Spider – Man: No Way Home: la sceneggiatura completa del terzo capitolo diretto da Jon Watts con protagonista Ton Holland.
Il 15 dicembre è approdato nelle sale italiane Spider-Man: No Way Home, l’attesissimo terzo capitolo della saga con Tom Holland. Come era facile immaginare, il film ha conquistato il botteghino, diventando rapidamente un fenomeno mondiale e segnando un punto di svolta nell’Universo Cinematografico Marvel.
Per la prima volta nella storia cinematografica dell’Uomo Ragno, l’identità di Peter Parker viene resa pubblica, con conseguenze devastanti per la sua vita personale e per coloro che ama. In cerca di una soluzione, Peter si rivolge al Doctor Strange, chiedendogli di lanciare un incantesimo che faccia dimenticare al mondo intero che lui è Spider-Man. Tuttavia, l’incantesimo va fuori controllo, aprendo una frattura nel multiverso e attirando nemici da realtà alternative, già noti agli spettatori dei precedenti franchise di Spider-Man.
La sceneggiatura, firmata da Chris McKenna e Erik Sommers, e che grazie a Deadline potete leggere qui: SPIDER – MAN: NO WAY HOME, si rivela uno degli elementi più riusciti del film. Il duo riesce nell’impresa non semplice di equilibrare momenti di azione travolgente, fan service, pathos emotivo e sviluppo del personaggio. Pur trattandosi di un film corale, con un cast vastissimo e il ritorno di numerosi volti noti dal passato cinematografico dell’Uomo Ragno, la narrazione resta sorprendentemente coesa e centrata su Peter.
La scrittura riesce a dare spazio a ciascun personaggio in modo significativo. I villain — tra cui Doctor Octopus (Alfred Molina), Green Goblin (Willem Dafoe) ed Electro (Jamie Foxx) — non sono solo ostacoli da superare, ma figure complesse, in molti casi tragiche, che aggiungono profondità al racconto. Il Green Goblin di Dafoe, in particolare, si impone come un antagonista memorabile, grazie anche alla sceneggiatura che gli restituisce la carica drammatica e inquietante che lo aveva reso iconico nel primo film di Raimi.
La sceneggiatura ha anche il merito di trasformare la trama in una vera e propria riflessione sul concetto di responsabilità — uno dei pilastri tematici del personaggio fin dalla sua creazione. In questo film, Peter è costretto a fare scelte difficili, a confrontarsi con il dolore e la perdita, e a maturare definitivamente. Il tutto è gestito con una sorprendente sensibilità emotiva, che culmina in una sequenza finale intensa e malinconica, in netto contrasto con il tono più leggero dei primi film.
Un altro punto di forza della sceneggiatura è la capacità di far coesistere le diverse incarnazioni di Spider-Man — interpretate da Tobey Maguire e Andrew Garfield — non come semplici cameo, ma come elementi fondamentali per la crescita del protagonista. Le loro interazioni sono scritte con intelligenza e affetto, e offrono alcuni dei momenti più toccanti del film, riuscendo a unire in modo coerente tre epoche cinematografiche distinte.
In definitiva, Spider-Man: No Way Home è molto più di un evento spettacolare: è un film sorretto da una sceneggiatura solida, emotiva e sorprendentemente matura, che riesce a rendere giustizia a un personaggio amato da generazioni.