazione. La diversità non viene mai presentata come un problema da correggere, ma come una caratteristica naturale e preziosa, capace di arricchire la collettività. In questo senso, la saga propone una visione inclusiva della società, opponendosi a ogni forma di discriminazione basata sull’aspetto, sull’origine o sul carattere.
Con l’ironia e la satira, Shrek invita quindi lo spettatore a interrogarsi sul significato di “normalità” e “desiderabilità”, suggerendo che siano solo costruzioni sociali utilizzate per escludere chi non vi rientra, e sottolineando che la felicità, non deriva dall’adeguamento alle aspettative altrui, ma dalla capacità di essere autentici e di accettare se stessi e gli altri nella loro imperfezione. Un messaggio semplice e attuale che rende Shrek una saga capace di parlare a qualsiasi generazioni
La parodia come linguaggio
Uno degli elementi distintivi di Shrek è il suo umorismo, studiato per coinvolgere bambini e adulti. Per il pubblico più giovane, i film offrono gag immediate, personaggi buffi e situazioni comiche facilmente comprensibili, che rendono la visione divertente e dinamica. Per gli spettatori adulti, c’è un ricco sottotesto fatto di riferimenti alla cultura pop, al cinema, alla musica e persino alla società contemporanea, che creano una lettura più sottile e consapevole.
Ironia che si basa anche sulla parodia delle fiabe classiche, decostruite e reinterpretate in chiave moderna, rendendo la saga originale e riconoscibile dalle altre produzioni animate. Un ruolo fondamentale è svolto dalla colonna sonora, i cui brani pop e rock contemporanei, contribuiscono attivamente a delineare l’identità dei film, rafforzando il legame con il pubblico, rendendo i film coinvolgenti anche a distanza di anni dalla loro uscita.
Da film d’animazione a fenomeno della cultura pop
L’eredità di Shrek va ben oltre il successo commerciale. La saga ha contribuito a cambiare profondamente il modo di concepire il cinema d’animazione, aprendo la strada a narrazioni più ironiche, autoconsapevoli e meno idealizzate. Nel tempo, Shrek è diventato un vero e proprio simbolo della cultura pop alimentato anche dalla diffusione di meme e citazioni sui social network. La sua capacità di parlare a generazioni diverse dimostra come il messaggio di inclusione, autenticità e accettazione rimanga ancora oggi estremamente attuale.
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Emanuela Giuliani






