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Mercoledì S1, curiosità: la prima stagione tra mistero gotico e ironia nera

Alcune curiosità sulla prima stagione di Mercoledì, la serie targata Netflix nata dalla mente del visionario regista Tim Burton.

Ideata da Alfred Gough, Miles Millar e Tim Burton, che dirige i primi episodi, la serie Mercoledì, targata Netflix in collaborazione con MGM Television, ha donato nuova vita alla celebre Famiglia Addams, creata originariamente da Charles Addams per il New Yorker nel 1939.

Intreccio di commedia dark, mistero, horror gotico e teen drama, la serie è incentrata sul personaggio di Mercoledì Addams interpretata da Jenna Ortega, un’adolescente brillante, cinica e dotata di un umorismo tagliente, con una naturale inclinazione per il macabro e l’ignoto.

La prima stagione, ha seguito Mercoledì durante il suo ingresso alla Nevermore Academy, dove cerca di controllare i propri poteri paranormali, risolvere una serie di omicidi che minacciano la comunità locale e svelare un mistero legato ai suoi genitori, risalente a 25 anni prima. Il tutto mentre affronta relazioni nuove e complesse, approfondendo temi come l’identità personale, l’accettazione di sé, il senso di appartenenza e il conflitto tra tradizione e innovazione, ovviamente avvolta da un’estetica gotica inconfondibile, marchio di fabbrica di Tim Burton.

Mercoledì ha saputo conquistare un pubblico trasversale: dai nostalgici della Famiglia Addams agli amanti dello stile burtoniano, fino alle nuove generazioni, affascinate dalle dinamiche scolastiche e dai misteri da risolvere. La protagonista è stata reimmaginata come simbolo di indipendenza, intelligenza e anticonformismo, divenendo rapidamente un’icona pop contemporanea.

Grazie a una regia curata, interpretazioni intense e una sceneggiatura che equilibra sapientemente ironia nera e dramma adolescenziale, Mercoledì si è affermata come una delle serie più riuscite e riconoscibili del catalogo Netflix. E ora nell’attesa della seconda stagione scopriamo qualche curiosità sulla prima.

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1. Preparazione artistica e fisica di Jenna Ortega

Jenna Ortega ha affrontato una preparazione straordinariamente intensa per interpretare Mercoledì Addams, incarnando con rigore e autenticità un personaggio tanto amato quanto complesso. Per suonare realmente il violoncello, strumento emblematico del carattere introspettivo e malinconico di Mercoledì, ha iniziato a prendere lezioni sei mesi prima delle riprese, esercitandosi quotidianamente anche durante le pause dal set. Per le scene d’azione, ha ricevuto addestramento in scherma (in stile classico e moderno) e tiro con l’arco, attività che richiedono precisione, postura e controllo muscolare: tutte qualità che hanno rafforzato la sua recitazione fisica. Oltre a tutto questo, ha lavorato con un coach di movimenti scenici per affinare la gestualità glaciale e controllata del personaggio. L’attrice ha anche dovuto “disimparare” alcuni automatismi recitativi, per esempio evitando espressioni facciali troppo marcate, adottando un linguaggio corporeo misurato e quasi scultoreo.

2. La scena del ballo diventata virale

Girata nel quarto episodio (“Woe What a Night”), la scena del ballo alla Rave’N Dance è diventata virale in tutto il mondo, anche grazie alla coreografia unica realizzata personalmente da Jenna Ortega in soli due giorni, pur essendo affetta da COVID-19 asintomatico al momento delle riprese (un fatto poi confermato dalla produzione, che ha sollevato discussioni sul set). Ortega ha dichiarato di essersi ispirata ai balli anni ’80 di Siouxsie Sioux, ma anche a performance di artisti come Bob Fosse e Lisa Loring (la Mercoledì originale degli anni ’60), creando un mix di movenze gotiche, marionettistiche e ritmicamente spigolose. La musica originale, Goo Goo Muck dei The Cramps, è stata in seguito sostituita su TikTok con Bloody Mary di Lady Gaga, scatenando una seconda ondata virale con milioni di video amatoriali che hanno reinterpretato la coreografia.

3. Tim Burton al debutto televisivo

Nonostante una carriera quarantennale costellata di successi nel cinema, Tim Burton non aveva mai diretto episodi per una serie TV fino a Mercoledì. Il progetto gli è stato proposto nel 2020, e il regista ha subito accettato, attirato dalla possibilità di esplorare una figura femminile adolescente ribelle, in una società che premia la conformità. Burton ha anche partecipato attivamente al casting, alla selezione delle location e al concept visivo generale. Il suo stile si riflette nei dettagli scenografici (come le finestre ovali gotiche della Nevermore), nei costumi (ispirati al dark vittoriano) e nell’uso delle luci fredde e livide. Inoltre, la serie riprende uno dei temi centrali del suo cinema: l’eroe “diverso” in cerca di identità in un mondo che lo considera un outcast.

