Nome di Donna – Recensione

Nome di Donna – Recensione

“Si definisce molestia sessuale ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di discriminazione basata sul sesso che offenda la dignità degli uomini e delle donne nell’ambiente di studio e di lavoro, ivi inclusi atteggiamenti di tipo fisico, verbale o non verbale.”

Questa la definizione della forte, ed estremamente attuale, della tematica affrontata da Marco Tullio Giordana nel suo: Nome di donna, in uscita nelle sale l’8 marzo, non a caso giorno dedicato alla festa della donna.

La vicenda ruota attorno alla vicenda del personaggio di Nina (Cristiana Capotondi), madre di una bimba piccola, la quale grazie al sostegno del compagno Luca (Stefano Canaletti), decide coraggiosamente di reagire e lottare con determinazione, rivendicando la propria dignità di donna ed essere umano, assolutamente doveroso e meritevole di rispetto.

Un racconto il quale, come affermato dallo stesso regista, abbraccia anche le figure femminili che ruotano attorno alla protagonista, parti integranti di una storia sentita dall’innegabile impatto emotivo, amiche e colleghe di lavoro, troppo fragili e segnate dalla vita per opporsi all’autore di tali “moleste attenzioni”, il dirigente della prestigiosa struttura per anziani nella quale svolgono il modesto impiego di inservienti, Marco Maria Torri (Valerio Binasco),  appartenente ad un sistema in cui, purtroppo, sono i “potenti” ad avere la meglio sui più deboli ed indifesi approfittandosi delle loro mancanze, e le quali spinte dallo spettro di ulteriori, ed ancor più gravi, ripercussioni, da parte di quest’ultimo, a chiudersi nella comune, sottomessa omertà, voltando le spalle alla chiara opportunità di tentare di porre un freno alla costante umiliazione.

“Ai miei tempi si chiamavano complimenti.”

Nome di Donna, è un opera la quale, nonostante risenta di una rappresentazione narrativa e scenica prevedibile, che ne condiziona, in parte, il contatto empatico, colpisce per l’insostenibile peso morale suscitato dalla gravità dell’argomento, il cui obbiettivo è quello di smuovere, ed incoraggiare, le coscienze a prendere una definita e ferrea posizione.

Una vera e propria piaga che infetta la società, il cui imbarazzante e frastornante silenzio che la avvolge, celandone le torbide verità, come si fà con la polvere sotto il tappeto, pervade animo e mente delle vittime, dominate dal vuoto assoluto, costrette a cedere poiché annientate psicologicamente dall’aberrante solitudine della mortificazione dell’ambiente circostante, soffocando il loro grido di aiuto, e confermando, la necessità, e l’urgenza, di un azione ferma ed incisiva in grado di  concretizzare la speranza spentasi, oramai spentasi da tempo, di fermare l’avanzare di questo triste e tragico e fenomeno.

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