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La Stangata, il fascino intramontabile dell’inganno perfetto

La Stangata, il fascino intramontabile dell’inganno perfetto del

La Stangata è un film del 1973 che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema. Diretto da George Roy Hill e interpretato da Paul Newman e Robert Redford, è uno di quei film che riescono a conquistare il pubblico grazie al perfetto equilibrio tra divertimento, suspense e stile. Ambientato nell’America degli anni ’30, durante il periodo della Grande Depressione, racconta una storia di truffe, vendetta e astuzia, mantenendo sempre un tono brillante e coinvolgente.

Quando l’inganno diventa arte

La storia prende il via nella Chicago del 1936, una città dove la povertà e la criminalità organizzata convivono ogni giorno. I protagonisti sono due truffatori, Johnny Hooker e Henry Gondorff. Johnny è giovane, impulsivo, pieno di energia ma ancora inesperto; Henry, invece, è un veterano del mestiere, più riflessivo e abile nel pianificare ogni dettaglio. Quando un loro amico viene ucciso da un potente gangster, Doyle Lonnegan, i due decidono di vendicarsi — e non lo faranno con la violenza, ma con l’arma che conoscono meglio: l’inganno, pianificando una truffa elaboratissima, una vera e propria messinscena che coinvolge decine di persone.

Tutto viene costruito nei minimi particolari: un finto ufficio scommesse, falsi impiegati, telefoni truccati, orari fasulli. Lo spettatore si trova immerso in un gioco continuo di apparenze e sorprese, dove niente è mai come sembra. Ogni scena è creata per portare avanti l’inganno, sia nei confronti del personaggio truffato, sia dello spettatore stesso, che viene trascinato nella storia con crescente curiosità.

La regia di George Roy Hill gioca un ruolo fondamentale: la sua è una narrazione elegante ma vivace, capace di rendere chiara anche una trama complessa, fatta di inganni e colpi di scena. Un aspetto curioso del film è che è suddiviso in “capitoli”, ognuno introdotto da una tavola disegnata nello stile dei fumetti dell’epoca. Questo non solo aiuta a seguire meglio lo sviluppo della storia, ma crea anche un tono leggero e giocoso, in perfetta sintonia con l’atmosfera generale del film.

Ma il cuore del successo di La stangata è senza dubbio la coppia di protagonisti: Paul Newman e Robert Redford, già amati dal pubblico dopo Butch Cassidy, i quali dimostrano ancora una volta una chimica perfetta. Redford dà al suo personaggio una freschezza contagiosa, mentre Newman è carismatico e sicuro, con quella presenza scenica che lo ha reso una leggenda del cinema. I due funzionano benissimo insieme: il loro rapporto sullo schermo è divertente, dinamico, ma anche ricco di sfumature. Attorno a loro ruotano molti altri personaggi ben costruiti, interpretati da attori di talento che rendono credibile e vivace l’intero mondo in cui si muove la storia.

Un elemento che rende il film ancora più speciale è la colonna sonora. Il compositore Marvin Hamlisch ha scelto di usare musiche ragtime, rielaborando in particolare brani del musicista Scott Joplin. Il pezzo più famoso, The Entertainer, è ormai indissociabile dal film. Anche se il ragtime era un genere più diffuso all’inizio del Novecento, quindi precedente rispetto all’epoca in cui è ambientata la storia, la scelta musicale funziona perfettamente e contribuisce a dare un tono giocoso e malinconico allo stesso tempo, rafforzando il fascino vintage dell’opera.

Quando uscì, La stangata fu un enorme successo, sia di pubblico che di critica. Vinse ben sette premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film, la miglior regia e la migliore sceneggiatura originale. Ma il riconoscimento più importante è forse arrivato qualche decennio dopo: nel 2005, infatti, è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, ovvero l’archivio in cui vengono inseriti i film considerati particolarmente significativi per la storia e la cultura americana. Questo dimostra quanto l’opera abbia saputo raccontare, attraverso il linguaggio della commedia, un pezzo della storia americana, con i suoi sogni, le sue contraddizioni e la sua voglia di rivincita.

Guardando oggi La stangata, si capisce subito perché abbia avuto un impatto così forte. È un film che sa divertire senza mai essere superficiale: la trama è ingegnosa, ma non cervellotica; le interpretazioni sono cariche di energia, ma mai sopra le righe; c’è ironia, ma anche emozione. Ogni scena sembra costruita con precisione, ma non perde mai quel senso di spontaneità che rende la visione così piacevole. E soprattutto, il film riesce a parlare di truffe e malavita senza diventare cupo o violento. Anzi, trasforma tutto in un grande gioco, dove la fantasia e l’intelligenza diventano le vere armi dei protagonisti.

Uno degli aspetti più affascinanti è proprio il modo in cui La stangata riesce a farci simpatizzare con dei truffatori. Johnny e Henry non sono eroi nel senso tradizionale del termine, ma riescono comunque a farci fare il tifo per loro: hanno stile, intelligenza e, soprattutto, un profondo senso di giustizia, anche se si muovono al di fuori della legalità. Questo rende la loro vendetta ancora più soddisfacente: vedere il cattivo, il gangster arrogante e violento, cadere vittima del suo stesso orgoglio è una delle gioie più grandi che il film regala.

Un classico che non smette di incantare

La stangata è un esempio perfetto di come si possa fare cinema di qualità, capace di parlare a tutti senza mai risultare banale o artificioso. È un’opera che dimostra come l’intrattenimento possa andare di pari passo con l’eleganza stilistica, la precisione narrativa e una profonda cura nei dettagli. Ancora oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, il film conserva intatta la sua forza comunicativa e il suo charme, riuscendo a coinvolgere sia chi lo guarda per la prima volta sia chi lo conosce a memoria, non si tratta solo di una storia di truffe, ma di un racconto sul talento, sull’amicizia, sulla rivincita e sull’arte di sapersi reinventare.

La sua ambientazione storica, splendidamente ricostruita, non è mai semplice sfondo, ma parte integrante dell’atmosfera e del messaggio del film, ogni elemento, dalla fotografia alla musica, dalla scrittura dei dialoghi alla recitazione, contribuisce a creare un universo narrativo coeso e seducente. In un panorama cinematografico che spesso punta sull’eccesso o sulla spettacolarità fine a sé stessa, La stangata ricorda quanto possa essere potente un film ben scritto, ben recitato e ben diretto. Un capolavoro autentico, che non solo resiste al tempo, ma che sembra migliorare ad ogni nuova visione.

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Emanuela Giuliani


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