Maria by Callas – Recensione

Maria by Callas – Recensione

Maria by Callas, diretto da Tom Volf, è la splendida ricostruzione di una delle artiste divenuta un icona del panorama della musica mondiale, attraverso l’accurato, minuzioso e paziente lavoro di ricerca durato circa quattro anni.

Periodo  nel corso dei quali sono state esaminate più di 400 lettere, visionato filmati inediti appartenenti al dietro le quinte degli spettacoli, alcuni dei quali per la prima volta a colori, rare fotografie e registrazioni private con la speranza di far emergere nuovi ed intimi particolari della vita riservata della Diva più acclamata del globo.

Un vero e proprio viaggio che ripercorre, tentando di sviscerare, le tappe di un mondo che ha visto gioie e dolori procedere parallelamente di pari passo, un vortice di sentimenti trasmessi e percepiti dalla vibrante voce dall’inimitabile ed irraggiungibile sublime timbro e tono, il cui brivido di estasi suscitato è ulteriormente arricchito dalle emozionanti testimonianze di racconti e aneddoti rilasciate a quel tempo da personaggi illustri quali: Onassis, Marylin Monroe, Luchino Visconti, J.F. Kennedy e molti altri, che hanno conosciuto, più o meno strettamente, lavorato o semplicemente ascoltato l’angelico talento di Maria Callas.

Centinaia i teatri calcati dall’ipnotica presenza della cantante in grado di richiamare a sé infinite folle di appassionati e curiosi, completamente rapiti ed ammaliati da quel piccolo miracolo costituito dalle performance di una persona estremamente fragile e bisognosa di affetto, dalla necessità e desiderio di avere qualcuno accanto che la completasse amando esclusivamente la tenera donna e non l’idolatrata figura della Divina.

Maria by Callas, presentato alla passata dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, coinvolge e commuove mostrando un artista vittima inconsapevole del proprio dono, in cui pubblico e privato finendo inevitabilmente per fondersi, contribuiscono ad indebolire la già instabile personalità.

Aspetto quindi che accentua le mancanze e solitudine che di conseguenza fecero definitivamente crollare quell’illusoria forte immagine, in grado di impersonare con nonchalance qualsiasi personaggio femminile, come fosse un castello di carta.

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