Moschettieri del Re: La penultima missione, la recensione: avventure, risate e nostalgia

Moschettieri del Re: La penultima missione, la recensione tra avventure, risate e nostalgia nel ritorno dei più amati eroi di Dumas.

Il 27 dicembre arriva nelle sale Moschettieri del Re – La Penultima Missione, la commedia d’avventura firmata da Giovanni Veronesi che mescola con intelligenza azione, risate e malinconia, riportando sul grande schermo i celebri eroi di Dumas, reinterpretandoli con spirito tutto italiano, tra ironia, sentimento e gusto per il grottesco.

D’Artagnan, Porthos, Athos e Aramis non sono più i giovani valorosi e affascinanti di un tempo, sono uomini stanchi, invecchiati, smarriti: un allevatore logorroico e dall’assurdo accento francese, un castellano ambiguo e libertino, un frate schiacciato dai debiti e un ubriacone nostalgico. Ma quando la Regina Anna li richiama a corte per difendere la Francia dalle trame oscure del Cardinale Mazzarino e dalla perfida Milady, i quattro vecchi amici rispondono ancora una volta all’appello, forse per l’ultima – o penultima – missione della loro vita.

Ispirato liberamente a Venti anni dopo, il secondo romanzo della saga di Alexandre Dumas, il film è un progetto a lungo desiderato da Veronesi, che lo immaginava già negli anni ’80 con un cast d’eccezione: Nuti, Troisi, Benigni e Verdone. Oggi, grazie alla fiducia di produttori visionari, quel sogno si realizza con un cast altrettanto straordinario: Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini interpretano con complicità e ironia i quattro moschettieri ormai caduti in disgrazia, ma ancora capaci di eroismo e lealtà.

Mastandrea dà vita a un Porthos malinconico e disilluso, Papaleo diverte con la sua fisicità e un’ironia mai banale, Rubini regala profondità a un Aramis combattuto tra fede e dovere, mentre Favino porta carisma e intensità al ruolo di D’Artagnan. Insieme, i quattro formano un quartetto affiatato, che trasmette sullo schermo una sincera energia fatta di amicizia, affetto e rimpianto.

Il cast femminile è altrettanto solido. Margherita Buy è una Regina Anna regale e sarcastica, Matilde Gioli dona freschezza e vivacità alla giovane ancella Olimpia, Giulia Bevilacqua è una Milady affascinante e ambigua, mentre Valeria Solarino completa il gruppo con eleganza e forza. I loro personaggi non sono semplici spalle, ma contribuiscono attivamente alla costruzione di un racconto che gioca con gli archetipi, senza mai cadere nello stereotipo.

Veronesi confeziona un’opera dal tono brillante e avventuroso, ma con un’anima riflessiva. Moschettieri del Re – La Penultima Missione non è solo una parodia storica o una commedia leggera: è anche un racconto sul tempo che passa, sulle occasioni perdute, sulla fedeltà ai propri ideali e sull’amicizia che resiste al logorio della vita. Con uno stile narrativo scorrevole e una regia che alterna momenti spettacolari a passaggi più intimi, il film riesce a intrattenere senza rinunciare a far pensare.

La cura per le scenografie, i costumi, le location suggestive e l’attenzione ai dettagli rendono l’ambientazione credibile e affascinante. Il ritmo non cala mai, sostenuto da dialoghi brillanti, duelli coreografati con gusto teatrale e situazioni comiche che non scadono mai nel facile.

Moschettieri del Re – La Penultima Missione è una scommessa riuscita, capace di coniugare intrattenimento e qualità, emozione e leggerezza. In un panorama cinematografico spesso appiattito su modelli prevedibili, questo film dimostra che si può ancora raccontare una storia epica con coraggio, fantasia e cuore.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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