Tom Cruise in Mission Impossible Dead reckoning Parte Uno

Mission: Impossibile – Dead Reckoning – Parte Uno: la recensione del film con Tom Cruise

La recensione di Mission: Impossible Dead Reckoning Parte Uno, settimo capitolo della celebre saga con protagonista Tom Cruise

A distanza di cinque anni dall’ultimo capitolo torna in sala l’agente Ethan Hunt in Mission: Impossibile – Dead Reckoning – Parte uno, settimo film della saga partita nel 1996 con Brian De Palma. Christopher McQuarrie, già regista della serie a partire dal 2015 con Mission: Impossible – Rogue Nation, porta a termine la traiettoria dell’agente segreto portato interpretato da Tom Cruise con un doppio capitolo, che vedrà in Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte 2 l’attesa conclusione della celeberrima serie cinematografica d’azione.

Mission: Impossibile – Dead Reckoning – Parte Uno, la trama del film

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt ( Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’intera umanità. Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

Intelligenze artificiali e false verità

tom cruise in mission impossible dead reckoning parte uno

Prima di approdare sul grande schermo Mission: Impossibile – Dead Reckoning – Parte Uno si è fatto molto attendere dal suo pubblico. Colpa della pandemia, che ne ha ostacolato e posticipato la realizzazione e l’uscita, il film di Christopher McQuarrie era previsto per il 2020 ma ha subito uno slittamento di almeno tre anni, con conseguente cambiamento del piano produttivo di primo e secondo capitolo, inizialmente concepiti per essere girati insieme (a quanto pare le riprese del secondo capitolo cominceranno, invece, in un altro momento).

Eppure, a giudicare dalle premesse di trama e dallo sviluppo narrativo di questo settimo film, questo Dead Reckoning – Parte uno non sembrerebbe vittima di un notevole ritardo sulla tabella di marcia. Sembra, al contrario, un film incredibilmente puntuale sui tempi malgrado una sceneggiatura concepita anni fa, e attraverso quella che potrebbe essere un’incredibile coincidenza – oppure una capacità di leggere la propria epoca, arrivando a predire le future direzioni possibili della società – riesce a interessarsi a tematiche che solo negli ultimi mesi hanno costituito il primario interesse dello spettatore.

Il nemico di Ethan Hunt non è un essere palpabile o un oggetto concreto, bensì un’entità fantasma e invisibile, un concetto astratto e tentacolare che viene racchiuso dai pericoli della tecnologia dell’intelligenza artificiale. Estremizzandolo un po’ (ma “estremizzazione” è una delle parole chiave dell’intera serie cinematografica sulle avventure di Hunt), McQuarrie intravede nell’universo digitale delle IA e nella realtà emulata (più che simulata) il rivale perfetto contro cui spingere al confronto e al conflitto il suo incrollabile e ormai leggendario protagonista.

Fra stunt e “doppi”, una riflessione sul concetto di vero nel cinema d’azione

D’altronde sono oltre tre i miliardi di dollari incassati dalla saga di Mission: Impossible nel corso del tempo, dal primo capitolo a oggi, ogni volta spingendo un po’ di più il pedale su effetti, coreografie, acrobazie (tramite cui Tom Cruise si rende attore a 360 gradi, impegnandosi a effettuarle tutte in prima persona), sequenze di combattimenti e inseguimenti a perdifiato e tutto il resto, come un figlio che eredita il codice genetico del mondo cinematografico di James Bond e, al contempo, quello action nato dall’immaginario di Kathryn Bigelow e seguaci. Una costante, però, ha sempre definito l’anima del franchise ed è il suo voler ragionare, da sempre, sul concetto di realtà e di verità, di autenticità e di simulacro.

Lo faceva già De Palma in piena coerenza filologica con il suo cinema, e nel sequel John Woo ha continuato a farlo (proseguendo con coerenza un suo discorso cominciato con Face/Off, tre anni prima), e progredendo in intensità fino al Fallout del 2018, che costituiva il suo stesso tessuto narrativo sul concetto di ribaltamento e rimodellamento del vero. Il risultato di questa evoluzione nel tempo non poteva che essere la conclusione cui si giunge in questo settimo film, in cui l’Entità racchiude in sé tutti i significati possibili dell’imitazione, dell’inganno, dell’illusione (ragion per cui la partecipazione diretta di Cruise agli effetti e all’azione risulta, in misura ancor più totalizzante, un atto d’amore e una presa di posizione nei confronti del “vero” al cinema).

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno è un film sorretto su un incedere climatico di tensione destinata a risolversi con un finale tutto da scrivere e da continuare (accadrà, appunto, nell’attesissima Parte Due del capitolo): il ricchissimo cast, composto da volti noti (Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Simon Pegg) e nuovi (Hayley Atwell, Esai Morales), il composito mosaico di spazi e luoghi in cui Hunt viene spedito di continuo, fra una tappa e l’altra, e un coinvolgimento emotivo dello spettatore che si gioca tutto sul piano dell’azione e del senso di cupezza che aleggia nell’ultima missione dell’agente contribuiscono a rendere Dead Reckoning – Parte Uno solo l’irresistibile e adrenalinica apertura di un discorso che ha ancora molto da dire, dopo aver trovato lo sguardo di un regista che è l’ideale linguaggio per metterlo in scena.

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Federica Cremonini

Il Voto della Redazione:

7


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