pilat fogliati in romeo è gulietta

Romeo è Giulietta, incontro stampa con i protagonisti della commedia di Giovanni Veronesi

Il resoconto dell’incontro stampa con i protagonisti di Romeo è Giulietta, la nuova commedia di Giovanni Veronesi al cinema dal 14 febbraio.

Giovanni Veronesi arriva oggi, 14 febbraio giorno di San Valentino, sul grande schermo con: Romeo è Giulietta, una commedia che ruota attorno alla ricerca dell’identità con protagonista Pilar Fogliati, che conferma ulteriormente la sua versatilità e il suo sapersi mettere in gioco. Al suo fianco Sergio Castellitto, Geppi Cucciari, Maurizio Lombardi, Serena De Ferrari, Domenico Diele, Margherita Buy e Alessandro Haber.

Romeo è Giulietta, la trama

1.Serena De Ferrari e Pilar Fogliati @Enrico De Luigi-EDL_1808

In Romeo è Giulietta, il grande regista teatrale Federico Landi Porrini (Sergio Castellitto) è alla ricerca dei suoi Romeo e Giulietta per l’opera che dovrebbe consacrare definitivamente il suo prestigio e concludere la sua carriera. Tra le candidate spicca Vittoria (Pilar Fogliati) che viene però esclusa a causa di un’ombra sul suo passato.

Determinata a ottenere comunque un ruolo nello spettacolo e con la complicità della sua amica truccatrice (Geppy Cucciari), la giovane attrice decide di ritentare sotto falsa identità, per dimostrare tutto il suo talento. È così che si trasforma in Otto Novembre, si propone per il ruolo di Romeo e ottiene la parte.

Non le sembra poi così complicato interpretare qualcun altro, sia sul palco che dietro le quinte, neanche quando il suo fidanzato (Domenico Diele) viene scelto per interpretare il ruolo di Mercuzio. Vestire però i panni di un uomo le consentirà di scoprire molte cose su sé stessa, ma soprattutto sulle persone che la circondano.

Romeo è Giulietta, l’incontro con il cast e il regista

giovanni veronesi sul set di romeo è giulietta

Distribuita da Vision Distribution, Romeo è Giulietta è una commedia che senza alcun dubbio convince e non delude, nonostante la non originalità di alcuni momenti e che, come detto ruota al attorno alla ricerca dell’identità, non solo di genere, del proprio spazio, al conflitto con se stessi, e ai propri obiettivi.

“Volevo descrivere la confusione che c’è nella testa dei trentenni di oggi, che hanno tanti problemi perché vivono una società che non dà loro fiducia, non sanno chi sono e dove stanno andando. Questo tempo e i suoi pericoli generano una condizione di ansia, il diffondersi di timori, di insicurezze, una costante paura di sbagliare, un bisogno permanente di autostima confermata. Il mio tentativo è quello di capire questo modo di essere di oggi, molto diverso da quello di 30 anni fa quando vivevamo in una società meno effimera, meno concitata: Romeo è Giulietta è un film sull’identità generale, non su quella di genere.” – ha dichiarato Veronesi.

Mi sembra che questo dell’identità sia il problema di questa generazione. I ragazzi dei quali parlo sono in cerca del proprio posto nel mondo, cercano in tutti i modi di realizzare i loro sogni e sfuggire alla precarietà e al destino che viene loro imposto. Sono disposti a tutto, anche a mettere in discussione la loro identità di genere dando vita a equivoci e opportunità.” – ha continuato il regista. “Io e miei sceneggiatori Pilar Fogliati e Nicola Baldoni siamo partiti con il pretesto di voler raccontare persone di diverse età che hanno un po’ perso la loro identità: il regista teatrale, perché non ha idea di come allestire il suo nuovo spettacolo; la giovane attrice, scelta alla fine per il ruolo di Giulietta (Serena De Ferrari), perché proviene dal reality e viene catapultata in un contesto non suo. Sono tutte storie d’amore impossibili – così come lo era quella tra Romeo e Giulietta – tranne quella tra Vittoria e il suo fidanzato, perché c’è di mezzo il travestimento. Vittoria, in passato, aveva rubato un testo a una comica cilena e lo aveva portato in scena spacciandolo per suo, poi cambia sesso… e allora è chiaro che ha dei problemi con la propria immagine e con la sua identità e cerca in giro se stessa attraverso varie maschere. Quell’esperienza di cambio del sé, di fluidità di genere e di interpretazione della sua parte maschile le permetterà di scoprire molte cose su se stessa e anche sulle persone che la circondano.

11. Pilar Fogliati, Sergio Castellitto @Enrico De Luigi_DSF1090

“Il mio personaggio si chiama Federico Landi Porrini, è un grande regista teatrale sull’orlo di una crisi di nervi perché la sua carriera non va più come lui vorrebbe. Quando incontra la possibilità di dirigere per il Festival di Spoleto un importante allestimento di Romeo e Giulietta, che potrebbe dargli la sua ultima grande occasione, tenta di giocarsela nonostante un’insoddisfazione cronica che lo porta a essere indeciso su tutto. Il destino e il comportamento degli altri gli rivelerà che il talento che lui presume di avere certamente viene accresciuto dal talento degli attori con cui lavora: le idee geniali che non riesce ad avere gli arrivano dagli altri e così il suo spettacolo, che sembrava votato al fallimento, si rivelerà un grande successo.” – spiega Sergio Castellitto. “Landi Porrini è un intellettuale gay cattivo e incattivito dalla vita, ma anche con una sua tenerezza se si pensa all’amore sconfinato che ha nei confronti del teatro. Le storie d’amore che si incrociano nel film – quella tra lui e il suo assistente/compagno (Maurizio Lombardi) o quella della giovane attrice Vittoria (Pilar Fogliati) con il proprio fidanzato attore – funzionano tutte molto bene. Si assiste così a un divertente “rimbalzo” tra generazioni non solo dal punto di vista della sessualità, perché tutto è anche immerso in una tradizione shakespeariana: nel sedicesimo secolo, alle donne era vietato recitare e in teatro i personaggi femminili erano tutti interpretati da attori maschi. In fondo, questo gioco nella nostra storia viene così utilizzato e quasi moltiplicato.”

