Oscar Isaac sta attraversando letteralmente secoli nel suo lavoro cinematografico. Attualmente impegnato con tre nuovi progetti presentati nei festival autunnali, l’attore, come riportato da Deadline, mostra ancora una volta la sua capacità di attraversare epoche e generi con disinvoltura.
Su Netflix è uscito Frankenstein di Guillermo del Toro, ambientato alla fine del XVIII secolo, in cui Isaac interpreta Victor Frankenstein, appena nominato come Miglior Attore in un Film Drammatico ai Golden Globe. Qui, il celebre creatore di mostri diventa un “supereroe gotico”, un personaggio complesso che oscilla tra piacere, sensualità, rabbia e risentimento: “Il bisogno di controllare il dolore si trasforma in questo bisogno di essere grandioso, a qualsiasi costo”, racconta Isaac. Il film esplora temi profondi, non solo l’horror: è “una storia di padri e figli, di traumi generazionali che si tramandano”, con un simbolismo visivo evidente nei numerosi cerchi presenti nelle scenografie, rappresentazione della circolarità della storia e, alla fine, di una speranza che si apre alla fine del racconto.
Parallelamente, Isaac è protagonista di In the Hand of Dante di Julian Schnabel, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Qui interpreta un doppio ruolo a distanza di 700 anni: Dante Alighieri nel XIV secolo e lo scrittore contemporaneo Nick Tosches. “Ci sono tre Nick che si susseguono, e il modo in cui ritrova la strada per se stesso è affascinante”, spiega Isaac. Il film esplora la creazione artistica e la tensione tra vocazione e mondo commerciale, con la storia di Dante che risuona nel percorso del contemporaneo Nick.
Infine, in King Hamlet, documentario diretto da sua moglie Elvira Lind, Isaac racconta la sua esperienza nell’interpretare Amleto nella produzione Off Broadway del 2017 al Public Theater. Il documentario intreccia vita personale e teatro: “Mio figlio è nato un mese dopo la morte di mia madre, proprio prima delle prove. Elvira ha filmato questa folle confluenza di eventi, creando un ricordo incredibile di quel periodo”, racconta l’attore.
Tra cinema, teatro e televisione, Isaac continua a sorprendere con scelte artistiche audaci: dal suo esordio come protagonista in Nativity Story (2006) a ruoli iconici in Ex Machina, Drive, Dune, Spider-Man: Across the Spider-Verse, fino a Poe Dameron nella trilogia sequel di Star Wars. Anche in televisione si è distinto, con una candidatura agli Emmy per la miniserie HBO Scenes From a Marriage.
Isaac definisce la sua esperienza con Del Toro “emozionante e inclusiva”: “Tutti sul set si sentono parte del film. Victor ha dentro di sé questo fuoco di sfida, e vedi come la sua volontà lo trasforma, a volte crudamente. Guillermo riesce a unire oscurità e gioia, creando un’esperienza unica per tutti noi”.
Nonostante la densità di impegni tra Venezia e Telluride, Isaac mostra di saper gestire più mondi contemporaneamente: teatro, cinema storico e contemporaneo, riflessioni sul trauma, sull’eredità generazionale e sulla creazione artistica. Per lui, come per Victor Frankenstein, si tratta sempre di “mettere insieme pezzi complessi per creare qualcosa di nuovo e potente”.






