Nightmare Alley – La Fiera delle Illusioni: la sceneggiatura del film di Guillermo del Toro

Nightmare Alley – La Fiera delle Illusioni, la sceneggiatura completa e i commenti del regista Guillermo del Toro.

Con il suo stile inconfondibile e una passione per i mondi oscuri e complessi, Guillermo del Toro torna al cinema con La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, firmando un’opera che rappresenta una significativa incursione nel genere noir. Il regista messicano, già vincitore del Premio Oscar, porta sul grande schermo un film elegante e inquietante, che ha ottenuto ben otto candidature ai Critics’ Choice Awards, tra cui miglior film e miglior regia.

Tratto dall’omonimo romanzo del 1946 di William Lindsay Gresham, già adattato nel 1947 con Tyrone Power, il film, la cui sceneggiatura, che grazie Deadline potete leggere qui: NIGHTMARE ALLEY – LA FIERA DELLE ILLUSIONI, è stato scritto a quattro mani da Del Toro e Kim Morgan, e rilegge questo classico del noir americano attualizzandone i temi, approfondendone la dimensione psicologica e rafforzandone la potenza visiva.

Ambientato tra gli Stati Uniti degli anni Trenta e Quaranta, Nightmare Alley si apre in un luna park itinerante: un microcosmo brulicante di figure bizzarre e anime smarrite, dove l’inganno si intreccia con l’illusione e la magia da baraccone. In questo scenario ambiguo fa la sua comparsa Stanton Carlisle, interpretato da Bradley Cooper: un uomo affascinante e sfuggente che, dopo aver stretto un legame con la chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e suo marito Pete (David Strathairn), apprende le tecniche della manipolazione mentale. Animato da ambizione e privo di scrupoli, Stanton intravede la possibilità di una nuova identità, usando ciò che ha imparato per ingannare l’élite newyorkese degli anni ’40.

Accanto a lui c’è la dolce e devota Molly (Rooney Mara), compagna silenziosa nella sua scalata al successo e nella successiva caduta. Il vero punto di svolta arriva con l’incontro della psicoanalista Lilith Ritter, interpretata da Cate Blanchett: figura affascinante e glaciale, che si rivela complice quanto potenzialmente letale.

Con Nightmare Alley, Del Toro realizza un noir visivamente sontuoso e narrativamente stratificato, un’immersione nell’animo umano che smaschera il sogno americano trasformandolo in un incubo affascinante. Lo stesso regista ha spiegato di aver voluto sovvertire un archetipo classico del noir: quello della femme fatale. In questo film, infatti, è l’uomo a incarnare il ruolo del seduttore manipolatore: un homme fatale che trascina nella rovina chiunque incroci la sua strada.

Il film è ricco di simbolismi e dettagli studiati con cura meticolosa. Emblematico il personaggio di Molly, legato simbolicamente al cervo: porta un ciondolo con questa figura e lo stesso animale è presente nell’arredamento delle sue stanze, a evocare purezza, istinto e connessione con la natura.

Del Toro affronta con la sua consueta sensibilità le contraddizioni dell’animo umano: la brama di potere, la manipolazione emotiva, l’inganno come strumento di sopravvivenza. Ma si spinge oltre, riflettendo sul rapporto tra spiritualità e sfruttamento, su come la fede – o il semplice bisogno di credere – venga piegata da chi è disposto a tutto per ottenere successo.

Grazie alla sua atmosfera raffinata e inquietante, alle interpretazioni intense del cast e a una regia che fonde bellezza e angoscia, La fiera delle illusioni – Nightmare Alley si impone come un’opera d’autore magnetica e sofisticata, capace di rinnovare con intelligenza e stile i codici del noir.


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