Mission: Impossible – The Final Reckoning, l’ultima corsa verso la leggenda di un franchise che ha ridefinito il genere spy-action.
Dopo sette straordinari capitoli la celebre saga d’azione Mission: Impossible si avvia verso la sua epica conclusione. Con un instancabile Tom Cruise nei panni dell’agente segreto Ethan Hunt, il franchise, ispirato all’omonima serie televisiva degli anni ’60, si è affermato come una delle saghe più longeve e redditizie della storia del cinema, capace di rinnovarsi a ogni episodio senza mai rinunciare al suo spirito adrenalinico e spettacolare.
Tra missioni al limite dell’impossibile e acrobazie mozzafiato, Cruise ha continuamente alzato l’asticella dell’action, trasformando ogni film in un’esperienza visiva senza precedenti, un viaggio cinematografico iniziato nel 1996, che ha ridefinito il genere consacrandolo come icona del blockbuster moderno, e che ora culmina in grande stile con Mission: Impossible – The Final Reckoning, l’ultimo, attesissimo capitolo.
Presentato in anteprima mondiale il 14 maggio, fuori concorso, al 78° Festival di Cannes, il film è stato accolto come un vero e proprio evento, e il celebre tappeto rosso della Croisette ha visto sfilare il regista e sceneggiatore Christopher McQuarrie, l’intero cast e, naturalmente, Tom Cruise, alla sua terza partecipazione al prestigioso festival francese, dopo Cuori ribelli del 1992 e il trionfale Top Gun: Maverick del 2022.
Nelle sale italiane, approderà in anteprima il 19 maggio e ufficialmente il 22 maggio: una data che resterà il simbolo della fine di un’era per un franchise capace di evolversi, sorprendere e conquistare il pubblico globale.
L’inizio della fine
Ambientato due mesi dopo gli eventi di Dead Reckoning del 2023, The Final Reckoning riprende il filo della narrazione con un Ethan Hunt segnato dalla perdita di Ilsa, per mano del suo storico nemico, Gabriel (Esai Morales), e più determinato che mai ad affrontare quella che potrebbe essere la sua ultima missione, ovvero fermare l’Entità, una potentissima intelligenza artificiale fuori controllo, prima che cada nelle mani sbagliate e metta a rischio il destino dell’intera umanità.
Affiancato da Grace (Hayley Atwell) e Benji (Simon Pegg), Ethan si dirige a Londra alla ricerca della chiave in grado di disattivare l’Entità, ma tutto si complica quando scoprono che l’unico modo per accedere a questa è recuperarla dal Sevastol, il sottomarino russo affondato nello Stretto di Bering proprio dall’Entità e mostrato all’inizio di Dead Reckoning. E mentre la Presidente degli Stati Uniti, Erika Sloane (Angela Bassett), esita sul da farsi, Ethan e la sua squadra fronteggeranno ostacoli implacabili in una corsa contro il tempo in una sfida che oltrepassa la forza e la tecnologia: una battaglia personale per la salvezza del mondo.
Mission: Impossible – The Final Reckoning: il gran finale di un’epica leggenda del cinema d’azione
The Final Reckoning senza alcun dubbio è la conclusione ideale di un lungo e avvincente viaggio cinematografico, epilogo come detto di una saga che, nel corso di quasi tre decenni, ha saputo evolversi, reinventarsi e superare costantemente sé stessa. Fin dalla sequenza iniziale, che gioca con l’effetto nostalgia rievocando i momenti più iconici dell’intera serie, il film dimostra di avere ben chiara la propria identità: onorare il passato, senza rinunciare a guardare avanti.
La narrazione resta fedele alle sue ambiziose premesse, alternando con equilibrio scene ad alto tasso di spettacolarità a momenti più intimi e riflessivi. Ethan Hunt, ancora una volta interpretato da un instancabile Tom Cruise, appare più vulnerabile, ha accumulato cicatrici fisiche ed emotive ma che continua a lottare spinto da un ideale che non conosce compromessi.
Il film è un concentrato di adrenalina pura che riconferma leggendaria dedizione di Cruise, il suo impegno non conosce limiti e ogni sequenza d’azione sfida la logica spingendo sempre più in là il concetto stesso di cinema fisico. Dall’immersione nei gelidi abissi oceanici alla vertiginosa camminata sulle ali di un aereo in volo, ogni gesto diventa un atto di fede nei confronti di una spettacolarità reale, tangibile, lontana dagli effetti digitali artificiali.
La sua performance va oltre la recitazione con l’atto atletico, emblema di un duello personale, che si trasforma in show collettivo con le inquadrature che trasmettono la concretezza del rischio amplificandone l’inquietudine e l’impatto emotivo, e Cruise diventa così il manifesto di un cinema autentico, altruistico e abnegazione.
La regia di Christopher McQuarrie si muove con sicurezza tra inseguimenti mozzafiato, coreografie d’azione meticolose e momenti di analisi. La tensione resta sempre alta anche quando la narrazione rallenta per lasciare spazio a riflessioni più intime che fanno emergere la fragilità dei personaggi e l’esplorazione di un senso di colpa mai del tutto sopito. La fotografia di Fraser Taggart, che a volte si fa più malinconica, accompagna questa imminente chiusura di un ciclo, e le musiche di Lorne Balfe amplificano ogni svolta emotiva e rendono ogni scena ancora più coinvolgente, con un’energia che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine.
Ma The Final Reckoning non è solo un trionfo action, è soprattutto un tributo sentito all’intera saga e al personaggio di Ethan Hunt, che Tom Cruise ha incarnato e reso iconico nel corso di oltre due decenni con ineguagliabile energia e carisma, restituendogli una dimensione più umana e malinconica, mostrando l’uomo dietro la maschera dell’eroe infallibile. Il finale si carica così di un significato ancora più profondo, diventando non solo l’epilogo di una missione, ma anche la celebrazione di un’eredità cinematografica costruita con passione, determinazione e coraggio. Un’eredità che si lancia in una frenetica corsa contro il tempo, guardando al presente e al futuro, con un monito sulle tematiche attuali della politica e dell’intelligenza artificiale.
The Final Reckoning è un capitolo conclusivo spettacolare, emozionante e tecnicamente sbalorditivo, in grado di bilanciare cuore e muscoli, introspezione e puro intrattenimento, lasciando nello spettatore la sensazione di aver assistito non solo alla fine di un’epopea, ma a un vero e proprio evento cinematografico. In una delle sue battute, Ethan chiede di fidarsi di lui un’ultima volta e, senza la minima esitazione, lo si fa, perché questa corsa verso la leggenda merita fino all’ultimo respiro. Una conclusione degna, che chiude con classe una delle saghe d’azione più longeve e amate del grande schermo.
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Emanuela Giuliani
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