Red: la regista Domee Shi e la produttrice Lindsay Collins raccontano l’animazione Disney/Pixar

“Red”: la regista Domee Shi e la produttrice Lindsay Collins raccontano la nuova animazione Disney/Pixar dall’11 marzo su Disney+

Debutterà l’11 marzo in esclusiva su Disney+, la nuova animazione originale Disney e Pixar Red”, prodotta da Lindsay Collins e diretta da Domee Shi, regista dietro la macchina da presa del cortometraggio premio Oscar “Bao”, al suo debutto alla regia di un lungometraggio.

Al centro della scena Meilin Lee, una tredicenne sicura di sé e un po’ maldestra, con un solido gruppo di amiche, ottimi voti a scuola e un rapporto con la sua famiglia migliore rispetto alla media. Meilin, soprannominata Mei dalle sue amiche, ha tutte le ragioni per aspettarsi un roseo futuro nella sua carriera come studentessa delle medie. Ma secondo la regista Domee Shi, per la maggior parte dei tredicenni la vita non va in questo modo.

“Volevo esplorare in modo approfondito i conflitti di una giovane ragazza adolescente, il modo in cui è combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e accettare la propria natura caotica.”

Il rapporto tra madre e figlia infatti, riveste un ruolo centrale in Red ed è una tematica a cui la regista tiene molto. Shi, che, come detto, aveva diretto nel 2018 il cortometraggio PixarBao”, afferma che quando le è stato chiesto come mai il piccolo raviolo protagonista del corto fosse maschio, la sua risposta si potrebbe dire sia stata profetica, anche se in quel momento non lo sapeva ancora.

“Ho risposto che ci sarebbe voluto un intero film per analizzare il rapporto tra madre e figlia. In realtà è stato uno dei fattori più importanti che mi hanno spinto a proporre un film come ‘Red’. Le cose non sono mai bianche o nere. All’inizio del film, Mei ama davvero il rapporto che ha con sua madre, ma poi viene trascinata verso nuove direzioni come tutte i ragazzi e le ragazze della sua età. Si tratta di una fase di grandi cambiamenti.”

Una fase di crescita che nel film è sottolineata in un modo alquanto singolare e da cui è impossibile fuggire, dal momento che quando a prevalere sono le emozioni, Mei si trasforma in un gigantesco panda rosso.

“Un minuto prima, tutto sta andando alla perfezione. E poi, come capita a tutti noi, all’improvviso si scatena il terrore e si trasforma letteralmente in un enorme panda rosso ancor più emotivo. L’unico modo per lei di tornare normale è quello di calmarsi respirando profondamente così da riuscire a riprendere il controllo delle sue emozioni. È una corta di tenero Hulk.”

La regista Domee Shi ha dato inizio alla realizzazione di Red con un’importante missione in cima alla sua lista di cose da fare, ovvero imparare a conoscere i suoi personaggi.

“Credo che riuscire a ideare i personaggi il prima possibile sia la cosa più importante per creare una bella storia. Il primo obiettivo di un filmmaker è fare sì che il pubblico si innamori dei personaggi, che li trovino abbastanza interessanti nei primi cinque/dieci minuti del film da voler seguire il loro viaggio per i successivi 90 minuti. Sono cresciuta guardando gli anime. Amo il modo in cui manipolano le emozioni: le espressioni possono cambiare in un istante. Mi sembrava lo stile perfetto per un film incentrato su una ragazza adolescente che si trova su una sorta di ottovolante emotivo, con sbalzi d’umore continui. È coraggiosa, sicura di sé, un po’ nerd, entusiasta, stravagante e leggermente altezzosa. Quando avevo la sua età ero proprio come lei. Scrivevo fan fiction di Harry Potter e mi dedicavo con passione a disegnare fan art. Avevo un album da disegno segreto di cui i miei genitori ignoravano l’esistenza. Ora che sono adulta, conosco tante donne fantastiche che da ragazze erano delle nerd. Volevo mettere in luce questa caratteristica attraverso il personaggio di Mei.”

“Red” è ambientato a Toronto, in Canada, nei primi anni 2000, come spiega la produttrice Lindsay Collins.

“Si svolge in un periodo familiare e in un luogo che conosciamo e questo ci permette di mantenere i piedi per terra. Non è ambientato in un mondo magico, dal momento che la storia stessa ha già degli elementi fantastici, con una ragazza che raggiunge la pubertà in modo fantastico e si trasforma per l’appunto in questo grande panda rosso. Un racconto in cui possiamo identificarci perfettamente. È un racconto di formazione incentrato sul cambiamento e su quei momenti di transizione in cui tutti noi cerchiamo di capire chi siamo. Abbiamo una ragazza combattuta tra la sua famiglia e le sue amiche, che scopre di essere una persona completamente differente da ciò che credeva, ed una madre la cui figlia inizia a interessarsi a un tipo di musica che lei considera strano e che fatica a lasciarla andare per permetterle di diventare la persona che ha bisogno di essere. È un tema universale che tutti riusciamo a comprendere, non importa se siamo un genitore, un figlio o magari entrambi.”

Ma, afferma la Collins, non è soltanto il profondo realismo insito nella storia a distanziare Red” da altri racconti di formazione, ma anche l’approccio di Shi nei confronti dell’arte cinematografica.

“Questa è una storia molto personale per Domee, che ha un’energia che trovo davvero coinvolgente: è come una locomotiva. Si muove velocemente ed è estremamente risoluta. Il suo stile narrativo è davvero particolare, inaspettato e pungente: per questo, tutto il film è molto stilizzato. È una storia sul rapporto tra madre e figlia ambientata nei primi anni 2000, con un tono molto diverso. La reazione che abbiamo avuto in Pixar dopo aver visto la prima scena, che abbiamo condiviso internamente, rispecchia il modo in cui questo film mi fa sentire: non ho mai visto una cosa del genere prima d’ora”.

Collins aggiunge che anche il look dei personaggi è ugualmente distintivo.

“Ognuno di noi ha dovuto trovare il proprio tredicenne interiore per catturare lo stile che Domee desiderava. In questo film il mondo è visto attraverso gli occhi di Mei. Ogni cosa è vivace e variopinta. Il design è molto stratificato, tattile e massiccio, mentre lo stile dell’animazione e talvolta anche le espressioni dei personaggi sono molto esagerati. I personaggi sono caricaturali e il modo in cui si muovono e assumono determinate pose è molto originale. La stilizzazione adottata da Domee influenza anche gli scenari, l’animazione, la fotografia e l’illuminazione, e la sua passione per gli anime è visibile in tutto il film”.

Emanuela Giuliani

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