La recensione di: Nato a Casal di Principe, il film diretto da Bruno Olivieri e con Massimilino Gallo che scuote le coscienze.
“Prima di tutto, voglio ringraziare mio padre Guido, mia madre Cristina e mia sorella Ginevra, che sono qui oggi e che, in qualche modo, mi hanno aiutato a realizzare questo film. Come potete immaginare, affrontare nuovamente un dramma del genere, svegliando il demone che avevo messo a dormire da ben 25 anni, è stato per loro un’emozione ancor più forte della mia”.
Con queste parole, Amedeo Letizia, autore del libro Nato a Casal di Principe, da cui è tratta l’omonima pellicola diretta da Bruno Oliviero, descrive la sua emozione nel vedere sullo schermo la drammatica storia di suo fratello Paolo, rapito e ucciso dalla camorra sul finire degli anni ’80.
“Il rapimento è qualcosa di terribile poiché, non fornendoti prove tangibili e visive, non ti permette di fare pace con il dolore e di prendere coscienza della realtà. Paolo per noi rimaneva in un limbo: nessuno ne parlava, non c’erano foto in casa, nessuno sapeva cosa gli fosse successo. Scrivendo questa storia, ho avuto modo di analizzare me stesso e la mia rabbia, capendo che l’unico modo di far ricordare Paolo era farlo nel modo giusto: non poteva finire nel dimenticatoio, morendo una seconda volta. Sono soddisfatto del lavoro svolto: ho incontrato persone che, immergendosi nella storia, hanno espresso qualcosa in più, ed è una commozione immensa ogni volta che lo vedo.”
A quel tempo, Amedeo era un giovane ventenne trasferitosi a Roma per inseguire il sogno della recitazione, partecipando a fotoromanzi e prendendo parte alla celebre fiction I ragazzi del Muretto. La scomparsa di Paolo lo costrinse a tornare nel suo paese natale, ritrovandosi immerso in una realtà soffocata dalla criminalità organizzata. Di fronte all’inefficacia delle autorità, decise di armarsi di un fucile e, insieme al cugino diciassettenne Marco, di cercare personalmente suo fratello.
Il film racconta con forza e autenticità questa storia, trasmettendo il dolore, le speranze e l’inquietudine logorante dei familiari. Evitando qualsiasi spettacolarizzazione, la narrazione si sviluppa attorno ai silenzi carichi di tensione, ai momenti di disperazione e all’incrollabile volontà di non cedere alla paura e all’impotenza. La pellicola porta lo spettatore dentro un mondo dove l’illegalità è parte integrante della quotidianità, senza filtri, ma con un profondo rispetto per la verità dei fatti.
Alla proiezione in anteprima, il regista Bruno Oliviero, presente con il cast – Massimiliano Gallo, Alessio Lapice, Donatella Finocchiaro – e i familiari di Paolo Letizia, ha spiegato il processo dietro la realizzazione della sceneggiatura:
“La sceneggiatura è stata scritta da Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio, che, distaccandosi dal libro, hanno ricostruito dettagliatamente, attraverso una lunga ricerca sul campo, le settimane attorno al rapimento di Paolo. Ciò che mi ha colpito è stata la loro capacità di far emergere l’aspetto poetico della forza delle vittime del sopruso: non eroi, ma persone comuni, travolte dalla violenza di una terra oppressa dalla camorra.”
Nato a Casal di Principe è un film intenso, capace di toccare corde profonde e di scuotere le coscienze. L’uscita nelle sale fissata per il 25 aprile, non è una scelta casuale: in questa data verrà anche ufficialmente annunciata la nascita dell’Accademia di recitazione Paolo e Leonardo Letizia, con sede a Casal di Principe e diretta da Massimiliano Gallo. Questa struttura offrirà ai giovani provenienti da famiglie meno abbienti la possibilità di studiare gratuitamente, rappresentando un segnale di resistenza e rinascita in un territorio segnato dalla criminalità organizzata. Un film che non solo racconta una storia dolorosa, ma che diventa un simbolo di memoria, lotta e speranza.
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Emanuela Giuliani
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