La recensione dell’attesissimo film diretto dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino: Loro 1, il ritratto grottesco del potere.
Il film Loro 1, diretto dal premio Oscar Paolo Sorrentino, giunge finalmente nelle sale cinematografiche, ponendo fine alla crescente curiosità suscitata dalla sua attesa. La pellicola si concentra su eventi verosimili o inventati relativi al periodo compreso tra il 2006 e il 2010, offrendo uno sguardo peculiare sul mondo del potere, dell’eccesso e della corruzione in Italia.
La figura centrale attorno alla quale ruota l’intero film è quella di Silvio Berlusconi, interpretato in tono macchiettistico da Toni Servillo. Tuttavia, la sua presenza si fa attendere e si manifesta soltanto dopo circa un’ora di visione, risollevando, seppur non in modo incisivo, una prima parte dominata da una rappresentazione monotona e prevedibile dello sfarzo e della lussuria. L’approccio visivo, tipico di Sorrentino, connotato da una dimensione onirica che sfocia nel grottesco, risulta particolarmente evidente sia nella prima parte sia nel finale, richiamando esplicitamente La Grande Bellezza.
Uno degli aspetti più problematici di Loro 1 è la sua incompletezza: essendo solo la prima parte di un progetto più ampio, risulta difficile esprimere un giudizio definitivo. Si ha la sensazione di assistere a un’opera sospesa, dalla quale si intuisce lo sviluppo ma non ancora l’intenzione definitiva del regista. L’impressione generale è quella di un film che intrattiene e diverte grazie all’estremo tratto caricaturale con cui vengono rappresentati i personaggi e le vicende, ma che al tempo stesso lascia lo spettatore perplesso e combattuto tra il divertimento e una sottile irritazione.
L’ironia sarcastica con cui Sorrentino evidenzia le scorrettezze e i compromessi di questo mondo porta a una conseguenza ambivalente: da un lato ridicolizza e mette alla berlina determinati comportamenti, dall’altro finisce per normalizzarli e persino per renderli affascinanti, come se fossero un modello di vita da seguire per raggiungere il successo e ottenere un posto nell’élite del potere. Questo aspetto può risultare problematico, poiché il confine tra satira e celebrazione si fa estremamente sottile.
A livello tecnico, la fotografia di Luca Bigazzi si distingue per il suo stile raffinato e ricercato, con una palette cromatica che enfatizza il contrasto tra l’opulenza artificiosa e la decadenza morale dei personaggi. Le scenografie e i costumi, curati nei minimi dettagli, restituiscono in modo vivido l’atmosfera di un’epoca caratterizzata dall’esibizione sfacciata del lusso e dal culto dell’apparenza.
Il cast, ricco di talenti, offre interpretazioni convincenti: oltre a Servillo, spiccano Riccardo Scamarcio nei panni di un ambizioso imprenditore pronto a tutto per avvicinarsi al potere, e Elena Sofia Ricci, che interpreta Veronica Lario con una dignità malinconica e una sottile vena di disillusione. La loro presenza aggiunge profondità alla narrazione, contribuendo a delineare con maggior precisione i rapporti di forza all’interno del microcosmo politico e sociale rappresentato nel film.
In conclusione, Loro 1, nonostante un cast di grande livello e una regia stilisticamente impeccabile, delude le aspettative dal punto di vista narrativo. Seppur visivamente accattivante e dotato di momenti di brillante satira, il film soffre di una certa ridondanza e di una mancanza di incisività nel messaggio. Resta da vedere se la seconda parte riuscirà a dare maggiore coerenza e profondità al racconto, colmando le lacune di questa prima metà del progetto cinematografico.
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Emanuela Giuliani
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