Sigonella – La Sfida è il documentario che riaccende i riflettori su uno dei momenti più drammatici della storia diplomatica italiana.
In onda il 6 ottobre in seconda serata su La7, il documentario Sigonella – La Sfida, firmato da Flavia Triggiani e Marina Loi, ricostruisce con intensa narrazione uno degli episodi più tesi e significativi della recente storia italiana: la crisi diplomatica seguita al sequestro della nave Achille Lauro e al conseguente confronto tra Italia e Stati Uniti.
In un’epoca in cui le dinamiche geopolitiche si rivelano sempre più fragili e imprevedibili, l’opera si propone infatti di offrire una riflessione sul potere, sulla diplomazia e sul coraggio delle istituzioni, riportando alla luce la complessità di un momento dimenticato dalla memoria collettiva: la notte del 10 ottobre 1985, quando il governo italiano, guidato da Bettino Craxi, rivendicò la propria sovranità contro le pressioni di Washington, dando vita a uno scontro raro tra alleati.
Supportato da testimonianze dirette, materiale originale e d’archivio selezionati, il documentario tenta di rileggere i fatti alla luce del presente, mettendo in evidenza i dilemmi politici, morali e strategici che quell’episodio continua a sollevare, accompagnando lo spettatore in una vicenda densa di significati e rappresentativa delle contraddizioni di un Paese diviso tra lealtà internazionale e autodeterminazione.
Il caso Achille Lauro e la crisi di Sigonella
Al centro del documentario c’è l’episodio passato alla storia come la crisi di Sigonella, uno dei momenti più drammatici e simbolici della diplomazia italiana del secondo dopoguerra. Tutto ebbe inizio il 7 ottobre 1985, quando la nave da crociera Achille Lauro, battente bandiera italiana, fu dirottata al largo delle coste egiziane da un commando del Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP), legato all’OLP di Yasser Arafat.
A bordo si trovavano oltre 400 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. L’obiettivo dichiarato dei dirottatori era attirare l’attenzione internazionale sulla causa palestinese, ma il sequestro degenerò: il giorno seguente, Leon Klinghoffer, cittadino americano di origine ebraica, disabile e costretto su una sedia a rotelle, venne ucciso e gettato in mare. L’omicidio, brutale e deliberato, sconvolse l’opinione pubblica mondiale e in particolare gli Stati Uniti.
Il sequestro si concluse il 9 ottobre con una mediazione dell’OLP e del governo egiziano, che permise ai terroristi di lasciare l’Egitto a bordo di un aereo EgyptAir diretto a Tunisi. Ma Washington decise di intervenire: quattro caccia F-14 intercettarono il volo, costringendolo ad atterrare nella base NATO di Sigonella, in Sicilia, senza informare il governo italiano. Gli Stati Uniti pretendevano la consegna immediata dei dirottatori.
Fu l’inizio di una crisi diplomatica senza precedenti tra alleati. Il presidente del Consiglio Bettino Craxi, con il sostegno dei ministri Giulio Andreotti e Giovanni Spadolini, rivendicò la sovranità italiana, sostenendo che il crimine, avvenuto su una nave italiana, doveva essere giudicato secondo la legge nazionale. Ordinò quindi che fossero le autorità italiane ad assumere il controllo dei prigionieri.
Nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, a Sigonella, i marines americani circondarono l’aereo per prenderne possesso, ma furono a loro volta accerchiati da carabinieri e reparti speciali italiani. Lo scontro sfiorò il conflitto armato, ma alla fine prevalse la linea italiana, e i dirottatori furono arrestati e trasferiti in un carcere italiano.
La crisi mise a dura prova i rapporti tra Roma e Washington e aprì un dibattito acceso sull’autonomia della politica estera italiana. Craxi fu accusato dalla stampa americana di aver “liberato i terroristi”, in riferimento al mancato arresto di Abu Abbas, leader dell’OLP con passaporto diplomatico. Il documentario racconta questo passaggio storico come un momento di svolta, in cui l’Italia affermò la propria sovranità, ponendo interrogativi ancora attuali sul rapporto tra diritto internazionale, alleanze e indipendenza nazionale.
