Sarà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma – RoFF 2025: Put Your Soul on Your Hand and Walk.
Dopo l’anteprima mondiale nella sezione ACID al Festival di Cannes 2025, Wanted è orgogliosa di annunciare che distribuirà in Italia a novembre Put your soul on your hand and walk, il nuovo documentario di Sepideh Farsi, regista iraniana nota e riconosciuta per il suo lavoro di denuncia dei conflitti nel suo Paese natale (Teheran senza autorizzazione, Red Rose, The Siren).
Lo svelamento della distribuzione del film in Italia avviene in concomitanza con l’annuncio che Put your soul on your hand and walk sarà presentato in anteprima italiana alla prossima Festa del Cinema di Roma – RoFF 2025 nelle sezioni Special Screenings e Concorso per il Miglior Doc.
Tra le rovine delle case distrutte, nelle strade deserte di Gaza per la paura di un cecchino in cui si aggirava per scattare le sue foto, “Ogni secondo, quando cammini per strada, metti l’anima in mano e cammina” diceva Fatma Hassouna, fotoreporter palestinese di 24 anni, personaggio centrale del documentario di Sepideh Farsi.
Il film riporta fedelmente gli scambi tra le due donne nel corso di circa un anno, a partire dall’aprile 2024, e denuncia la disumanizzazione e il silenzio che troppo spesso avvolgono le vittime palestinesi, offrendo una testimonianza urgente e necessaria del genocidio visto dall’interno.
Put your soul on your hand and walk racconta la vita a Gaza durante l’invasione militare israeliana attraverso le videochiamate tra Farsi e la fotoreporter palestinese Fatima Hassouna, che documenta con coraggio la realtà quotidiana di una popolazione assediata. Attraverso un racconto intimo e potente, il film diventa l’archivio della resistenza di Fatima, uccisa in un attacco aereo insieme a nove membri della sua famiglia, mentre la realizzazione del film era ancora in corso. Un caso che ha scosso le coscienze in tutto il mondo.
“Spero di vivere la vita che voglio. Devo continuare a documentare, così potrò raccontare ai miei figli quello che ho passato e quello a cui sono sopravvissuta”. È con queste parole piene di speranza e resilienza che si conclude Put your soul on your hand and walk. Parole con cui Fatma passa idealmente il testimone a Sepideh, che deve farsene portavoce universale.
Quando ho incontrato Fatma Hassona è avvenuto un miracolo. Lei è diventata i miei occhi a Gaza, dove resisteva documentando giorno per giorno la guerra. E io sono diventata un collegamento tra lei e il resto del mondo, dalla sua “prigione di Gaza”, come la definiva lei. Abbiamo mantenuto questa linea di comunicazione per quasi un anno. I frammenti di pixel e suoni che ci siamo scambiate sono diventati il film che vedete. L’assassinio di Fatma il 16 aprile 2025, in seguito a un attacco israeliano alla sua casa, ne cambia per sempre il significato” – afferma la regista.
Put your soul on your hand and walk, sinossi
Una regista iraniana (Sepideh Farsi) che vive a Parigi e una giovane fotoreporter (Fatma Hassona) che vive con la famiglia in Palestina documentando con le sue foto l’assedio della sua terra, progettano di realizzare insieme un documentario di denuncia della tragica situazione palestinese. Le due donne di parlano quasi ogni giorno con videochiamate che la regista tiene in memoria come documentazione per il lavoro da fare.
Nelle loro conversazioni si mescolano rapporti giornalistici sulla situazione quotidiana che Fatma vede attorno a se e conversazioni personali sulle speranze e i sogni di una ragazza che vorrebbe girare il mondo come con la sua macchi fotografica ma è invece confinata nella sua casa.
Un giorno Sepideh comunica a Fatma che avranno la possibilità di presentare il progetto al Festival di Cannes e che sono entrambe invitate sulla Croisette. Fatma è felicissima della notizia che accoglie con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il giorno dopo, 16 aprile 2025, improvvisamente, la casa degli Hassona viene distrutta da missili di precisione che uccidono Fatima e gran parte della sua famiglia. Secondo la regista “L’edificio è stato preso di mira, visto l’alto numero di giornalisti e fotografi uccisi dall’esercito israeliano a Gaza”.
Il caso fa il giro del pianeta e scuote le coscienze. Quelle telefonate “preparatorie” diventano per la regista Farsi l’unico materiale disponibile per un film che viene pervicacemente alla luce. Ed è quanto mai autentico, necessario e urgente. Poco prima di andarsene la ragazza aveva detto: “Se muoio, voglio una morte rumorosa, che sia sentita dal tutto il mondo.”
La voce della fotoreporter Fatma Hassona (1999-2025) non sarà dimenticata.