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Shining: la sceneggiatura dell’inquietante film di Stanley Kubrick

La sceneggiatura completa di Shining, l’inquietante film di Stanley Kubrick con protagonisti Jack Nicholson, Shelley Duvall e Danny Lloyd.

Basato sull’omonimo romanzo di Stephen King del 1977, Shining, diretto da Stanley Kubrick, vede protagonisti Jack Nicholson, Shelley Duvall e Danny Lloyd. La storia racconta il dramma della famiglia Torrance, costretta a trascorrere l’inverno in completo isolamento nell’Overlook Hotel, un imponente edificio situato tra le montagne del Colorado. Con il passare del tempo, l’hotel, teatro di eventi inquietanti e soprannatural, inizia a esercitare un’influenza sempre più minacciosa sui suoi occupanti. Jack, il padre, uno scrittore tormentato con un passato da alcolista, scivola progressivamente nella follia, fino a diventare una minaccia per la moglie Wendy e il figlio Danny. Quest’ultimo, dotato di poteri extrasensoriali noti come “the shining” (in italiano “la luccicanza”), è in grado di percepire tanto il passato oscuro dell’hotel quanto i pericoli imminenti.

La sceneggiatura, che potete leggere qui: SHINING, firmata dallo stesso Kubrick insieme alla scrittrice Diane Johnson, si discosta in modo significativo dal romanzo originale. Lontano da un semplice adattamento, il film rielabora profondamente il testo di King, eliminando gran parte delle spiegazioni esplicite per lasciare spazio all’ambiguità, al simbolismo e al non detto. L’elemento soprannaturale non è mai chiarito del tutto, mentre la narrazione si concentra soprattutto sulla progressiva disgregazione psicologica dei personaggi, trasformando l’hotel in una sorta di specchio delle loro paure più profonde.

sceneggiatura shining

Dal punto di vista visivo, Shining è un’opera di straordinaria precisione formale, Kubrick utilizza la Steadicam, tecnologia allora innovativa, per seguire i personaggi lungo i corridoi infiniti dell’hotel, costruendo un’atmosfera di inquietudine e sospensione. L’architettura dell’Overlook, volutamente incoerente, accentua il senso di disorientamento. Le composizioni geometriche e l’uso di simmetrie rigorose danno al film un’impronta quasi ipnotica, contribuendo a una tensione costante che cresce lentamente ma inesorabilmente.

La colonna sonora, composta da brani originali e da musiche d’avanguardia di György Ligeti, Krzysztof Penderecki e Wendy Carlos, amplifica il senso di angoscia attraverso sonorità atonali, dissonanze e rumori disturbanti. Il suono diventa così parte integrante del linguaggio horror di Kubrick, sostituendo spesso le parole con una carica emotiva e sensoriale ancora più efficace.

Shining segna una tappa fondamentale nel percorso di Kubrick attraverso i generi cinematografici, che ha sempre affrontato per poi sovvertirli secondo una visione personale e radicale. Più che un horror nel senso tradizionale del termine, il film è un viaggio psicologico e simbolico, un’esperienza visiva e mentale che indaga le zone oscure della mente umana e le dinamiche di distruzione all’interno del nucleo familiare.

Accolto inizialmente con reazioni contrastanti dalla critica, e apertamente criticato da Stephen King per il suo allontanamento dal romanzo, Shining è stato rivalutato nel corso degli anni fino a diventare un classico assoluto del cinema. Oggi è considerato uno dei capolavori di Kubrick e uno dei film horror più influenti di sempre, entrato stabilmente nell’immaginario collettivo grazie a sequenze iconiche, come le gemelle nel corridoio, l’ascensore di sangue o il celebre “Here’s Johnny!”.

Il suo impatto culturale e visivo continua a essere oggetto di studio, interpretazione e omaggio, confermandone la statura di opera indelebile nella storia del cinema.


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