“Il soggetto del film era stato scritto da Giovanni Veronesi e Pietro Valsecchi che avevano da tempo   il progetto molto ambizioso di raccontare il mondo del teatro italiano di alto livello, un piccolo ambiente di alta qualità che andava descritto in maniera realistica. A differenza di quanto avviene nel cinema, credo che in teatro il massimo del lusso sia potersi concedere il tempo per interrogarsi anche a lungo su una virgola di un testo, sulla motivazione di un passo.” – dice invece la protagonista Pilar Fogliati. “Sotto questo punto di vista potevo portare al copione un po’ di esperienza diretta, avendo studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, la più importante scuola di teatro italiana dove si sono formati tutti i grandi registi e attori del nostro teatro. Conosco da vicino questo ambiente, di cui mi piace soprattutto la solennità, e potevo portare al copione un po’di esperienza diretta avendo studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, la più importante scuola di teatro italiana, dove si sono formati tutti i grandi registi e attori del nostro teatro.”

La Fogliati prosegue. “Conosco anche il mondo dei provini e delle porte chiuse in faccia, dei sì e dei no, dei monologhi da provare e quanto sia complicato essere attori e riuscire a ritagliarsi un posto nel mondo. In fase di scrittura, ho cercato così di dare soprattutto questo apporto “pescando” nelle mie esperienze personali. Per un attore l’opportunità di scrivere un copione aiuta molto a portarlo in scena. La possibilità di costruire un personaggio fin dalla fase della scrittura è un privilegio su cui pochi interpreti possono contare. Poi, dato che io e Giovanni Veronesi avevamo già scritto insieme il mio film Romantiche, raccontare il romanticismo con ironia sta diventando per noi qualcosa di molto divertente. A questo proposito, per quello che mi riguarda, devo dire che è come se da qualche anno stessi frequentando una sorta di “Accademia Giovanni Veronesi”: per me, ogni minuto trascorso con lui è una lezione di scrittura e di recitazione.”

27. Pilar Fogliati @Enrico De Luigi - Backstage - EDL_7045

A proposito del suo personaggio Vittoria svela. “È un’attrice con un cognome “rumoroso” perché sua nonna Clara Mengoni (Margherita Buy) è una vecchia gloria prestigiosa del teatro, ottantenne, che lei ammira e consulta spesso. Sappiamo che, in passato, Vittoria aveva portato in scena un testo che aveva spacciato per suo e che aveva invece copiato, rubandolo ad un’artista cilena ai tempi sconosciuta. Quando viene chiamata dal grande regista Landi Porrini a sostenere un provino per il ruolo di Giulietta si impegna molto, ma la sua nomea la sovrasta e, quindi, non solo non ottiene la parte, ma viene cacciata in malo modo e chiamata “ladra”. Vittoria si ribella e giura a se stessa di vendicarsi ingannando l’odioso Landi Porrini. Essendo una donna estremamente ironica e buffa, chiede a una sua amica truccatrice (Geppi Cucciari) di darle le sembianze di un uomo e si presenta nuovamente al provino, dichiarando di chiamarsi Otto Novembre. Apparendo come un essere indecifrabile e ambiguo, conquista subito il regista che ne rimane entusiasta. Con sua grande sorpresa le affida il ruolo di Romeo e, col tempo, si invaghisce di lei/lui. A complicare la situazione ci sono poi il suo compagno Rocco (Domenico Diele), che viene scritturato per interpretare la parte di Mercuzio, e la giovane Gemma (Serena De Ferrari), scelta per interpretare la parte di Giulietta, che si invaghirà del misterioso Otto.”

In merito al tema trattato infine aggiunge.“Il film non affronta direttamente l’argomento dell’identità di genere, ma va un po’ oltre: si interroga sull’essenza della “maschera” grazie alla quale ognuno di noi, quando la indossa, riesce magicamente a tirar fuori cose nuove che pensava di non avere dentro di sé. È chiaro che giocando con i generi tutti i discorsi delle differenze tra i vari sessi si mescolano e diventano più sottili e più divertenti. Credo che il nostro Romeo è Giulietta, con tutti i suoi vari intrighi, porti molto in scena Shakespeare: penso a una sua frase come “aiutami ad assomigliare alla mia intenzione” che mi sembra perfetta per questo film in cui si parla molto di maschera, di quel famoso scarto tra chi tu sei veramente e chi interpreti. Questo scarto tra realtà e finzione è qualcosa che ti rende più vincente e ti fa un po’ abbassare l’ego, ed è quello che Vittoria prova quando, nelle vesti di un’altra persona, diventa super attraente, vincente ed efficace.”

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Emanuela Giuliani


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