Questo mondo non mi renderà cattivo: l’incontro stampa con Zerocalcare

Il resoconto dell’incontro stampa con Zerocalcare avvenuto in occasione della presentazione di Questo mondo non mi renderà cattivo

Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha presentato Questo mondo non mi renderà cattivo in anteprima l’8 giugno presso la Città dell’altra economia, a Roma. Il celebre fumettista romano, dopo il successo ottenuto con Strappare lungo i bordi, torna quindi su Netflix con una nuova serie animata disponibile sulla piattaforma a partire dal 9 giugno.

Il progetto di Questo mondo non mi renderà cattivo era già in cantiere durante la lavorazione di Strappare lungo i bordi, ma Zerocalcare ha preferito attendere di essere (o sentirsi) a suo agio con l’animazione prima di affrontare la materia che sostiene la struttura della sua nuova opera. “Questa serie l’ho scritta prima di Strappare lungo i bordi, ma stavo ancora iniziando con le prime prove di animazione e non mi sentivo ancora pronto. Con Strappare, primo esperimento presentato al pubblico, ero nella mia comfort zone. La serie mi è servita per capire i miei limiti”, afferma Zerocalcare, aprendo il suo incontro con i giornalisti.

immagine serie questo mondo non mi renderà cattivo

A rappresentare una sostanziale differenza rispetto a quanto realizzato con Strappare lungo i bordi, in Questo mondo non mi renderà cattivo subentra l’attenzione per tematiche politiche e sociali. “Questa serie è più complessa per il formato, e più divisiva per i temi” continua Zerocalcare, che spiega come abbia optato per “il tentativo di dare una risposta collettiva a questi problemi”, malgrado non sia “una serie che dà soluzioni, ma che, al contrario, pone interrogativi”.

Zerocalcare spiega poi come il suo amore per la musica determini alcune scelte all’interno della serie, a partire dal rinnovo della collaborazione con Giancane. Il titolo della sua nuova serie è tratto da una canzone dei Path, band di Anguillara molto importante per la formazione e la coscienza del protagonista, che torna insieme a Sarah, Secco, l’Armadillo e diversi altri personaggi. La posta in gioco è, dunque, ancora più alta rispetto al precedente serial, ma la sua realizzazione è stata semplificata dal prezioso lavoro di Movimenti Production, società del gruppo Banjay, e di BAO Publishing, oltre che di un team affiatato: “C’è scritto “di Zerocalcare”, ma in realtà ci hanno lavorato 300 persone. Pur non avendole conosciute, il loro contributo è stato fondamentale sul piano artistico, tecnico, creativo. È stato indispensabile.”

“Sono tanti i personaggi che vengono messi alla prova nella serie. Sono prove molto impegnative e spesso più dolorose di quelle che devo affrontare io, che sono un “fortunato” all’interno del cast. È un auspicio rispetto a quello che abbiamo intorno, rispetto ai momenti di crisi”. Per questo, quando a Zerocalcare viene chiesto se dalla serie sia lecito aspettarsi un messaggio di speranza, il fumettista risponde dichiarando di essere “una persona molto crepuscolare”.

Giorgio Scorza parla poi della produzione, affermando l’importanza del lavoro di squadra: “Michele, all’inizio, pensava che avrebbe fatto tutto da solo. In realtà l’animazione è tante persone che collaborano per uno stesso obiettivo”, spiega. Riguardo il linguaggio utilizzato, composto ancora una volta da inflessioni e parlata dialettali, Scorza sottolinea che “con ‘Strappare lungo i bordi’ avevamo impostato il linguaggio. Qui abbiamo potuto mantenere il registro linguistico tipico di Michele, e ci siamo concentrati sul giocare con l’animazione e la recitazione dei personaggi. Nella serie ci sono momenti con monologhi molto densi, e l’intensità della recitazione dei personaggi attraverso la voce di Michele è stata molto importante.” Una varietà di linguaggio che si riflette anche sull’animazione stessa: “abbiamo anche giocato con gli stili, abbiamo usato la stop motion, la pixel art, su queste cose ci siamo particolarmente divertiti a livello registico.”

Zerocalcare conclude l’incontro stampa con una riflessione sugli aspetti più politici di Questo mondo non mi renderà cattivo. L’artista afferma che, malgrado nella sua nuova serie un gruppo di personaggi sia definito “estremista”, “Non ritengo che chiunque abbia dubbi sulle modalità di accoglienza sia nazista. Cerco di fare una distinzione fra personaggi che nutrono dubbi sulle soluzioni e personaggi che, invece, fanno speculazione politica sull’argomento.” Prosegue poi spiegando che “non ho nessuna idea riguardo l’accoglienza della serie. Per me è una storia umana ed emotiva, su persone e amicizie che sono rimaste, e amicizie che invece non sono state all’altezza.”

© Riproduzione Riservata

Federica Cremonini


Pubblicato

in

da

Tag: