immagine film e sceneggiatura Nato il 4 Luglio

Nato il 4 luglio: la sceneggiatura di un film che denuncia e commuove

Nato il 4 luglio, la sceneggiatura del film diretto da Oliver Stone che denuncia e commuove senza avere paura.

Nato il 4 luglio (Born on the Fourth of July, 1989), diretto da Oliver Stone e tratto dall’autobiografia omonima di Ron Kovic, è uno dei film più emblematici del cinema americano a sfondo politico e sociale. La forza di quest’opera risiede non solo nella regia incisiva o nella straordinaria interpretazione di Tom Cruise, ma soprattutto in una sceneggiatura densa e vibrante, che riesce a raccontare con estrema umanità la disillusione e il dramma di un’intera generazione, scavando senza paura, nel dolore, nella colpa, nella rabbia, nella speranza e nella resilienza.

Scritta dallo stesso Oliver Stone insieme a Ron Kovic, la sceneggiatura, che potete leggere qui: NATO IL 4 LUGLIO, è un esempio potente di adattamento autobiografico, che non si limita a ripercorrere gli eventi chiave della vita di Kovic, veterano del Vietnam diventato attivista pacifista, bensì ne cattura l’anima. Il risultato è un testo che alterna momenti di introspezione a scene crude di guerra e degrado, mantenendo sempre una tensione emotiva altissima. La trasformazione del protagonista – da patriota idealista a testimone disilluso – è trattata con un realismo brutale ma profondamente empatico, che evita ogni facile retorica.

nato il 4 luglio

Uno degli elementi più riusciti è il ritmo narrativo: la prima parte del film è dominata dalla fiducia cieca nei valori americani, vista attraverso gli occhi del giovane Ron. Questa idealizzazione viene gradualmente decostruita dopo il suo arruolamento e l’esperienza devastante in Vietnam. Il ritorno a casa, lungi dall’essere una rinascita, diventa il momento di maggiore frattura: la società lo rifiuta, la famiglia non lo capisce, e lo Stato che aveva giurato di servire lo dimentica. Un crollo interiore percepito in ogni sua sfumatura, e che restituisce al pubblico una figura complessa, dolente ma mai sconfitta.

I dialoghi scarni ma efficaci, i monologhi carichi di pathos e i silenzi pesanti costruiscono un arco che accompagna lo spettatore in un viaggio emotivo senza filtri, e affronta tematiche spinose come il patriottismo cieco, la manipolazione ideologica, la brutalità della guerra, l’abbandono dei reduci e la disabilità fisica e morale. E lo fa senza semplificazioni: Ron Kovic non è un eroe canonico, ma un uomo che si spezza e si ricompone, che grida, che piange, che si perde prima di ritrovarsi come attivista per la pace.

Nel contesto del cinema americano degli anni ’80 e ’90, Nato il 4 luglio è una delle voci più coraggiose, personali, viscerali e autentici e personali contro la retorica bellica. Un esempio straordinario di strumento di denuncia, memoria e catarsi collettiva, e di come, attraverso il cinema, una storia individuale possa diventare patrimonio universale.


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