La sceneggiatura completa di Pulp Fiction, il celebre film diretto e scritto da Quentin Tarantino uscito nel 1994.
Scritto e diretto da Quentin Tarantino nel 1994, Pulp Fiction è celebre per la sua narrazione non cronologica, i dialoghi brillanti e l’estetica cinefila. Con un cast stellare che include: John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis e lo stesso Tarantino, il film ha ridefinito il concetto di storytelling cinematografico, lasciando un’impronta indelebile nella cultura pop.
Sin dall’apertura, con le definizioni del termine “pulp” tratte dal dizionario, il film, di cui potete leggere la sceneggiatura completa qui: PULP FICTION, esplicita la sua poetica: una rivendicazione dell’immaginario popolare e di basso profilo — i pulp magazine — come materia degna di arte.
L’autoreferenzialità, cifra stilistica ricorrente nel cinema di Tarantino, si manifesta in citazioni, omaggi e rimandi a film di serie B, kung fu, noir classici e cultura pop anni ’70, non a caso, Pulp Fiction è spesso descritto come un’opera “sul cinema”.
Una delle sue innovazioni più riconoscibili è la struttura narrativa. Insieme a Roger Avary, Tarantino frammenta il racconto in tre episodi principali: Vincent Vega e la moglie di Marsellus Wallace, L’orologio d’oro e La situazione Bonnie che si intrecciano in modo non cronologico, dando vita a una narrazione a spirale in cui gli eventi si illuminano a vicenda. L’obiettivo non è sorprendere, ma costruire significato spostando l’attenzione dalla sequenza temporale alla coerenza emotiva e tematica, coinvolgendo attivamente lo spettatore.
La scena iniziale e quella conclusiva, ambientate nel diner con Pumpkin e Honey Bunny, incorniciano l’intero film, creando una struttura circolare. Questo ordine sovverte le convenzioni della suspense e del climax, permettendo una chiusura filosofica — il monologo redentivo di Jules — invece di un’esplosione d’azione.
Altro elemento distintivo è l’uso del dialogo. Le conversazioni, anche su temi apparentemente irrilevanti come i fast food o i massaggi ai piedi, costruiscono caratterizzazione, tensione e ritmo. Ironico, realistico e musicale, il dialogo mescola linguaggio da strada, riflessioni esistenziali e riferimenti pop, diventando il marchio di fabbrica di Tarantino.
Nonostante la struttura frammentata, il film affronta con coerenza temi centrali come la redenzione e il destino — incarnati nel percorso di Jules, opposto a quello autodistruttivo di Vincent — la casualità e il caos, con eventi fortuiti che cambiano radicalmente il corso della storia, e la rappresentazione umanizzata del crimine: gangster colti nei loro momenti più vulnerabili, lontani dai cliché del noir tradizionale.