Lo scontro a Sigonella: sovranità contro alleanza
Sigonella – La Sfida ricostruisce, con intensità emotiva e attenzione politica, i fatti accaduti durante quella notte cruciale dell’ottobre 1985. Le registe, Flavia Triggiani e Marina Loi, attraverso un linguaggio che unisce rigore storico e coinvolgimento narrativo, mescolano cronaca, tensione politica e riflessione geopolitica, basandosi su fonti affidabili come testimonianze dirette e autorevoli.
Da ex agenti dei servizi segreti ad alti ufficiali militari, giornalisti e diplomatici italiani che vissero in prima persona quei momenti, il racconto si arricchisce di immagini d’archivio restaurate, riprese aeree della base di Sigonella, documenti top secret oggi resi pubblici e ricostruzioni visive che aiutano lo spettatore a entrare nel clima di tensione. Il tutto è reso possibile anche grazie a una regia sobria, capace di raccontare lo scontro senza trasformarlo in spettacolo, ma restituendone la carica simbolica e il peso politico.
Tra i punti di forza del documentario c’è, senza dubbio, lo sguardo critico sul presente: l’episodio di Sigonella non viene trattato solo come una crisi diplomatica del passato, ma anche come una chiave di lettura per comprendere i rapporti tra potere, sovranità e alleanze. Viene sottolineato come, in quel momento, l’Italia si sia assunta la responsabilità di una scelta autonoma e rischiosa, capace però di riaffermare il primato della legalità e del diritto internazionale su logiche puramente geopolitiche.
Il documentario invita così a riflettere sul ruolo dell’Italia nel mondo di oggi, e pur semplificando alcuni aspetti complessi legati alla fragilità delle democrazie e alle ambiguità della politica internazionale, emergono interrogativi ancora attuali: cosa resta oggi di quella fermezza istituzionale? Può un Paese come l’Italia ancora permettersi di dire “no” a un alleato? E dove si colloca il confine tra fedeltà strategica e subalternità politica?
Se nel 1985 l’Italia era un alleato solido degli Stati Uniti, pienamente inserita nel blocco occidentale, la decisione di Craxi segnò un punto di rottura, ma anche un gesto di dignità nazionale. Oggi, invece, il contesto è mutato: in un mondo multipolare e in rapido cambiamento, il ruolo dell’Italia appare più sfumato, spesso condizionato da equilibri economici, pressioni sovranazionali, dipendenze energetiche e nuove sfide globali, come l’instabilità nel Mediterraneo, i conflitti regionali e la ridefinizione stessa dell’ordine internazionale.
Sigonella – La Sfida non fornisce risposte semplici, ma solleva domande urgenti: su cosa significhi davvero esercitare sovranità oggi, e su quanto spazio resti per le scelte autonome in un sistema sempre più interdipendente e fragile.
Memoria storica e attualità politica
La crisi di Sigonella è stata una delle prove più difficili per la diplomazia italiana dopo la Seconda guerra mondiale. Quando il governo di Bettino Craxi decise di non consegnare i terroristi agli Stati Uniti, l’Italia si divise tra chi vedeva quella scelta come un atto di coraggio e chi la considerava un rischio inutile nei rapporti con un alleato importante.
Questo episodio dimostra che anche un Paese non particolarmente potente può far valere la propria voce in politica estera. La decisione di far prevalere la giustizia italiana è diventata un simbolo della sovranità nazionale. Il documentario ci riporta a quel momento, collegandolo alle sfide attuali. In un mondo in cui terrorismo e crisi internazionali sono costanti, la domanda resta: fino a che punto un Paese può dire “no” a un alleato? E cosa significa davvero, oggi, avere sovranità?
Dal punto di vista tecnico, il montaggio del film risulta particolarmente efficace nel costruire suspense e fluidità narrativa. Alternando con equilibrio testimonianze dirette, immagini d’archivio e ricostruzioni visive, il ritmo sostiene l’interesse dello spettatore senza mai cadere nella spettacolarizzazione, mantenendo così un tono che valorizza il contenuto storico.
E, nonostante Sigonella – La Sfida non approfondisca a sufficienza il legame tra quell’episodio e le grandi sfide attuali — il ritorno delle grandi potenze, le nuove minacce digitali, le tensioni internazionali — resta un esempio importante di come l’Italia, in un momento decisivo, abbia saputo difendere la propria autonomia e la propria dignità sulla scena mondiale.
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Emanuela Giuliani
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