“ROBIN HOOD – L’ORIGINE DELLA LEGGENDA” – Recensione: la nuova versione di Otto Bathurst

“ROBIN HOOD – L’ORIGINE DELLA LEGGENDA” – Recensione: la nuova versione di Otto Bathurst.

Al ritorno dalle crociate, Robin di Loxley, Taron Egerton, si rende conto che la contea di Nottingham è oramai dominata dalla corruzione, l’ingiustizia e la povertà dilagano e lo spingono, grazie anche ai suggerimenti e alla guida del comandante islamico conosciuto in guerra Yahya/John, dal volto di Jamie Foxx, ad organizzare una rivolta contro la potente, inquinata, Corona d’Inghilterra, sperando non solo di riportare l’ordine, bensì di riconquistare l’amore dell’unica donna della sua vita, creduto perso, Lady Marian, Eve Hewson.

La leggenda del popolare e amato eroe del Regno Unito, che ha ispirato alcune opere della letteratura britannica, Robin Hood,  torna nelle sale cinematografiche il 22 novembre, con un a nuova versione diretta da Otto Bathurst, il cui intento è quello di svelarne le origini attraverso un moderno look, se così si può dire, ma che, tuttavia, nonostante la buona idea di base di donare al racconto, ed al celebre ladro, un’identità ancor più avvincente ed entusiasmante, focalizzando l’attenzione sulle coraggiose gesta ed azioni, ponendo in secondo il alto sentimentale che tanto ha affascinato e fatto innamorare le tante fans, delude fortemente le già timorose aspettative.

 

La storia, infatti, che ha visto in passato un romantico Kevin Costner, in una delle rappresentazioni più note  “Robin Hood – Il Principe dei Ladri” del 1991, con Sean Connery nel ruolo di Re Riccardo, Mary Elizabeth Mastrantonio in Lady Marian, Morgan Freeman nel Moro Azeen e Christian Slater in Will Scarlet, e nel 2010 in “Robin Hood”, il più determinato Russell Crowe, con la splendida Lady Marian di  Cate Blanchett, risente negativamente dell’eccessiva presenza di elementi, e riferimenti, appartenenti a situazioni dell’attuale società, e non doverosamente legati al periodo storico della vicenda, che ne penalizza, di conseguenza, definitivamente la visione dalla chiara costruzione e sviluppo caotici e non curati, che scivola in una grottesca, discutibile ironica parodia, dall’agro sapore, priva di coinvolgimento ed adrenalina, animata da figure, protagoniste e non, rese delle desolanti, impersonali, caricature.

ROBIN HOOD – L’ORIGINE DELLA LEGGENDA”, del cui cast fanno parte anche: Ben Mendelsohn, Jamie Dornan, Tim Minchin e Paul Anderson, in conclusione risulta completamente insoddisfacente, mancando inesorabilmente l’obiettivo di stupire lo spettatore stravolgendo l’epica narrazione, in cui l’intrepido protagonista assume le sembianze del braccio de non della mente ribelle dal trascinante carisma.

Emanuela Giuliani

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