Le Fate Ignoranti – La Serie, la recensione: il ritorno emozionante di Ferzan Ozpetek nel cuore delle sue creature più amate.
Ferzan Ozpetek torna a raccontare quelle creature straordinarie che, oltre vent’anni fa, avevano saputo affascinare, commuovere e conquistare il pubblico fino a trasformare Le Fate Ignoranti in un vero e proprio cult del cinema italiano. Oggi, quel mondo ritorna, ma cambia forma: dal grande al piccolo schermo, attraverso una serie ambiziosa ed emozionante disponibile dal 13 aprile in esclusiva su Disney+. Un salto nel tempo che non dimentica il passato, ma lo arricchisce di nuove sfumature.
Composta da otto episodi, Le Fate Ignoranti – La Serie segna anche un primato importante: è la prima produzione originale italiana per la piattaforma streaming della Disney. A dirigere questo nuovo viaggio è ancora Ferzan Ozpetek, affiancato da Gianluca Mazzella, suo storico collaboratore, e supportato alla scrittura da Carlotta Corradi e Massimo Bacchini. Il risultato è una narrazione sincera, potente, a tratti malinconica, che riesce a conservare intatta l’anima del film e al tempo stesso a espanderla in nuove direzioni.
La trama riparte dallo stesso punto che ci aveva lasciati senza fiato anni fa: la morte improvvisa di Massimo, marito di Antonia, e la conseguente scoperta, da parte della donna, della relazione che l’uomo aveva con Michele. Sconvolta e ferita, Antonia intraprende un percorso di scoperta che la porterà a conoscere il mondo segreto del marito e a entrare in contatto con la sua “altra famiglia”: un gruppo di amici eccentrici, accoglienti e autentici, che diventeranno per lei un’inaspettata ancora di salvezza. Da quel dolore nascerà una nuova consapevolezza, forse anche la possibilità di tornare ad amare.
“La morte come ogni fine contiene un inizio” – è questa la frase chiave che accompagna l’intera serie, riassumendone perfettamente il senso profondo. Ed è proprio da questa consapevolezza che Ozpetek costruisce la sua sfida più grande: riportare alla luce una storia che sembrava chiusa, perfetta nella sua versione originale, senza tradirne l’essenza.
Raccontare oggi Le Fate Ignoranti è tutt’altra cosa rispetto al 2001. Il mondo è cambiato, la percezione della diversità – soprattutto in ambito LGBTQ+ – si è trasformata. Ciò che allora era tabù, oggi è visibilità, orgoglio, quotidianità. Eppure, nonostante questo cambiamento, il rischio era dietro l’angolo: quello di risultare anacronistici, scontati, incapaci di riproporre quella carica emotiva e quel senso di rivelazione che avevano reso il film così potente.
Ozpetek, però, non ha temuto. Con la sua inconfondibile sensibilità è riuscito a riportare in vita quell’universo variegato e umano, ampliandone lo spettro emotivo e narrativo. La serie non solo omaggia il passato, ma lo arricchisce, lo approfondisce, lo trasforma in un affresco corale in cui ogni personaggio ha un’identità propria, uno spazio da abitare, un dolore e un desiderio da condividere.
Il microcosmo di Le Fate Ignoranti si riaccende di luce propria, tra atmosfere familiari e nuove prospettive. È un mondo che pulsa, che vive, che accoglie: un rifugio dalla rigidità del perbenismo e della paura di essere se stessi. Ozpetek guarda ancora una volta con empatia e verità ai suoi personaggi, mostrando che dietro ogni maschera c’è un cuore che batte forte.
Il cast corale è uno dei punti di forza della serie. A spiccare sono i tre protagonisti principali: Luca Argentero, che veste i panni di Massimo, offre una nuova profondità al personaggio grazie a un minutaggio più ampio e dettagliato; Eduardo Scarpetta, nei panni di Michele, porta freschezza e vulnerabilità; e Cristiana Capotondi, nel ruolo di Antonia, interpreta con misura e autenticità una donna in bilico tra dolore e rinascita. Le loro interpretazioni si distaccano con rispetto da quelle iconiche di Stefano Accorsi e Margherita Buy, riuscendo a costruire qualcosa di nuovo, ma altrettanto intenso.
Ozpetek dipinge la serie come un quadro, curato nei minimi dettagli, dove ogni inquadratura è carica di significato, ogni sguardo è un’emozione. Il tutto accompagnato dalla voce struggente e potente di Mina, che con il brano Buttare l’amore sigilla questo viaggio come una carezza finale sul cuore dello spettatore.
Le Fate Ignoranti – La Serie non è solo un ritorno, è una rinascita. Un’opera che parla di perdita e riscoperta, di identità e libertà, di legami che sfidano il tempo e le convenzioni. È una lettera d’amore alla diversità, alla fragilità umana e al coraggio di vivere seguendo il proprio sentire, senza paura.
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Emanuela Giuliani
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