“TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE” – Recensione

“TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE” – Recensione

Ted è un ragazzo bello, intelligente, carismatico e affettuoso. Liz è una ragazza madre, attenta e innamorata. Una normale coppia felice, a cui in apparenza non manca nulla. Quando Ted viene arrestato e accusato di una serie di efferati omicidi, Liz viene messa a dura prova: Chi è davvero questo Ted Bundy che Liz crede il suo amorevole fidanzato? L’uomo che non avrebbe mai fatto del male a lei o a sua figlia. Mentre le prove contro Ted aumentano, la preoccupazione di Liz si trasforma gradualmente in paranoia. Lacerata tra la vita felice che pensava di aver finalmente trovato e la macabra verità che si sta lentamente rivelando davanti ai suoi occhi, Liz deve decidere se Ted è la vittima o il carnefice.

“TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE”, diretto da Joe Berlinger, presentato al Sundance Film Festival 2019, racconta la storia del serial killer Theodore Robert Bundy secondo la prospettiva della fidanzata Liz, interpretata da Lily Collins, a lungo ignara della vera natura del suo compagno, nel cast anche John Malkovich nel ruolo di Edward Cowart, giudice del processo a Bundy.

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Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, e la sconcertante reale vicenda, il regista fallisce il tentativo di portare sul grande schermo una delle storie più cruente della cronaca nera americana di fine anni ’60 e inizi ’70, non riuscendo a scrutare e far emergere le diverse sfaccettature dello spietato omicida, in grado di manipolare i media americani ottenendo un seguito considerevole e fanatico, tanto che, da bello e affascinante uomo bianco, le sue amanti e i molti amici e conoscenti non potevano credere che fosse stato capace di commettere tali vili atti vili, proprio come i suoi numerosi sostenitori.

Differenti lati di una personalità tanto seducente quanto terrificante, non rappresentata nel lungometraggio dalla costruzione e sviluppo, scenico narrativo, non adeguatamente approfondito, e a volte superficiale, privo di intensità e coinvolgimento emotivo, così come i vari personaggi, non studiati e definiti, primo fa tutti Ted, dal volto di un Zac Efron completamente insoddisfacente ed inadatto, poichè non riuscendo a focalizzarne e sottolinearne la vera essenza diabolica del perverso animo, scivola in un’interpretazione fuori luogo che fa apparire Ted debole ed in balia delle circostanze, e non come il razionale reale folle, mostrato dai filmati di repertorio a fine della visione.

Bundy infatti, si affidava ai suoi sguardi disarmanti per incantare a morte le sue vittime, cambiando abilmente il proprio modus operandi al fine di confondere gli investigatori. È sfuggito alla custodia della polizia due volte, e dalle prigioni con piani audaci e fantasiose. Fino all’agghiacciante confessione, il 24 gennaio 1978, a pochi giorni dall’esecuzione dopo anni di negazione, di aver ucciso oltre 30 donne tra il 1974 e il 1978, numero ritenuto dagli esperti molto più alto.

“TED BUNDY – FASCINO CRIMINALE”, arriverà nelle sale cinematografiche il 9 maggio distribuito da Notorious.

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