4. Un omaggio nostalgico con Christina Ricci

La presenza di Christina Ricci rappresenta un passaggio simbolico di testimone tra due generazioni. Interprete di Mercoledì nei film cult degli anni ’90 diretti da Barry Sonnenfeld, Ricci torna nel reboot Netflix con un ruolo nuovo e ambiguo: Marilyn Thornhill, l’unica insegnante “normale” alla Nevermore. La sua apparente gentilezza nasconde in realtà un fitto intreccio di motivazioni oscure. La scelta di includerla nel cast è stata voluta fortemente da Tim Burton, che ha voluto così omaggiare il passato del franchise e allo stesso tempo rinnovarlo. Il suo ruolo non è solo cameo: ha un arco narrativo significativo, contribuendo in modo decisivo alla risoluzione del mistero principale.

5. Suggestive location gotiche

La Romania è stata scelta non solo per ragioni economiche (grazie a incentivi fiscali per le produzioni straniere), ma anche per l’innegabile fascino delle sue architetture neogotiche e paesaggi naturali. Il castello Cantacuzino di Bușteni è stato trasformato nella Nevermore Academy grazie a estesi interventi digitali e set costruiti ad hoc, mentre il bosco di Buftea e il villaggio di Sinaia hanno offerto l’ambientazione ideale per le scene esterne. Le ambientazioni riflettono la sensibilità estetica burtoniana, evocando atmosfere alla Sleepy Hollow o Dark Shadows, con cieli plumbei, foglie secche, interni riccamente decorati e una palette cromatica dominata dal nero, viola e grigio ferro.

6. Linguaggio visivo e sguardo ipnotico

La scelta di non sbattere le palpebre è nata durante una delle prime scene girate da Jenna Ortega, quando Tim Burton notò l’effetto inquietante della sua immobilità visiva, e da quel momento in poi, regista e attrice decisero di trasformare questa caratteristica in un tratto distintivo del personaggio. Ortega ha raccontato di aver lavorato per settimane sul controllo dello sguardo, mantenendo fisso il focus della pupilla senza apparire “morta” o assente, ma anzi infondendo intensità espressiva. Questa tecnica ha richiesto concentrazione costante, e ha creato uno stile recitativo quasi teatrale, capace di trasmettere sarcasmo, dolore o sospetto con una semplice inclinazione del mento o un’occhiata laterale.

7. Danny Elfman alla colonna sonora

La colonna sonora, firmata da Danny Elfman insieme a Chris Bacon, è uno degli elementi chiave della serie. Il tema principale, eseguito da un ensemble di archi con accenti inquietanti, richiama i lavori precedenti di Elfman per Burton, ma introduce anche nuovi elementi contemporanei. La musica è utilizzata per caratterizzare luoghi e personaggi, con leitmotiv dedicati a Mercoledì, Enid e la scuola stessa. Elfman ha anche integrato sonorità elettroniche minimali e strumenti “preparati” per creare atmosfere surreali e leggere dissonanze. La colonna sonora è stata distribuita separatamente e ha ottenuto milioni di ascolti sulle piattaforme di streaming musicale.

8. La Mano: un personaggio “reale”

Thing (La Mano) non è solo un effetto speciale: è un vero e proprio personaggio interpretato in tempo reale da Victor Dorobantu, un illusionista rumeno al suo primo ruolo televisivo. Durante le riprese, Dorobantu indossava una tuta verde integrale, ad eccezione della mano, e veniva posizionato in posizioni scomode o appeso sopra i set per dare l’illusione che la mano fosse indipendente. In post-produzione, il resto del corpo veniva rimosso digitalmente. Ogni movimento è stato coreografato come una forma di linguaggio corporeo silenzioso, con tocchi di umorismo, empatia e coraggio. Thing è uno dei personaggi più amati della serie, pur non avendo una sola battuta.

9. Record di visualizzazioni

Mercoledì ha stabilito numeri da capogiro già nella prima settimana di uscita, diventando la serie in lingua inglese più vista nella storia di Netflix fino a quel momento. Ha superato persino il debutto di Stranger Things 4 e Dahmer, entrando nella Top 10 globale in oltre 93 paesi. L’attrazione esercitata dalla serie è stata tale che ha generato un impatto culturale anche al di fuori della piattaforma: vendite di merchandise, boom di cosplay, rilancio della moda gotica tra i più giovani, e una rinnovata attenzione verso il personaggio di Mercoledì in ambito scolastico, editoriale e fashion.

10. Gli effetti speciali artigianali e la scelta di “praticità” sul set

Nonostante l’utilizzo di CGI in post-produzione, la serie Mercoledì ha fatto largo uso di effetti speciali pratici, fedeli alla tradizione cinematografica di Tim Burton. Molti elementi scenici, come le creature mostruose, le ambientazioni inquietanti e persino alcuni effetti atmosferici (come la nebbia o la pioggia) sono stati realizzati fisicamente sul set per conferire maggiore realismo e coerenza visiva. Ad esempio, il mostro Hyde è stato parzialmente creato con animatroni e protesi, successivamente integrati con CGI solo per alcune sequenze dinamiche. Questa scelta ha aiutato gli attori a interagire con elementi reali, migliorando l’impatto emotivo delle loro performance e rendendo l’universo narrativo più tangibile e coinvolgente per lo spettatore.

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Emanuela Giuliani


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